La ragazza di Hopper
- Autore: Fabio Bussotti
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Originale lo spunto narrativo che spinge l’attore e sceneggiatore Fabio Bussotti ne La ragazza di Hopper (Mincione Edizioni, 2021) a mescolare registri linguistici, scenari e tempi e luoghi della storia narrata in modo così fluido. Il commissario Flavio Bertone, molisano ormai stanziale al commissariato Esquilino, alcolista, depresso, si trova per le mani il caso di un delitto che subito si mostra difficile da risolvere: una giovane donna, la slava Nora Rednic, cameriera all’hotel Massimo D’Azeglio di Roma, nei pressi della stazione Termini è stata trovata seminuda, strangolata da mani implacabili in una delle camere dell’albergo.
La scena del delitto che si presenta agli investigatori fa pensare a un quadro di Edward Hopper, il celebre pittore americano che tante donne sole ha ritratto nei suoi affascinanti interni divenuti un’icona, tanto che lo stesso poliziotto Antonio Pizzo, stretto collaboratore di Bertone, individua nella scena del crimine una strana rassomiglianza con il quadro visto a Madrid, “Stanza d’albergo”, del 1931, opera di Hopper conservata nel museo Thyssen-Bornemisza.
Per caso Flavio Bertone, dopo la morte della compagna Rosa, ha avuto una storia con una critica d’arte, direttrice del Whitney Museum di New-York, Mafalda Moraes: anche lei per breve tempo direttrice del museo madrileno, anche lei esperta di Hopper. Il pittore e sua moglie fanno una breve comparsa nella storia, visitati nella loro casa di Truro, Massachusetts, nel 1963, dal giornalista irlandese Brian O’Doherry, che aveva visto quel quadro, protagonista una giovane donna, Nora, un’intuizione visionaria di Hopper. Ma dopo l’intermezzo colto e raffinato di Cape Cod, eccoci di nuovo all’Esqulino, dove i vari attori della storia si muovono alla ricerca dell’assassino di Nora, infelice, colta, sola. Suo marito, un muratore rumeno, forse la picchiava; il cuoco peruviano dell’albergo, forse l’amava e le scriveva lettere appassionate, una ricca contessa romana forse la conosceva…
Molti sospetti, poche certezze, mentre il commissario Bertone tra una bottiglia di vodka, una di rum, diverse strane amnesie, molte discussioni con la collega Paola, la ricerca di un amico della polizia ferroviaria forse suicida nel Tevere, passa ore difficili in un caso che si ingarbuglia sempre di più. Molto abile l’autore del romanzo nel portarci da un luogo all’altro della storia, passando con leggerezza dal romanesco greve e il turpiloquio ormai molto diffuso nella sottocultura della capitale, dove si muovono tanti immigrati provenienti da ogni parte del globo, ad altri contesti colti e raffinati, dove le citazioni di opere e di artisti risultano intriganti. Bella la copertina del libro pubblicato da Mincione Edizioni, interessante il ritratto di Hopper, colto nel suo contesto domestico insieme alla moglie Jo, sua modella ideale, e coinvolgente l’esergo scelto da Fabio Bussotti, citando parole dello stessa pittore americano:
“La vita interiore di un uomo è un regno vasto e variegato e non riguarda solo dei piacevoli accordi di colore, forma e disegno”.
Un modo efficace per raccontare come la realtà sia sfaccettata, colorata, complessa da decifrare: quasi come un quadro misterioso e allusivo.
La ragazza di Hopper
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