La regina del Nord
- Autore: Anne Lise Marstrand-Jørgensen
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2022
Lungo come il Trono di Spade, nordico come gran parte di quella fiction, storico e allo stesso tempo fantastico, come i paesaggi descritti nella saga fantasy televisiva. Margrete I è un romanzo epico ma moderno, ambientato nel Medioevo e tuttavia a suo modo femminista, bestseller in prima edizione internazionale nel 2020 e proposto a settembre 2022 in Italia da Sonzogno, con il titolo La regina del Nord, a firma di Anne Lise Marstrand-Jorgensen e nella traduzione dal danese di Clara Victoria LaCour.
L’autrice, validissima, di questo grande affresco storico, è nata nei pressi di Copenaghen nel 1971. Laureata in Lettere, ha esordito nel 1998 con la prima di numerose raccolte di poesie e vanta cinque romanzi, tutti pubblicati da Sonzogno, in particolare la biografia narrativa di Ildegarda di Bingen, monaca, dottoressa, compositrice tedesca, in due volumi, La guaritrice (2009) e La sognatrice (2010), che in Danimarca hanno meritato un premio letterario prestigioso e sono stati libro dell’anno per un biennio.
Questo quinto lavoro La regina del Nord è un ritratto affascinante, in qualche misura edificante, di un’altra protagonista al femminile della storia delle fredde terre scandinave, sei secoli e mezzo fa, in un Medioevo tutt’altro che “buio” a quelle latitudini. Novgorod in Russia, Bergen tra i fiordi della Scania, Bruges nelle Fiandre, ribollono di conflitti, trame, commerci.
Nel 1363, Margrete-Margherita, figlia minore del re di Danimarca, Valdemaro, ha soltanto dieci anni ed è già regina di Norvegia, perché il suo sposo siede su quel trono e di Svezia, perché il marito occupa anche quell’altro, insieme al padre.
Nozze combinate: la sorella quindicenne, Ingeborg, ha già un bambino. Matrimoni di convenienza, per i moderni. Unioni di pace, secondo i sovrani che stringono patti tra le corone, quando i loro eredi sono poco più che infanti. O anche prima.
Sovrana consorte bambina, Margherita gioca e fantastica, non ancora matura per interpretare qualsiasi ruolo regale e coniugale. Pensa agli elfi e alle elfe che crede popolino la natura intorno a lei e guarda con apprensione le ombre che vede stagliarsi contro la luna. È convinta che siano di cattivo presagio: quando si mostrano le cose si mettono male per qualcuno. Questa volta tocca al fratello ventiduenne Cristoforo, stroncato da una commozione cerebrale dopo la caduta da cavallo in un torneo.
Sei figli sono nati da Valdemaro ed Helvig, tre sono morti, e la regina si è ritirata in un convento, impazzita dal dolore. Ora che anche l’unico erede maschio rimasto è spirato, la successione è in pericolo. Dolore, rabbia, inquietudine devastano il re danese.
Bellissimo il colloquio con la bambina. Valdemaro è straziato, ha cacciato tutti con furia. La piccola entra nella stanza, sfidando la sua collera. Lo vede tormentato e gli occhi le si riempiono di lacrime. Il re s’inginocchia e le prende il viso tra le mani, attirandola e appoggiando la fronte alla sua.
Lei singhiozza:
Cristoforo mi chiamava il suo passerotto.
E il papà l’abbraccia, cullandola avanti e indietro. È solo una bambina e soffre per la loro perdita.
Quando il padre si rialza, Margherita si sforza di non abbassare lo sguardo: per la prima volta il genitore si è comportato come se la piccola figlia fosse una sua pari.
Sono tempi difficilissimi per la Danimarca, stretta tra alleanze più insidiose che stabili. Cristoforo avrebbe preferito attendere anni prima di trasferire la sorellina in Norvegia, da Hakon, ma ora la bambina dovrà andare. Le assegnano un’altra cameriera, perché la quattordicenne Kerstin conosce la Scania, ignota invece a Maria, l’ancella amorevole di sempre, che non voleva partire.
Nel 1368, a 15 anni, Margherita cresce sempre più volitiva e di carattere. É molto legata al marito, anche se non hanno ancora consumato il matrimonio, per la tenera età della regina, sebbene i troni incrociati di Scandinavia pretendano un erede legittimo diretto.
La lunga trama segue la vita di questa importante sovrana nordica, ma restano indimenticabili il fascino e la dolcezza della prima parte (1363-1368) in cui giganteggia una bambina straordinaria, ricca di sentimenti ingenui e di carattere, sebbene in abbozzo. Davvero il cucciolo della grande donna che diventerà e la cui crescita Anne Lise Marstrand-Jørgensen segue passo passo.
Le altre quattro parti del romanzo mostrano altre fasi di crescita e di sovranità. 1368-1371, si consolida il rapporto tra il quasi trentenne Hakon e la sempre più intelligente Margrete adolescente. 1372, diventa concreta l’aspirazione al trono danese del nipote Alberto, nato dall’unione tra Ingeborg e il duca di Meclemburgo. Questa successione farebbe comodo a tanti (in Danimarca il re veniva eletto), però minaccia il ruolo potenziale di Olaf, figlio di Margherita, che non ha nemmeno due anni.
1375-1380, alla morte del padre Valdemaro, la regina di Norvegia e Svezia sventa i progetti della sorella e ottiene la corona per il suo bambino, che ha solo cinque anni. È lei che si misura con l’esercizio del potere, tanto più alla morte del marito, nel 1380.
1387-1397, il romanzo nel romanzo: Margherita controlla, dove non governa, tre regni.
Potere alle donne, in quel periodo del Medioevo, che vede contemporaneamente le fortune e le vicende di altre cinque sovrane: Eleonora d’Arborea (1383-1404) in Sardegna, Giovanna di Napoli (1343-1381), Edvige di Polonia (1384-1399), Maria di Sicilia (1377-1402), Maria d’Angiò, regina d’Ungheria (1382-1395).
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