La regina e l’imperatrice
- Autore: Alessandra Necci
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2022
Storica, biografa, grande narratrice, Alessandra Necci affronta altre due figure di donne, fondamentali nella storia dell’Europa del Settecento: in copertina del documentatissimo La regina e l’imperatrice, edito da Marsilio a giugno 2022, le due regine più influenti del secolo, madre e figlia, Maria Teresa d’Asburgo e la sua figlia minore, Maria Antonietta, unite in una elaborazione grafica tratta da due quadri famosi. Non a caso la regina, moglie di Luigi XVI re di Francia, precede nel titolo del libro l’imperatrice, la Kaiserin Maria Teresa, sposata a Francesco Stefano di Lorena, sovrana salita sul trono più antico d’Europa in seguito alla Prammatica Sanzione, imposta da Carlo VI suo padre, la prima donna a ricoprire la carica di imperatrice.
Nelle pagine del volume, la parte prima, dedicata a Maria Teresa, è più breve rispetto ai lunghi capitoli dedicati a Maria Antonietta. Nella rivisitazione storica ampia e complessa, frutto di un’accurata ricerca, piena di informazioni, di citazioni di autori contemporanei alle due grandi protagoniste ma anche più recenti, la storia del Settecento europeo viene dipanata a partire dalle due famiglie, gli Asburgo e i Borbone, e si allarga fino a comprendere il succedersi delle guerre, i matrimoni di convenienza dinastica, le strategie politiche che coinvolsero tutte le cancellerie, le case regnanti, i singoli protagonisti che a vario titolo contribuirono a condurre l’intero continente dall’assolutismo monarchico, che sembrava inattaccabile, agli anni drammatici della Rivoluzione francese.
Alessandra Necci ricostruisce con la consueta competenza storica ma anche con la leggerezza della scrittrice che sa entrare nel cuore dei suoi personaggi, le vite pubbliche e private delle due prime donne che tanto influenzarono il secolo. Di Maria Teresa, salita al trono quasi per uno scherzo della storia, viene descritta la personalità forte, decisa, il matrimonio d’amore col bel principe di Lorena, che la renderà madre di un numero enorme di figli; lui la tradirà ma che verrà sempre perdonato, ottimo padre, buon amministratore e moltiplicatore de patrimoni, sempre un passo dietro alla moglie imperatrice. Una donna capace di una vita di famiglia tranquilla, quasi borghese, molto presente nell’educazione dei figli, capace di tener ben separati vita familiare e doveri dello stato. Il suo ministro Kauniz la aiuterà nell’opera di rivoluzionarie riforme che caratterizzano il suo regno: il catasto teresiano, una delle più intelligenti iniziative che ne marcarono l’operato.
Tra i numerosi figli, ricordiamo soprattutto Maria Carolina, che dopo la morte delle sorelle a causa del vaiolo, andrà sposa al Borbone sovrano del Regno delle due Sicilie, Ferdinando IV, rozzo e poco capace. Giuseppe sarà associato dalla madre sul trono, malgrado le profonde divergenze che li separavano mentre la piccola Maria Antonia, appena quattordicenne, sarà sposata per procura, per sancire l’alleanza determinante con la Francia, al giovanissimo e goffo delfino di Francia Luigi Augusto, futuro Luigi XVI.
La vicenda dei venti anni che Maria Antonietta vive come delfina e poi regina di Francia sono stati raccontati da libri, film, illustrati da artisti celebri, da Elisabeh Vigèe Le Brun a David, che ne faranno ritratti straordinari. La difficoltà sessuale del marito che la condannarono a sette anni di matrimonio non consumato, forse sono la causa della frivolezza, superficialità, sventatezza che portarono l’arciduchessa austriaca a circondarsi di persone opportuniste, adulatrici, superficiali. Malgrado le lettere che la madre imperatrice le scriveva mettendola in guardia da comportanti lesivi della sua dignità di futura regina, la giovane donna non ascoltò nessuno, mostrandosi proterva nell’ottenimento di tutti i suoi desideri, spendendo cifre spaventose al tavolo da gioco, nell’acquisto di gioielli, abiti, scarpe, seguita e osannata da decine di parassiti. Come un’attuale “influencer”, una sorta di Lady Diana del tempo, seppe essere modello per decine di donne che ne imitarono i gusti, gli abiti, le pettinature, il trucco, l’arredamento: la piccola reggia, il celebre Trianon che il re non seppe negarle, costato una fortuna, risentì del nuovo gusto che si stava affermando, il passaggio dal barocco al neoclassico, lo stile rococò (colori pastello, delicati, verdini, mauve, azzurri, bianchi, rosa, decorazioni floreali, piccoli animali, pastorellerie…).
Il suo essere finalmente divenuta madre dell’erede, il sospirato delfino, avendola riavvicinata al sovrano, avrebbe potuto salvarla dall’odio che il popolino affamato nutriva per la regina straniera, dissipata e spendacciona, chiusa nella bolla del suo mondo di privilegi immeritati. La fine di Maria Antonietta, rinchiusa nella prigione del Tempio, privata di tutto, anche dei figli, portata alla ghigliottina su un carretto, ne riscatterà la memoria e la dignità.
La ricchissima appendice che Alessandra Necci ha posto alla fine di questo volume bello e molto impegnativo pieno com’è di ogni tipo di rimandi e citazioni, storiche, letterarie, epistolari, artistiche, teatrali, musicali, ci fa appassionare alla grande storia di un secolo fondamentale perché fornisce molte chiavi di lettura, informazioni, cronologie che permettono approfondimenti e sintesi opportune. Usciamo dalla lettura di quasi cinquecento pagine del volume rivedendo qualche giudizio sommario e superficiale, avvicinandoci con una lente più obiettiva alla storia di potere di Maria Teresa, capace di cavalcare da sola definendosi Re d’Ungheria, donna di potere, pragmatica, a volte moralista e bigotta, ma dotata di un’energia per il suo compito che fa pensare alle tante sovrane longeve venute dopo di lei; e alla amata figlia Maria Antonietta, spogliata di tutto ciò che possedeva, che di fronte alla ghigliottina seppe tirare fuori la grande dignità che sua madre le aveva istillato.
La regina e l'imperatrice: Maria Antonietta e Maria Teresa. Due destini tra l’assolutismo e il dramma della Rivoluzione
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