La dipendenza sessuale di Cesare Guerreschi

Il crinale che separa la pulsione sessuale dalla sua degenerazione compulsiva può rivelarsi sdrucciolo, soprattutto all’interno di una società come quella attuale, sollecitata da stimolazione erotica senza soluzione di continuità (via internet, stampa, pubblicità, programmi tv). L’assioma è consequenziale: nuovi input sessuali si accompagnano a nuove dipendenze. Ma come si entra nel tunnel della sexual addiction? Come in quello delle sue “sorelle gemelle”(?) cyber-sex addiction e cyber-porno addiction? Esiste una linea di demarcazione, oltrepassata la quale una persona può definirsi dipendente da eros? A queste - e a numerose altre questioni sul tema - risponde “La dipendenza sessuale” (Edizioni San Paolo, 2011) di Cesare Guerreschi. Esperto di lungo corso di psicopatologie correlate alla dipendenza , Guerreschi riesce nell’impresa di rendere accessibile un argomento di studio ancora in divenire, per carenza di “fonti” dirette (leggi consapevolezza deficitaria della malattia, leggi vergogna correlata a tematiche a sfondo sessuale). Il libro di Guerreschi risulta indispensabile anche sotto questi aspetti: assembla tabelle, analisi, test di auto-valutazione. Suggerisce percorsi terapeutici, non evade nemmeno il grido di allarme sociale, sin da quel sottotitolo - “Quando il sesso può uccidere” - per nulla rassicurante, nel senso che i “pericoli” - psicologici e sociali - cui è esposto il malato di sesso sono più ingenti di ciò che comunemente si crede (vedi senso di colpa distruttivo, straniamento dalla realtà; alienazione da rapporti affettivi autentici, prodromi potenziali di patologie psichiatriche). Sulla base dì ciò la lettura attenta di questo saggio risulta prescrivibile a psicologi, educatori, famiglie, oltre che agli stessi “dipendenti” da sessomania. Allentare il velo del pregiudizio o della ritrosia, mediante la conoscenza e il riconoscimento del problema, può rappresentare un primo passo, verso la sua risoluzione.