La spiaggia
- Autore: Megan Goldin
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2021
Dopo l’esordio, Escape Room – tradotto in dieci paesi –, è uscito in Italia, per Einaudi La spiaggia (2021, traduzione di Carla Palmieri), il secondo romanzo dell’australiana Megan Goldin, che, prima di diventare scrittrice a tempo pieno, ha lavorato come corrispondente per l’agenzia di stampa Reuters e per diverse testate giornalistiche, occupandosi di guerre, terrorismo internazionale e crolli finanziari in Medio Oriente e Asia.
Per la terza stagione del suo podcast di successo, Rachel Krall deve superare se stessa e oscurare i successi delle prime due serie. Frotte di imitatori hanno già copiato il suo format con risultati più o meno buoni, perciò Colpevoli o innocenti? deve mantenersi fresco e innovativo.
Mentre le stagioni precedenti hanno rispolverato casi giudiziari vecchi di alcuni anni, osservandoli nella nitida prospettiva del senno di poi e alla luce delle informazioni disponibili in rete, per la nuova edizione Rachel ha deciso di seguire una causa in corso, così che il pubblico possa assumere il ruolo di giuria virtuale:
“Testimonianze e deposizioni sarebbero state raccontate in tempo reale: alla fine, sulla base delle prove presentate, ogni ascoltatore avrebbe potuto emettere il proprio verdetto, proprio mentre i giurati si sarebbero riuniti a deliberare in camera di consiglio”.
Una vera e propria sfida, in quanto dovrà seguire le udienze di giorno e registrare gli episodi la sera, oltre ad aggiornare la pagina web con le sintesi delle udienze e le trascrizioni delle testimonianze.
Dopo essersi interessata al caso dell’insegnante di educazione fisica di un liceo accusato di aver ucciso la moglie durante la seconda luna di miele, facendolo scagionare grazie a nuove testimonianze e nuove prove, Colpevoli o innocenti? si occuperà di un processo per stupro, seguito direttamente dall’aula del tribunale: Scott Blair, un adolescente proveniente da una ricca famiglia del posto, campione di nuoto con un futuro alle Olimpiadi, è accusato dalla sedicenne K., la nipote dell’ex capo della polizia, di aver abusato di lei dopo una festa organizzata da un’amica.
Rachel è diretta a Neapolis – la cittadina di provincia nel North Carolina, isolata ma suggestiva, con splendide spiagge e l’atmosfera rilassata, sede del processo – quando le viene lasciata sul parabrezza una lettera. La misteriosa modalità con cui le è stata recapitata, superando i filtri messi in atto da Pete, il suo produttore, la incuriosisce e la preoccupa nello stesso tempo.
Infatti, nonostante l’improvvisa notorietà, ha scelto di vivere nell’ombra: il suo nome e la sua voce sono riconoscibili, ma nessuno sa quale sia il suo aspetto
Eppure Hannah Stills è riuscita a intercettarla: lo scopo è quello di convincerla a occuparsi della morte della sorella maggiore, Jenny, avvenuta venticinque anni prima. In questo caso, rimasto irrisolto, la causa del decesso è stata attribuita all’annegamento, ma Hannah è sicura non solo che Jenny sia stata stuprata e poi uccisa, visto che era una nuotatrice esperta, ma che il colpevole sarà presente al processo che sta per cominciare.
Nonostante le iniziali esitazioni, Rachel decide di interessarsi a entrambi i casi di violenza avvenuti in città a molti anni di distanza.
Solo che uno degli accusati è sotto processo, mentre l’altro non è nemmeno stato al centro di un’indagine della polizia. Una vittima è viva, l’altra – se Hannah ha ragione – cerca ancora giustizia.
La spiaggia è, nello stesso tempo, un “legal thriller” ricco di suspense, in cui l’indagine si risolve nel dibattimento in tribunale e il racconto di un crimine rimasto a lungo impunito, che il lettore può seguire grazie a Rachel, al suo intuito e alle sue innate doti investigative.
La narrazione alterna le pagine in cui Hannah rivive i dolorosi ricordi legati alla tragica estate della sua infanzia in cui, con la morte della sorella prima e della madre malata poi, tutto è cambiato, alle indagini, agli indizi e alla testimonianze e, infine, agli episodi del podcast vero e proprio, che rappresenta l’elemento stilistico più innovativo.
