L’ulivo come simbolo della pace, della luce e della morte, è infine un presagio di resurrezione. Tutti questi temi si intrecciano nella poesia di Giovanni Pascoli intitolata “La domenica dell’ulivo” (1892) in cui il poeta celebra l’attesa pasquale.
Attraverso il simbolismo della pianta sacra per eccellenza Pascoli ispira nei lettori il sentimento rasserenante della pace.
Nel giorno di Pasqua la tradizione cristiana celebra Gesù come “Principe della Pace”, colui che attraverso il suo sacrificio si è fatto annunciatore di speranza e di salvezza per tutti gli uomini. L’ulivo appare anche nella Bibbia, nel libro della Genesi, quando la colomba lo porta in becco e lo porge a Noè dopo il diluvio universale per dimostrargli che Dio ha perdonato gli uomini. Lo stesso simbolo, infine, ritorna in occasione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, nella Domenica delle Palme antecedente alla Pasqua, che viene tradizionalmente celebrata dai cristiani perché dà inizio alla settimana santa. In quest’occasione si usa distribuire ai fedeli ramoscelli di ulivo benedetti che vengono portati nelle case.
Tutta questa spiritualità religiosa non è manifesta nella poesia di Giovanni Pascoli, che si limita a un elogio più profano della terra e dei singoli elementi della natura, argomenti ricorrenti nelle liriche dell’autore. Non è la religione il tema centrale della poesia La domenica dell’ulivo, che tuttavia sembra consegnarci a suo modo un singolare presagio di resurrezione. Il riferimento alla ricorrenza cristiana è solo accennato, tutto il resto viene detto attraverso il consueto stile pascoliano fatto di echi, sottintesi, risonanze in cui ogni parola si fa simbolo riflesso e metafora di una precisa visione.
La lirica è tratta dalla raccolta più celebre di Pascoli Myricae (Livorno, Raffaello Giusti, 1905). Scopriamone testo, analisi e commento.
La domenica dell’ulivo di Pascoli: testo
Hanno compiuto in questo dì gli uccelli
il nido (oggi è la festa dell’ulivo)
di foglie secche, radiche, fuscelli;quel sul cipresso, questo su l’alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d’un rivo,
nell’ombra mossa d’un tremolìo d’oro.E covano sul musco e sul lichene
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzìo d’ape, un vol di maggiolino.
La domenica dell’ulivo di Pascoli: parafrasi
Oggi è la Festa dell’Ulivo, in questo giorno gli uccelli hanno fatto un nido con foglie secche, radici e piccoli ramoscelli.
C’è un nido sul cipresso, un nido sull’alloro, un altro lungo le acque correnti di un fiume, nell’ombra appena mossa dal vento di un fogliame in cui si riflette il sole dorato primaverile.
E ora gli uccelli covano le uova sul muschio e sui licheni fissando silenziosi il cielo limpido, hanno solo dei piccoli moti improvvisi, dei palpiti, se odono un ronzare d’ape o il volo di un maggiolino.
La domenica dell’ulivo di Pascoli: analisi e commento
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Nella Domenica dell’ulivo, un madrigale in endecasillabi piani, ritorna un tema caro a Pascoli, quello del nido.
Il nido identifica per analogia la famiglia, il luogo degli affetti, che spesso nella poesia pascoliana è funestato, abbandonato, tradito (pensiamo al “nido nell’ombra” narrato in X agosto dove i rondinini orfani pigolano sempre più piano).
In questa lirica tuttavia il “nido” ha una valenza positiva: è appena stato creato con amore e attenzione e gli uccelli si preparano a covare al suo interno le loro uova. È stato costruito con rami e ovatta, è quindi un ambiente caldo, accogliente e ha una forma circolare che riflette l’idea di perfezione e protezione. Appena costruito, appare come una cellula pulsante da cui ha origine la vita.
Il nido narrato da Pascoli ricorda un grembo materno, pronto ad accogliere la vita. La poesia si chiude proprio sull’immagine rasserenante degli uccelli che, tranquilli, sotto il mite sole primaverile covano le loro uova difendendole da ogni minaccia esterna. C’è qualcosa di commovente in questa immagine, che ci ispira anche un senso di grande pace. Nelle uova è insita la promessa di una nuova nascita; ed è dunque significativo che gli uccelli abbiano costruito il loro nido nel giorno della Festa dell’Ulivo.
Nessun termine è lasciato al caso nella poesia di Pascoli: l’idillio agreste da lui narrato è un gioco di corrispondenze in cui ciascun richiamo risponde a un altro richiamo. A ben vedere, l’ulivo, il nido, le uova: sono tutti simboli pasquali che si intrecciano nell’immagine della resurrezione. Il poeta si serve ancora una volta della visione microscopica, pone l’attenzione sulle cose piccole, quasi invisibili, per mostrare qualcosa di grande che quasi non ha parole per esprimersi.
La lirica è intrisa di onomatopee, ha un linguaggio molto uditivo: sentiamo lo scrosciare dell’acqua del torrente “chioccolo”; il “tremolio” del sole tra i rami; il “palpito” del cuore degli uccelli.
Elogiando la natura più primordiale, i moti segreti e semplici della terra e degli animali, Giovanni Pascoli ci consegna una promessa di resurrezione: è questo il suo augurio simbolico per una serena Pasqua, tutto custodito in un vivace cinguettio che si perde nel sole.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La domenica dell’ulivo” di Giovanni Pascoli: testo, parafrasi e analisi della poesia
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