La poltrona del sindaco di Roberto Saguatti

Nella Bologna grassa, dotta, nella città delle Torri e dei portici, un grave incidente automobilistico costerà la vita al primo cittadino. Dal dopoguerra in poi sempre governata dalla sinistra, anche per questo definita rossa, come il colore delle pietre e dei suoi tetti delle case. Siamo negli anni 80’, anni d’impegno per i rappresentanti sindacali, tragici per le cellule estremiste, per i governi balneari che si avvicenderanno a Roma trasformandosi in pentapartiti, e anche per la poltrona di sindaco di Bologna, le vicende narrate saranno a dir poco inquietanti.

La poltrona del sindaco di Roberto Saguatti (Giraldi Editore, 2021) è un giallo intrigante sulla politica italiana, originale, dalla struttura ben congegnata, scritta dall’autore con realismo tra storia e cronaca: il potere nelle sue forme molteplici, perverse e più strategiche. Una lettura piacevole, coinvolgente e di grande attualità. Il sindaco Pazzaglia era stato eletto dopo “una campagna elettorale ben orchestrata”, laureato in Lettere, gestiva attività commerciali in città insieme alla sua famiglia. Aveva promesso la realizzazione della metro per alleggerire il traffico nel centro della città, di potenziare la sanità e di ridurre le tasse comunali. Dai modi gentili e con un carattere scherzoso aveva saputo conquistare l’elettorato di destra anche se nei suoi programmi aveva dimenticato le popolose periferie urbane. La città profondamente turbata dalla notizia della sua scomparsa si appresta a nuove elezioni.

“La reazione dei due gruppi politici principali fu identica: proporre alla gente personaggi conosciuti, credibili, e fu un fermento di riunioni, di proposte, di rifiuti e di altre proposte.”

La scelta del candidato cadde su di un amministratore di cinquant’anni riconosciuto dal partito come il giusto successore per la sua fama di onorabilità: morirà di lì a poco a seguito di un avvelenamento. Una successione di eventi tragici faranno seguito, vittime illustri tra i dirigenti dei partiti. Cosa stava accadendo a Bologna? Vittime designate o casuali?

“Telefonate concitate e bollenti si intersecavano con la direzione centrale del partito a Roma e le direzioni locali delle altre città dell’Emilia Romagna.”

Per il vicecommissario Caselli non era matematicamente possibile che quattro persone scelte per la carica di sindaco, tutte appartenenti alla stessa parte politica, fossero state vittime del fato. L’eliminazione dei candidati del centrosinistra faceva supporre fatti molto gravi, anche infiltrazioni della malavita organizzata. Le indagini serrate porteranno a furti di identità, usura, faccendieri, per arrivare alla Gladio, l’organizzazione che voleva sovvertire i poteri dello Stato. Un suo referente di zona avrebbe provveduto alla conquista della poltrona di sindaco della città, con un pacchetto pronto di programmi sotto la cui veste di buone intenzioni si celavano accordi economici tra amministratori e privati. Intriganti storie di affari e corruzione politica sono alla base della trama de La poltrona del sindaco, un giallo dallo stile chiaro, lineare, con un finale che saprà stupire.