La ragazza dalle nove dita
- Autore: Laia Fàbregas
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2009
Laura è una ragazza con nove dita e, insieme alla sorella, cresce in totale onestà e libertà. La famiglia, anti-franchista politicamente attiva, non racconta favole alle figlie cercando di farle crescere nella più completa trasparenza. Ma qualcosa sembra non quadrare. Un segreto aleggia nell’aria. La famiglia sembra essere contraria alle classiche foto e le ragazze sin da piccole sono state abituate a far delle istantanee con la mente, che permettono di memorizzare oltre che l’oggetto di per sé anche il contesto e tutto quello che un’immagine non può dare, come suoni e odori, sensazioni e sentimenti. Tutto sembra andare liscio fino a quando Moira, la sorella, non trova un’immagine di due bambine che sembrano proprio loro.
Una storia che parte in maniera semplice e lineare, ma che poi si articola presentandoci delle viste parallele e dei flashback che sembrano quasi voler essere un modo di considerare le diverse possibili verità che una stessa vicenda può presentare. Una vita che si sviluppa intorno a una bugia, che vive di una bugia ma che a un certo punto si scontra con delle evidenze che non tornano. A questo punto tante sono le verità possibili (per questo aspetto, e solo per questo, mi ricorda un po’ La versione di Rembrandt dove alla fine la “versione” che dà il narratore non è altro che una delle possibili “versioni” di quello che è accaduto) e tutte valide, come incontrare tante prime volte Arnau o come perdere progressivamente tutte le dita delle mani a una a una. Come dice la stessa autrice potrebbe anche essere che il mondo sia come una moneta, in cui "su una faccia c’è una bugia e sull’altra tutte le verità possibili".
Tante verità differenti sì, ma una sola identità, perché se è vero forse che non c’è nessun motivo che una possibile verità sia più plausibile di un’altra, probabilmente l’identità è unica e imprescindibile, indipendente da ciò che ci circonda e intimamente legata all’essere umano.
Un ulteriore spunto che il romanzo offre è il contesto politico, quasi costantemente presente, ma sempre accennato senza essere mai pienamente sviluppato. Ma che viene richiesto di essere analizzato attentamente, non tralasciando niente, nemmeno le sfumature. Fare foto con la mente non è altro che un modo di migliorare l’osservazione, potenziarla, per non fermarsi alla mera apparenza, perché ogni situazione deve essere vista nella sua completezza per potersene fare un giudizio che sia il quanto più possibile obiettivo.
La ragazza dalle nove dita. Romanzo.
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