L’utilizzo di questo “fenomeno”, un canale comunicativo moderno e attuale, che si basa su una storia da raccontare che, rispetto alle trasmissioni radiofoniche tradizionali, ha una distribuzione su larga scala via internet, permette all’autrice di proporre anche una serie di riflessioni non solo sullo stupro, ma anche su tutte quelle situazioni che comportano, potenzialmente, il rischio di una violenza sessuale – ad esempio, i cosiddetti “appuntamenti con stupro” –, che condizionano in mille modi la vita delle donne, oltre che sulla tentazione, nel caso l’abuso sia compiuto da una persona conosciuta, di colpevolizzare la vittima che, nel processo in corso, sarà la sola a dover testimoniare:
“Molti difensori preferiscono non far deporre i loro clienti: la ragione è che spetta alla parte civile potare argomenti a sostegno dell’ipotesi accusatoria. La difesa non deve sostenere alcuna ipotesi, e dunque che vantaggio c’è nel far testimoniare il proprio cliente, rischiando che dal controinterrogatorio emerga un elemento sfavorevole? Almeno questa è la logica.
E così nei processi per stupro si genera una disparità di trattamento, per cui la vittima viene – diciamo le cose come stanno – violata due volte. Prima al momento dei fatti, poi in tribunale”.
Dopo essersi documentata in modo dettagliato, Megan Goldin ha affrontato vari aspetti di questo delicato argomento: dalle procedure di repertamento delle tracce di violenza sessuale sulla vittima, che diventa una scena del crimine vivente, ai punti nodali del dibattimento in aula; dalle vivaci discussioni fra coloro che, in città, pensano che in fondo la ragazza “se l’è cercata” e chi invece è convinto che non fosse consenziente, al ruolo chiave dei testimoni e ai tanti distinguo – “violenza sessuale”, “aggressione sessuale” e “molestie sessuali” sono tutti capi d’accusa diversi.
Nel caso di Jenny, poi, Rachel scoprirà tutta la brutalità che ha circondato la sua morte: l’aggravante di una violenza ripetuta e di gruppo, che ha avuto conseguenze traumatiche su, praticamente, tutti gli aspetti della sua vita – le amicizie, i rapporti familiari, lo studio, la pressione sociale negativa e l’isolamento come unica via di fuga da una realtà destabilizzante e angosciante.
Estremamente abile nel creare personaggi e situazioni, l’autrice risulta molto convincente anche nelle descrizioni così che le scene emotivamente più intense non sono mai banali o superficiali: l’esperienza giornalistica conferisce alla sua scrittura autenticità e realismo.
Toccando le corde più profonde dei lettori e, soprattutto delle lettrici, vengono approfondite dinamiche di cui, a volte, siamo noi stesse inconsapevoli.
Nella nostra immaginazione, “aggressione sessuale” significa sostanzialmente essere costrette a un rapporto da uno sconosciuto.
Da qualche tempo però – come afferma Rachel in una puntata del suo podcast – stiamo cominciando a renderci conto che l’abuso sessuale può avere varie forme, così che molte di noi, alla domanda: “Sei mai stata vittima di un’aggressione sessuale?” dovrebbero rispondere di sì, perché hanno sperimentato episodi classificati come semplicemente spiacevoli, tuttalpiù offensivi, ma che non lo sono:
“Li consideravamo piccoli fastidi, ingredienti necessari del nostro essere donne in un mondo misogino. I palpeggiamenti, per esempio. Quando qualcuno ti tocca il culo allo stadio, o in discoteca. Anni fa, al tempo del liceo, un tizio coi baffi ha sfregato le sue parti intime contro il mio braccio mentre viaggiavamo su un treno molto affollato. Ha finto che fosse casuale, per intenderci. Ho capito che non lo era quando l’ho visto spostarsi più in là e fare la stessa cosa a un’altra ragazza”.
Spesso pensiamo di essere semplicemente nel posto sbagliato nel momento sbagliato, colpevolizzando noi stesse per ciò che ci capita: sottovalutiamo incidenti di questo tipo, perché non lasciano cicatrici dolorose, ma ciò non vuol dire che non vadano segnalati, denunciati e, soprattutto, condannati.
La spiaggia
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