La scultrice. Vita di Camille Claudel
- Autore: Pia Rosenberger
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2022
La scultrice (Beat 2022, titolo originale Die Bildhauerin. Mit Rodin begeht Camille Claudel neue Wege, doch ihre Liebe droht zu scheitern, traduzione di Alessandra Petrelli) della scrittrice tedesca Pia Rosenberger racconta la “Vita di Camille Claudel”, come recita il sottotitolo del testo, scultrice francese (Fère-en-Tardenois 8.12.1864-Montfavet 19.10.1943) sorella maggiore del poeta, drammaturgo e diplomatico Paul Claudel (1868-1955).
Camille Claudel, la donna che visse due vite, giacché l’incontro con lo scultore Auguste Rodin (Parigi, 12 novembre 1840 - Meudon, 17 novembre 1917), del quale divenne musa, modella e amante, fece da spartiacque, rivive in questa bellissima biografia, restituendo luce a una donna passionale e assolutista.
“Parigi era adagiata nella magia di un soleggiato mattino di primavera”.
Parigi, maggio 1881. Camille Claudel percorreva spedita Boulevard du Montparnasse, perché aveva fretta di conquistare la capitale francese grazie al suo talento. Parigi offriva tantissime possibilità, e lei non aveva tempo da perdere, quindi la prima tappa sarebbe stata l’Académie Colarossi. A sedici anni era arrivata dalla campagna, dopo avere lottato con tutti i mezzi per ottenere il permesso di andare nella capitale. Aveva iniziato a modellare all’età di sei anni, eppure nella sua famiglia solamente il padre Louis-Prosper credeva nel suo talento. Adesso il suo maestro Alfred Boucher aveva convinto Claudel a sostenere la testarda primogenita e a organizzare, contro la volontà della moglie, Louise Athanaïse Cécile Cerveaux, il trasferimento. Quindi Camille era fermamente decisa a convincere tutti della propria arte, anche a costo di essere la prima, la giovane avrebbe dimostrato a tutti che una donna può fare carriera come artista. In quel momento, nelle vie di Parigi, Camille Claudel non poteva certo immaginare l’entità del forte impatto emotivo e sentimentale che avrebbe avuto su di lei l’unione con August Rodin.
“Uno scultore di nome Rodin stava creando una gigantesca porta dell’inferno ispirandosi al regno della tenebra della Divina commedia. Doveva assolutamente vederla”.
Un rapporto tumultuoso e passionale legò August Rodin a Camille Claudel, entrambi ossessionati dal proprio talento, bravissimi nel farsi male a vicenda. Camille donò tutta se stessa al suo amante, decidendo anche di non far nascere il frutto della loro passione. Gelosia, insofferenza, intransigenza, nulla da fare. Rodin non avrebbe mai lasciato la compagna Rose Beuret, che l’artista avrebbe sposato nel 1917.
Tormentarsi e disperarsi per amore (da (ri)vedere il film Camille Claudel del 1988 di Bruno Nuytten, protagonisti Isabelle Adjani e Gérard Depardieu) e creare capolavori di stupefacente bellezza, quali Sakountala, La Valse, il busto di Rodin, Clotho e l’emblematico l’Age Mûr. La fine del rapporto con Rodin condusse alla follia Camille, che si spense nel manicomio di Montfavet, il 19 ottobre 1943 alle 2 del mattino, all’età di 78 anni, di un colpo apoplettico probabilmente causato dalla malnutrizione in ospedale.
Ma è riduttivo citare Camille Claudel solo in relazione al suo rapporto complicato con Auguste Rodin, ricordiamo che per una donna a quell’epoca non era facile essere un’artista, figuriamoci una scultrice, ma la caparbietà e la tenacia di Camille vennero premiate. Auguste Rodin ha lasciato allo Stato in eredità la sua collezione e le sue opere (tra cui quelle di Camille Claudel), che sono state raccolte nel Museo Rodin di Parigi, che dispone di una sala dedicata a Camille Claudel.
“Invece di addormentarsi, nella sua mente continuava ad agitarsi una parola. Rodin. Conosceva quel nome”.
La scultrice. Vita di Camille Claudel
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La scultrice. Vita di Camille Claudel
Lascia il tuo commento
Libro perfetto ma troncato senza una precisa ragione a metà della vita di Camille. Non solo non viene menzionata l’opera simbolo di Camille, L’età matura, dove si può vedere la sua disperazione per Rodin che sceglie di lasciarla per stare con Rose. Non si racconta nranche della sua (presunta) follia, della famiglia che la chiude in manicomio per 30 anni andando a trovarla solo un paio di volte. Perché questa scelta, che lascia l’amaro in bocca? Spero in un seguito, ma dubito che ci sarà.