La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia (1893-1966)
- Autore: Dino Paternostro
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Una tragica lunghissima scia di sangue, un elenco interminabile, quello che contempla i sindacalisti uccisi dalla Mafia dall’Unità fino ai giorni nostri la cui memoria viene rievocata da Dino Paternostro in questa preziosa pubblicazione La strage più lunga (Editore La Zisa, 2020) che ha come sottotitolo di copertina Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile caduti nella lotta contro la mafia 1893- 1966.
L’autore è giornalista e sindacalista di valore, responsabile del settore legalità e memoria storica della CGIL di Palermo e quest’ultimo suo lavoro contiene contributi di Francesco Sinopoli, Enzo Campo e Alfio Mannini e ha la prefazione di Umberto Santino.
Molti sono stati i sindacalisti uccisi dalla Mafia, dopo un secolo di lotte per il lavoro e per i diritti, ma questi uomini sono stati dimenticati.
Per alcuni la Storia è stata meno avara come per Salvatore Carnevale o Placido Rizzotto, ma per la stragrande maggioranza, ha fatto da padrone l’oblio.
Occorreva rompere questo assurdo e immotivato silenzio e ridare il giusto onore e conservare la memoria di questi uomini.
Una giustizia negata per queste persone che non l’avevano avuto riconosciuta dai Tribunali dello Stato italiano, sia dalla Monarchia prima che poi dalla Repubblica e che si è voluta ora affermare e riconoscere sul piano storico, culturale e civile.
Oltre a una accurata ricerca archivistica e documentaria, si sono rintracciati i familiari delle vittime di Mafia, persone che sono cadute per l’organizzazione dei lavoratori, specialmente i congiunti di quelli assassinati nel secondo dopoguerra. Molti parenti sono ancora vivi tra cui Santa Raia, figlia ultranovantenne di Andrea Raia, primo caduto del secondo dopoguerra il 5 agosto 1944.
Le storie di tutti questi sindacalisti sono ora state raccolte in questo libro che è il risultato di una ricerca attenta e dettagliata sui singoli nomi anche poco conosciuti. Una ricerca documentaria, in cui si è voluto dare un nome ad ogni storia, raccontando per ogni caduto chi era, la sua vita pubblica e privata e gli anni che avevano quando sono stati assassinati. Si riscontra infatti come molti come Placido Rizzotto che aveva 34 anni, vennero assassinati nel fiore degli anni tra i trenta ed i quarant’anni.
Nel prezioso volume si passano in rassegna i principali episodi avvenuti nei vari momenti storici, evidenziando come una classe dirigente sindacale in Sicilia sia stata annientata dalla Mafia, per un totale di 71 omicidi, dall’assassinio di Luciano Nicoletti nel 1905 fino a quello di Pio La Torre nel 1982.Ma sono da aggiungere le vittime delle stragi che sono in numero rilevante raggiungendo infatti il numero di 14, da quella di Bronte del 1860 a quella di Canicattì del 1947, in cui persero la vita 125 innocenti.
Andando a ritroso nel tempo, una pagina oscura del periodo risorgimentale è l’eccidio di Bronte del 1860, che costituisce un anteprima, un’anticipazione di quelli successivi, ed è stato il modo peggiore in cui si poteva presentare il nuovo Stato unitario. Nino Bixio fece subito capire che l’ordine nuovo era molto simile a quello vecchio. In successione poi tra la fine del secolo e quello successivo vi sono state tante altre stragi soprattutto nella Sicilia occidentale. A fine Ottocento tra il 1891 e il 1894, si ebbe un grande movimento, quello dei “Fasci dei lavoratori” grazie alla capacità organizzativa di tanti dirigenti, come De Felice e Giuffrida a Catania, Bernardino Verro a Corleone e tanti altri ancora.
Nel secondo dopoguerra, l’Italia veniva fuori da un ventennio devastante in cui i sindacati ed i partiti erano stati sciolti. Il ritorno alla democrazia comportò il ritorno sulla scena politica e sociale di tutte le forze sindacali e politiche che avevano contribuito alla Resistenza e a costruire la Repubblica.
Nonostante ciò gli eccidi continuarono con l’assassinio del già citato Andrea Raia a Casteldaccia, mentre nei Comuni del feudo le rivendicazioni e le lotte portavano alla conquista di migliaia di ettari di terre. Si assistette poi a una grande vittoria politica con il 20 aprile del 1947, dove la sinistra divenne maggioranza relativa in Sicilia.
Ma il primo maggio del 1947 avvenne la strage di Portella dove furono assassinate 11 persone che erano andate per la festa del lavoro. Fu un attacco alla democrazia e ai diritti dei lavoratori, ed è da considerare la prima strage della Repubblica, causata da un coacervo di interessi di agrari, mafia, politica reazionaria nazionale e malsana geopolitica internazionale. Resta peraltro ancora vigente il segreto di stato e solo alcuni documenti sono stati desecretati.
Il contributo di Pio La Torre che, prima di essere parlamentare, era stato dirigente della Camera confederale del Lavoro e Segretario Regionale della CGIL, è stato fondamentale e una svolta epocale costituisce la sua legge che tocca finalmente le finanze dei mafiosi.
La legge n. 646, del 13 settembre 1982, nota come legge "Rognoni-La Torre", introduce per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.
Non si può e non si deve sottacere il ruolo importante esercitato dalle donne che hanno svolto un azione efficace e attiva contro il fenomeno mafioso.
Tra queste nel 1919 la moglie di Giuseppe Rumore di Prizzi che, dopo che suo marito venne ucciso, girò per tutta la Sicilia denunziando la Mafia e lottando per i diritti dei lavoratori. E ancora Maria Vallone, anch’essa antesignana di lotte contro la Mafia, Rosa Mannino, che aveva cresciuto Placido Rizzotto, Francesca Serio, madre di Salvatore Carnevale, per arrivare a Felicia Impastato.
Un’opera meritoria questo pregevole volume di Dino Paternostro che colma una gravissima lacuna dei libri di storia come pure della cronaca dove questi avvenimenti delittuosi venivano spesso relegati in poche righe o piccoli trafiletti senza dare loro, il dovuto, corretto e giusto risalto, ma riportando l’accaduto con evidenti falsità manipolando l’informazione e omettendo le vere motivazioni.
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per gli appassionati di storia sociale e di rivendicazione di diritti
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