La galleria interiore dell’ingegnere
- Autore: Manuela Marchesini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2014
Un ritratto particolare e complesso di uno degli scrittori più importanti del nostro Novecento, Carlo Emilio Gadda, raffinato funambolo della parola. Uno straordinario scrittore realista la cui prosa è intrinsecamente visiva, scrive Manuela Marchesini. La sua personale galleria di immagini ha richiesto un lavoro singolare e minuzioso. L’autrice del saggio ha studiato a fondo la complessità delle opere dell’autore lombardo; dopo aver conseguito un dottorato di ricerca alla Stanford University su Carlo Emilio Gadda, attualmente insegna Letteratura italiana alla Texas University.
La galleria interiore dell’ingegnere richiede una particolare attenzione perché approfondisce le tematiche filosofiche, culturali e politiche legate alla personalità dell’autore e descrive quanto di ispirazione pittorica sia la sua scrittura.
"Ragionare delle gallerie figurative di Gadda vuol dire addentrarsi nel gioco di specchi caratteristico del suo modo di procedere e toccare un centro nevralgico della sua opera."
Una lettura ricercata e complessa, adatta a chi desidera conoscere meglio l’ingegnere scrittore e la sua complessità d’animo. Carlo Emilio Gadda, studente alla facoltà di Ingegneria di Milano, nel 1915 venne chiamato alle armi a seguito dello scoppio della Prima guerra mondiale. Nato in una famiglia borghese milanese, si laureerà in Ingegneria alla fine del conflitto. Il suo lavoro lo porterà in giro per l’Italia e all’estero, dedicandosi con lo stesso impegno agli studi letterari e alla scrittura, che diventerà successivamente la sua principale attività.
Manuela Marchesini ha esaminato ed analizzato l’intera produzione letteraria: i romanzi, fra i quali i più famosi La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, i saggi Eros e Priapo, La meccanica, i racconti, le novelle nonché le recensioni d’arte a firma dell’autore.
“Raffaello con Michelangelo e Caravaggio con Tiziano sono gli estremi d’una galleria interiore che struttura da cima a fondo percezione e figurazione gaddiane, dalle prime prove dei Racconto Italiano fino al Pasticciaccio.“
Molta attenzione è riposta nello studio accurato di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, il romanzo che venne pubblicato in puntate sulla rivista Letteratura, prima della definitiva pubblicazione del ’57. Dall’inchiesta su un furto di gioielli all’indagine su un delitto, un pasticciaccio di cose, di luoghi e di persone. Un testo, ormai famosissimo, dal finale incompleto che lasciò i lettori nello sconcerto di una conclusione mancata. Una sua espressa volontà di non porre il finale, lasciarlo incompiuto, e tuttavia creando una situazione che doveva alla fine essere completata, sosteneva, da chi legge; è il lettore che compie in sé l’ultima creazione.
I riferimenti artistici hanno un’originalità che risiede nella trama stessa del romanzo: difatti, Gadda pone nella narrazione una compresenza, quella paradisiaca e quella infernale, una trama nella quale molte sono le attinenze ad alcune opere dei suoi artisti preferiti: le Madonne, il Beato Angelico di Raffaello, L’Assunta di Tiziano e La conversione di San Paolo del Caravaggio. Dal Rinascimento al Barocco, immagini che sembrerebbero descrivere una rivelazione, un’epifania o la ricerca della Luce e della Verità. È la sua personale galleria interiore.
“Rispecchiamento e proiezione sono i meccanismi che regolano la lettura che Gadda conduce delle opere dei pittori prediletti, una sorta di galleria interiore, quasi che il suo sguardo incorporasse il soggetto rappresentato, lo deformasse, ne riorganizzasse visivamente i dettagli, inscrivendovi oscure nevrosi. La descrizione iconografica, non importa se di dipinti reali o immaginari, può dunque rivelarsi se attentamente indagata… Nel caso di Gadda ciò che lo sguardo cerca, ciò che lo sguardo, nel suo slancio desiderante, vuol fissare non è altro se non il riflesso di sé: l’oggetto della fascinazione si sottrae allora all’infinito e diventa specchio che rinvia lo sguardo.“
Per Gadda, conoscere vuol dire stabilire rapporti fra strutture, descrivere come esse si polarizzano in un evento o in un personaggio, storico o immaginario, in un processo di deformazione che l’idioma registra, generando quel tanto di macaronico o deforme che la mia scrittura s’intride, e con lei la mia anima. È un ritratto singolare e poco conosciuto di Gadda, l’ingegnere scrittore, analizzato dall’autrice con sapiente dedizione e una grande passione.
Un autore, come scrisse Italo Calvino, che cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo e di rappresentarlo senza attenuarne l’inestricabile complessità.
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