La ragazza dal fazzoletto rosso
- Autore: Činghiz Ajtmatov
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2022
Un’intensa storia d’amore tra le steppe della Kirghisia è la trama de La ragazza dal fazzoletto rosso (traduzione di Ljiliana Avirovic) uscito a metà marzo in tutte le librerie, dello scrittore e statista russo Činghiz Ajtmatov.
Un autore che non conoscevo e che ho apprezzato da subito; autorevole, un grande idealista, amante della nostra letteratura, del quale la casa editrice Marcos y Marcos ha già pubblicato con successo altri romanzi.
Činghiz Ajtmatov, di famiglia bilingue russo- kirghisa, nacque nel 1928 e venne cresciuto dalla madre single. Scrisse i suoi romanzi in russo e kirghiso raccontando la sua terra natale; divenne membro del Comitato esecutivo dell’Unione degli scrittori sovietici e le sue opere hanno ricevuto numerosi premi e sono state tradotte in molte lingue. Consigliere di Mikhail Gorbaciov nel 1990 venne nominato ambasciatore sovietico del Kirghizistan presso l’Unione Europea, la Nato e l’Unesco. Amante del cinema, fu membro della giuria del Festival Internazionale del Cinema di Berlino nel 1994. Uno tra i più celebri e premiati scrittori russi, un vero credente comunista, nonostante il padre fosse stato vittima dell’epurazione voluta da Stalin, con il coraggio di esporre nella sua prosa gli aspetti più oscuri della realtà sovietica, a suo vedere intrinseci nella natura umana, e non nel sistema politico.
Il protagonista della storia è Il’jas, un giovane uomo cresciuto in un orfanotrofio, che dopo il servizio militare lavora come camionista lungo le piste montane più alte del mondo, lungo in confini con la Cina, tra gole e valichi dei selvaggi monti del Tian-Shan. Ha molta cura del suo camion uscito dagli stabilimenti Lenin, fornito di un buon motore; fa attenzione che il carico non sia troppo pesante. Lavora sodo all’autorimessa in riva al lago di ’IssykKul, e con la targa con la sigla delle linee internazionali viaggia anche in direzione del confine cinese. Trasporta blocchi di ardesia nei villaggi, lungo il Dolon, presso i kolchoz, aziende agricole sovietiche dell’altipiano kirghiso su di una strada che tagliava in due la steppa.
Il nostro protagonista si racconterà a un viaggiatore in treno, un giornalista che deve raggiungere la redazione a Os, conosciuto per puro caso tempo prima, che aveva notato il suo volto immerso nei pensieri. È così che raccoglie la storia della ragazza dal fazzoletto rosso, Asel, l’amore sacro della vita di Il’jas. Asel, promessa in sposa a un parente della sua famiglia, aveva dei bei riccioli corvini e un sorriso raggiante. La conobbe per caso, per strada, ed entrò di colpo nel suo cuore. Cercava di essere mandato per ogni viaggio al kalkoz solo per poterla vedere.
“ L’indomani mi si consumarono gli occhi a furia di scrutare la strada. Dove sarà? Vedrò ancora la sua esile figura di giovane pioppo? Il mio piccolo pioppo dal fazzoletto rosso!"
Un giorno la vide arrivare di ritorno dalla biblioteca con due libri sotto braccio, con in testa il suo fazzoletto rosso; salì sul suo camion e via insieme senza una meta. Con lei accanto si sentiva leggero e beato.
“Ci bastava essere l’uno accanto all’altra, sfiorandoci con gli occhi, con le mani.”
E il mondo intorno era in movimento, alberi, strade e il suo camion nella steppa sembrava prendere il volo. Vivranno del loro amore, con il loro bellissimo figlio, racconterà, fino al giorno della catastrofe.
"Fino alla fine dei miei giorni, fino all’ultimo respiro, non potrò mai dimenticare Asel e tutte le cose belle che ci sono state tra di noi.”
Il’jas non riuscirà a sottrarsi ai cambiamenti che sono nell’aria, al rimorso per il tradimento con Kadica e alla voglia di sconfiggere le altezze del Dolon, sferrare l’assalto alle sue vette richiedeva determinazione e braccia di un uomo. E così deciderà di sottrarsi agli obblighi del suo lavoro, alle regole imposte dagli ispettori, disobbedendo a tutti pur di varcare quel confine con il suo rimorchio. Sul Dolon stava nevicando, un tempo in tempesta e per le salite farà correre il vecchio camion come un razzo, su strade tortuose con le ruote che non risponderanno, in un crescendo di tensione, di coraggio, di disinibizione e disinvoltura proprio come se stesse vivendo una piena libertà, senza pregiudizi e condizionamenti. L’errore era nel credo e nel non poter sopportare più la verità.
“La vita prese il seguente andazzo: mi dibattevo tra due fuochi. Di giorno dietro uno sterzo, di notte da Kadica. Con lei era tutto più semplice, più comodo, ero come al riparo da me stesso, dagli altri, dalla verità. Mi sembrava l’unica a capirmi, ad amarmi. Da casa cercavo di scappare il prima possibile. Oh Asel, mia povera Asel... neanche immaginava che era proprio il suo candore, la sua buona fede a scacciarmi!“
Činghiz Ajtmatov riesce più di chiunque altro autore a rappresentare al meglio il proprio popolo, le radici della sua etnia e la sua appartenenza: i solchi sul suo volto di khirgiso, con la pelle bruna e gli occhi scuri hanno saputo raccontare personaggi fragili, eroici, fallibili, legami familiari e sociali spesso opprimenti. Pregiudizi, patriarcato, a volte disumanità, ai quali contrapponeva il suo mondo magico realista, narrando con una poetica senza tempo l’amore e l’armonia; e il suo Kirghizistan sovietico, l’asperità e le difficoltà che confluiscono nella grande speranza della natura infinita dei luoghi.
La ragazza dal fazzoletto rosso
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