La fabbrica delle tuse. Le ragazze del cioccolato di Giacinta Cavagna di Gualdana

La fabbrica delle tuse. Le ragazze del cioccolato (Piemme 2023) di Giacinta Cavagna di Gualdana è il romanzo d’esordio dell’autrice, storica dell’arte, docente presso l’Università degli Studi di Milano, che svolge ricerche sulle arti decorative del Novecento e collabora con il MIDeC di Cerro di Laveno Mombello in veste di curatrice.

Questa è la storia di Emilia, Olga, Ines, Noemi, Marietta, Clelia e delle altre “tuse” (ragazze in dialetto milanese) che a ritmo di boeri e di cioccolatini dal profumo inebriante, hanno scritto la storia di una delle più antiche fabbriche di cioccolato italiane.
Ma questo è anche il racconto della feconda e laboriosa esistenza di Olga Torri Zaini, la quale, dopo la morte del marito Luigi, prese le redini della fabbrica di cioccolato, proprio negli anni più duri e difficili del nostro Paese: quando l’Italia entrò in guerra.

C’era una volta un uomo dallo spirito aperto, con una visione: considerava il cioccolato un buon investimento. Luigi Zaini, così si chiamava, il 23 giugno 1913, fondò a Milano la società: “Mongini Zaini & C. Fabbrica di cacao cioccolato e affini”.
La Fabbrica si trovava in via De Cristoforis 5, una traversa di Corso Como, per poi trasferirsi, negli Anni Venti, in via Imbonati 59, nel quartiere Dergano. Una volta trovata la sede e acquistati i macchinari, occorreva assumere soprattutto dipendenti di sesso femminile, le cosiddette “incartatrici”, donne dalle dita fredde, abili e veloci nell’incartare i cioccolatini, onde evitare di far sciogliere il cioccolato durante l’operazione.

Dieci anni dopo la visione di Luigi aveva dato i suoi frutti, il socio aveva lasciato la società per problemi familiari. Rimasto vedovo con due figli in tenerissima età, Piero e Rosetta, Luigi aveva conosciuto Olga Torri presso la drogheria del padre di lei, che si trovava in corso Vercelli, inoltre entrambe le famiglie andavano in vacanza d’estate a Cunardo, sopra Varese.
Luigi aveva intuito la generosità e la pazienza di Olga e quasi di getto, aveva fatto alla giovane donna una proposta matrimoniale.
La risposta di quest’ultima era arrivata tramite lettera:

Volontariamente e con entusiasmo per i suoi cari piccoli, per loro, il mio cuore, le mie energie, la mia vita, desiderando solo di poter degnamente sostituire la mamma perduta, possa io procurarle qualche gioia in compenso di tanti dolori sofferti.

Affascinata da sempre della storia di Milano, la scrittrice organizza visite guidate alla scoperta della città e dei suoi capolavori, attraverso itinerari inconsueti, nel suo primo romanzo, Giacinta Cavagna di Gualdana, ricostruisce la storia di un’azienda familiare, che ha sempre riconosciuto pari opportunità alle donne.
Olga Zaini, moglie del fondatore e nonna degli attuali proprietari, prese le redini dell’azienda nel 1938 dopo la scomparsa prematura del consorte, giacché:

Non ci sono sacrifici quando si ama.

E Olga divenne così una delle prime imprenditrici milanesi e d’Italia fino agli anni Cinquanta, e si circondò di una cerchia tutta femminile.
Perfetta la ricostruzione dell’epoca, l’autrice ha consultato molto materiale d’archivio.
Suggestivi gli scorci di Milano, dove le Alpi, da lontano fanno da splendida cornice.
La Scala, La Rinascente, La Fiera-Esposizione del 1928, il Castello Sforzesco, i bastioni di Porta Venezia, la Galleria Milano:

L’immane cratere del cantiere di costruzione del Palazzo di Giustizia.

Mentre l’Italia, volente o nolente, si è consegnata nelle mani di Mussolini, siamo nella prima metà degli Anni Trenta, Milano ha superato il milione di abitanti, ci sono ovunque cantieri aperti e dappertutto sono stati inaugurati, in pochi mesi, nuovi grandiosi progetti: la spiaggia del Lido, la pista dell’Idroscalo, la sala del cinema Odeon e un Planetario.

L’apparente grandiosità si sbriciola di fronte alla complessità del periodo storico.