La grande storia di Padre Pio di Sandro Mayer, Osvaldo Orlandini

San Pio, ovvero Francesco Forgione, viene venerato da milioni di devoti in ogni angolo del globo, già quando era ancora in vita.

Nato a Pietrelcina il 25 maggio 1887, in provincia di Benevento, la madre scelse il nome Francesco in onore al santo di Assisi: un segno premonitore di ciò che il bambino sarebbe diventato. Sin da piccolo, infatti, Francesco Forgione manifestò la vocazione alla vita religiosa, maturando più tardi la scelta di entrare nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Ben presto incominciarono a manifestarsi su di lui fenomeni inspiegabili: visioni divine, lotte spirituali e fisiche con le forze del Male, bilocazioni, per arrivare a segni inequivocabili di sofferenza impressi sul corpo quali piaghe alle mani, ai piedi, al costato, tipiche dello stato di grazia dei santi, rimaste inspiegabilmente sempre aperte fino al momento della morte, avvenuta a San Giovanni Rotondo il 23 settembre 1968.
Altrettanto rapidamente questi accadimenti soprannaturali suscitarono incredulità, gelosie, maldicenze, accuse, soprattutto indagini e contrasti da parte delle alte gerarchie vaticane, a cui seguirono forti limitazioni all’esercizio del suo magistero spirituale ordinate dal Sant’Uffizio.

Molte le controversie - forte fu al riguardo lo scetticismo iniziale della stessa Chiesa - sull’autenticità o no delle stimmate, a seguito delle tante viste mediche a cui il frate di Pietralcina dovette sottoporsi. La medicina, tuttavia, non ha mai saputo fornire spiegazioni plausibili circa l’origine di quelle ferite. 

Sandro Mayer e Osvaldo Orlandini, con il loro tipico stile semplice e pulito, raccontano la biografia di quest’uomo straordinario rivolgendosi direttamente al lettore - come sperimentato in altri romanzi precedenti - avvalendosi di una prosa pacata, colloquiale, affabulatoria. Sembra quasi che gli autori srotolino la storia seduti accanto al caminetto di casa.

Dal libro emerge un padre Pio sofferente e umiliato per tutti i sospetti di abuso sulla credibilità popolare mossi nei suoi confronti, un uomo che non si risparmiava nel donarsi a chi avesse bisogno di lui, anche a costo della propria salute, tra l’altro costantemente cagionevole.
Straordinaria, inoltre, la capacità del frate di prevedere eventi futuri, di saper leggere nelle vite altrui, nelle pieghe più riposte dell’animo delle persone che a lui si avvicinavano per un conforto, un bisogno o per confessarsi.
Il racconto si dipana con una semplicità disarmante: in alcuni punti, gli aneddoti riferiti ai miracoli operati da padre Pio vengono descritti in modo struggente da suscitare emozione. Talvolta, la scrittura appare ingenua, candida, senza però togliere alcunché alla serietà delle fonti documentarie - davvero numerose - consultate dagli autori. Ed è proprio una caratteristca delle pubblicazioni di Mayer e Orlandini, quella di affrontare temi religiosi presentandoli al grande pubblico con un’impronta disinvolta e agevole.

Questa biografia di padre Pio, per niente caricata di elementi leggendari per celebrarne le opere, risulta appassionante a prescindere dal fatto di avere fede o no, soprattutto nel sottolineare la capacità di questo umile frate di trasformare la vita di tanti che ebbero la fortuna di conoscerlo.
Un libro tutto da gustare, dunque, senza pretese di diventare un caso letterario, mai superficiale o bacchettone, bensì suggestivo, profondo, coinvolgente.