La mia brillante carriera
- Autore: Miles Franklin
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2014
“Alcuni mesi prima che lasciassi l’Australia, ricevetti una lettera dall’interno, firmata Miles Franklin che mi comunicava che lo scrivente aveva composto un romanzo ma che non sapeva niente di direttori editoriali e editori e mi chiedeva di leggerlo e di dare consigli in merito”.
Lo scrittore Henry Lawson era rimasto favorevolmente colpito da quella lettera scritta con una calligrafia decisa e originale, quindi si era fatto spedire il manoscritto e in un pomeriggio qualunque aveva iniziato la lettura. L’opera era stata scritta da una ragazza australiana e rappresentava il cuore di quel Paese, le descrizioni della vita e dello scenario del bush erano talmente “vive e dolorosamente reali” che davano un veritiero ritratto dell’Australia. Una giovane donna di appena ventun anni, mai uscita dalla terra nella quale era nata, aveva saputo evocare lo spirito di quella “gente che si logora e soffre ed è gentile” e di quegli uomini “cotti dal sole” con “la tristezza del vivere duro nel fondo degli occhi e con un sorriso di sfida per i tempi peggiori, e dove uno su tre sono poeti, con un cuore grande così che svuota le tasche”. Quando Sybylla aveva tre anni suo padre Richard Melvyn, rinomato per la sua ospitalità e giovialità, “era uno che contava”, mentre sua madre Lucy era una Bossier di Caddagat, quindi “un’aristocratica fino in fondo”.
La ragazzina era sia il terrore sia la gioia dell’allevamento, non conosceva la paura e a soli otto anni era in grado di cavalcare “all’amazzone” o “a pelo”. Se la madre di Sybylla tremava per il futuro della figlia, il padre non la considerava anormale.
“Era lui il mio eroe, il mio confidente, la mia enciclopedia, il mio compagno e anche la mia religione, finché ebbi dieci anni”.
Quando Dick Melvyn si era reso conto che l’allevamento era diventato poco remunerativo, aveva deciso di organizzare aste di bestiame per venderlo. Melvyn venduto tutto, insieme alla consorte e alla numerosa prole si era diretto verso Goulburn, nei cui pressi aveva acquistato una piccola azienda agricola di cento acri chiamata Possum Gully, “un posto stagnante” nel quale “non capitava mai niente”.
Il commercio di bestiame si era presto rivelato un fallimento e per i Melvyn era iniziato il periodo delle grandi ristrettezze, così Dick si “risolse a vivere come tutti... mettendo su un caseificio; facendolo andare con i familiari, che avrebbero anche allevato pollame da vendere”. Quei coloni coraggiosi come la famiglia di Richard Melvyn dovevano lottare contro la siccità e contro la povertà, facendosi negare tutto, eccetto l’essenziale per restare in vita. Era una grande battaglia riuscire a sbarcare il lunario. Il padre di Sybylla era cambiato: Dick sembrava aver perso ogni amore e interesse nella sua famiglia, era diventato imbronciato e taciturno, privo di orgoglio e di coraggio. Sybylla non aveva nulla contro la vita umile come quella del contadino che era “onesta, pulita e salubre” ma aspirava a ben altro.
“Io volevo l’arte. Per me la musica era passione. Prendevo a prestito ogni libro disponibile nei dintorni e rubavo ore al sonno per leggere”.
L’occasione propizia per dare inizio alla “mia brillante carriera” era l’invito della nonna materna a vivere presso di lei a Caddagat in quel maestoso edificio vecchio stile dove Sybylla era nata e aveva trascorso alcuni “dei miei pochi giorni di infanzia felice”.
Miles Franklin (1879-1954) pubblicò La mia brillante carriera (titolo originale My Brilliant Career, traduzione di Valerio Fissore) nel 1901 grazie all’interessamento di Henry Lawson che giudicò il testo “il primo grande romanzo australiano”. Lawson, considerato il padre della letteratura australiana aveva intuito che la giovane autrice possedeva del talento che andava indirizzato e incoraggiato. Del resto la Franklin, autrice prolifica, promotrice di riviste letterarie e femminista convinta, aveva iniziato a scrivere il suo capolavoro a sedici anni. Da un grande classico della letteratura della terra dei canguri nel 1979 è stato tratto l’omonimo film diretto da Gillian Armstrong, protagonisti Sam Neil e Judy Davies, presentato in concorso al 32esimo Festival di Cannes. Bellissimi gli scenari evocati della fondatrice del Miles Franklin Award, il più importante premio letterario del Paese, e quel sole estivo che “sembrava gloriarsi della sua potenza, inesorabile, indefessa, roteando in cielo con spavalderia, osservando dall’alto le sue vittime soggiogate”.
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