La morte delle api di Lisa O’Donnell

Sono entrato in contatto con La morte delle api di Lisa O’Donnell (Newton Compton Editori, 2013, traduttore: G. Del Duca) per puro caso: si trattava della classica offerta di un libro omaggio con una piccola spesa aggiuntiva e ho puntato su questo grazie all’incipit di copertina.

“È natale. È il mio quindicesimo compleanno. Sto seppellendo i miei genitori. Non li rimpiangerò”

Odore di irresistibile humour nero. La storia può sembrare semplice come un qualsiasi altro dramma sulla vita reale: Marnie è una chiusa, complicata, confusa e impulsiva. Insomma, un’adolescente. La sorellina Nelly è una bambina dalle mille domande che spesso pare essere per la sorella una piccola oasi felice nelle giornate grigie che si susseguono stancamente. Alle due si aggiungono un carro di personaggi con personalità ben delineate e, cosa più importante, realistiche.

E proprio a questo grappolo di esempi umani devo una delle caratteristiche che mi ha fatto amare questo libro. L’ambiguità continua nelle diverse relazioni fra i personaggi mi ha portato a cambiare più volte il mio fronte, facendomi ora sperare in bene e ora desiderare il peggio per ognuno di loro. Il finale va decisamente tra i miei preferiti, sebbene se ne possano delineare più di uno. Ogni personaggio del libro pare ergersi a protagonista ad un certo punto e non si può restare emotivamente indifferenti a nessuno di loro. 

La seconda caratteristica a rendere godibile, e in questo caso unico, La morte delle api è l’assenza di veri e propri capitoli. Tutta la storia si suddivide in periodi che vanno da poche ore a giorni interi, con la particolarità di essere riproposti più volte dal punto di vista dei personaggi principali. Ecco dunque che un determinato avvenimento per cui avevamo già delineato un buono e un cattivo viene totalmente ribaltato (e con esso anche la nostra opinione) nelle pagine seguenti semplicemente perché ci viene offerto un secondo punto di vista. E con un terzo, l’ambiguità di cui parlavo prima viene ancor più solidificandosi, il tutto in un misto di dramma e ironia costruite sulle fondamenta dei difetti umani.