La forza delle cose di Alexander Stille

"La forza delle cose" è una storia familiare, ma trattando di Ugo Stille, giornalista tra i più importanti del Corriere della Sera, è anche una biografia di un intellettuale di prima grandezza, raccontato dal figlio a sua volta giornalista.

Sullo sfondo ci sono gli eventi storici del Novecento, che hanno condizionato la storia di questa famiglia, il cui cognome originario era Kamenetzki; Ugo Stille nato in Russia nel ’19 subito dopo la rivoluzione, scappò in Italia durante il fascismo ed emigrò negli USA nel 1941 a seguito della promulgazione delle leggi razziali perché ebreo.
Il cognome Stille nacque per caso come pseudonimo quando iniziò a scrivere per il settimanale Oggi, ma lo adottò come ufficiale quando la sua carriera giornalistica decollò nel dopoguerra.

Il materiale di partenza del libro è stato raccolto da Alexander Stille, in parte tramite un’intervista alla madre nel ’93, già malata, poco prima che venisse a mancare, e in parte da documenti ritrovati in una valigia emersa durante delle pulizie epocali nell’appartamento dei nonni Kamenetski, dove ancora abitava la zia Lally.

Gli eventi succedutisi nei decenni vengono attentamente narrati ed analizzati dall’autore, che cerca di capire il senso profondo della vita della sua famiglia, nella convinzione che le scelte dei nonni e dei genitori ricadono poi sui figli.
Le storie che ci vengono raccontate sono tantissime, perchè il matrimonio dei genitori, molto burrascoso, rappresentò anche l’incontro scontro di due mondi, quello WASP americano della mamma e quello europeo-russo-ebreo del padre.
Libro veramente notevole, appassionante e profondo.