La mia vita in due tempi
- Autore: Mirco Levorin
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Mirco Levorin ha racchiuso ne La mia vita in due tempi la storia della sua vita, prima e dopo l’incidente che ha trasformato la sua esistenza.
Nel primo ‘Tempo’ l’autore ripercorre la sua vita fino ai vent’anni, quando ancora la spensieratezza e la voglia di vivere erano la regola.
Il suo narrare è costellato da episodi che esprimono con forza la cultura del tempo, il modo di farcela delle famiglie negli anni ’70 e la condivisione tra i membri all’interno del nucleo. La lettura scorre veloce e la sua capacità narrativa semplice e immediata, mai noiosa, è corredata di battute ironiche che strappano spesso un sorriso e accompagnano il lettore fino alla fine, dandogli la sensazione di aver vissuto da vicino ogni momento descritto.
Anche quando Mirco si sofferma nella descrizione di particolari che potrebbero apparire superflui, ci si rende conto che aiutano notevolmente il lettore a cogliere l’atmosfera, l’ambiente e le sensazioni in cui si svolgono gli episodi. Il suo narrare ha il sapore dei racconti dei nonni, quando rievocano importanti frammenti di vita passata rimasti indelebili nella memoria. Frammenti che hanno forgiato il carattere e reso combattivo lo spirito di chi li ha vissuti.
I ricordi di Mirco si rincorrono e lentamente, prendono forma in quelle pagine del computer, scritte soffiando in una cannuccia, non potendo muovere neppure un muscolo di quel corpo completamente bloccato.
La narrazione prosegue varcando il secondo tempo quasi in punta di piedi. Mirco descrive l’incidente e il suo trovarsi proiettato in un mondo diverso in cui si ritrova tetraplegico, e dove anche le cose più semplici diventano difficilissime e spesso impossibili da fare senza l’aiuto degli altri. Ma il tono narrativo dell’autore non cambia, anche nella drammaticità della situazione non fa mancare quella fresca ironia che alleggerisce e rende scorrevole la lettura.
Racconta le disavventure avute nell’ambito delle strutture sanitarie, la sua sofferenza fisica, morale e spirituale, la depressione sempre sulla soglia, in un ambiente poco attento alla sofferenza e alle necessità degli altri. Rievoca i suoi undici anni trascorsi completamente a letto e gli inconvenienti causati dalla sua immobilità, e poi la lunga riabilitazione, fino alla comparsa di quella che lui chiama ‘il mio Angelo’, Doriana, che gli ha portato quella luce di cui la sua vita aveva bisogno.
“I miei sogni si sono fermati in quel maledetto giorno.”
Eppure i sogni di Mirco erano quelli che ogni ragazzo di vent’anni custodisce nel proprio cuore: un buon lavoro, la donna della sua vita e qualche viaggio.
Da Doriana proviene l’idea del libro dove raccontare la sua storia, ed è lei che con tenacia demolisce una ad una tutte le reticenze di Mirco che, pur vedendo in quel progetto un mezzo per arrivare a fare qualcosa per gli altri, sente di non esserne all’altezza.
“Ti aiuterò io” gli dirà lei, “tu scrivi e io correggerò ogni cosa”. Parte così quest’impresa a quattro mani che sfocia in un bellissimo libro che racconta della vita, quella vera, con tutte le sue sfaccettature anche quelle più drammatiche. Ma parla anche del coraggio e della capacità di accettare, non senza sofferenza, quella nuova situazione e soprattutto fa capire che la vita può essere vissuta in tanti modi diversi.
Alla fine della lettura del libro, da ex insegnante, mi è sorta una domanda: quanto potrebbe essere utile ai giovani preadolescenti e adolescenti conoscere questa storia in tutti i suoi passaggi? Far conoscere loro come in un attimo si possa perdere quello a cui non si è dato un giusto valore: la salute, l’autonomia, la vita… Far capire che in tutte le situazione difficili bisogna trovare il modo per affrontarle e se è necessario reinventare un modo diverso di vivere la quotidianità? E’ quello che ha fatto Mirco, non certo con poca fatica, o con facilità, ma attraversando tutti gli stadi, dallo sconcerto alla disperazione, al dolore, alla sfiducia fino a rasentare l’idea dell’eutanasia… Ma poi, piano piano, ricostruendo un mondo nuovo dentro e fuori di lui, ha ripreso il suo cammino. Si è guardato intorno alla ricerca di che cosa fare per dare una mano a chi potrebbe avere lo stesso suo calvario, o chi lo sta vivendo e pensa di non farcela.
La mia vita in due tempi: Una storia di coraggio, fragilità e rivincita. La tetraplegia non ha tolto il sorriso a Mirco
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