La_Via
- Autore: Michelangelo Pivetta
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
“La_Via” è il risultato del lavoro di progettazione di un laboratorio universitario ed è anche un saggio critico sulle tematiche dell’architettura nel rapporto tra antico e nuovo. Su questo tema, da diversi punti di vista, intervengono, oltre a Michelangelo Pivetta, Barontini, Buonavoglia, Cecconi, Marchionni, Moschetti. Il tema sul quale si sono misurati gli studenti è lo Xenodochio contemporaneo di Montelungo.
Lo xenodochio, ai piedi del passo della Cisa, in territorio di Pontremoli (in provincia di Massa Carrara), era luogo di ristoro lungo la Via Francigena, oggi SS 62. Questo antico ospedale al servizio di viaggiatori e pellegrini era gestito da frati benedettini e dipendeva dal monastero dei Santi Salvatore e Benedetto di Leno (Brescia).
Interessanti i progetti e le conseguenti riflessioni e motivazioni, che hanno tratto spunto dalla natura dei luoghi e dalle preesistenze. In particolare un gruppo di allievi ha riproposto il tema del labirinto, che richiama il reperto in pietra arenaria conservato nella chiesa di San Pietro a Pontremoli. Michelangelo Pivetta riflette sulla storia e i suoi luoghi:
“Il destino tragico di molti luoghi storici è, ancor più dell’abbandono, la crescente indifferenza. L’incedere della cultura massificata contemporanea tende a derubricare il luogo dell’oggetto storico, quando estraneo alla propria mercificazione, ad un crudele limbo di noncuranza. Condizione che permane fino al momento dell’eventuale e possibile riuso che nella quasi totalità dei casi arriva a far prediligere il procrastinarsi della rovina piuttosto che indulgere nella contaminazione del nuovo”.
Il problema è dunque come intervenire sull’antico superando il limite culturale, soprattutto italiano, di considerare l’antico, di per sé, sinonimo di bello e il contemporaneo di brutto. Le considerazioni di Michelangelo Pivetta inducono a una profonda riflessione:
“questi agglomerati, sempre più svuotati di significato, hanno trovato per necessità un nuovo paradigma esistenziale divenendo nel migliore dei casi museo di se stessi o, nel peggiore, centri commerciali en plein air a fondale di giorni di ciurme di indifferenti turisti stranieri”.
Oltre alla relazione con le antiche rovine, la natura e le esigenze moderne, un altro aspetto che è stato preso in esame è quello della strada, cioè dell’attraversamento che comporta il rapporto tra lo spazio e la velocità e, come scrive l’autore:
“Spazio velocità ritornano d’essere i parametri di ciò che l’uomo può fare: osservare, interpretare, emozionarsi, soffrire, amare e permutare la propria esperienza attraverso ciò che in grado di lasciare di sé, come fecero quei monaci benedettini che a Montelungo ancora ci comunicano l’esperienza nelle loro vite attraverso un testo fatto di sola pietra”.
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