Larth. Storia di un etrusco. Libro primo. Viaggio a Sherden
- Autore: Fabrizio Baldi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Ecco qualcosa di difficile da credere, eppure è stato realizzato, l’abbiamo tra le mani: un romanzo come non ne sono stati mai scritti.
E non si tratta del solito modo di dire, per cortesia nei confronti dell’autore, stavolta è tutto vero: nessuno simile a questo. Racconta una storia più vicina a tremila anni fa che non a duemila e che non si potrebbe scrivere in modo più storicamente inappuntabile, sebbene risulti allo stesso tempo totalmente e apprezzabilmente fantasiosa. L’aggettivo più adatto sarebbe “ingegnosa”, perché nessuno ha la fantasia di Fabrizio Baldi unita alla preparazione sui temi storici remoti trattati. Si tratta di un ingegnere e docente made in Lazio, etruscologo per passione ma non per caso, dopo attento studio, scrittore di un romanzo pubblicato da poco, per i tipi Pathos Edizioni, Larth. Storia di un etrusco. Libro primo. Viaggio a Sharden (Torino, giugno 2023, 362 pagine).
Nato nel 1970, laureato in ingegneria elettronica a Tor Vergata nel 1996, iscritto all’Ordine degli ingegneri della provincia di Viterbo dal 1999, è insegnante di liceo. Ha da sempre la passione per l’etruscologia, le antiche civiltà del Mediterraneo e la linguistica, tanto d’avere creato su Facebook il gruppo più seguito sugli Etruschi. Conosce anche la lingua degli antichi Rasna e continua a studiarla. Nel 2007 ha cominciato a pubblicare raccolte di poesie, diffuse on demand sul sito Kataweb e nel 2012 ha concepito e intrapreso la trilogia Larth, in quattro diverse versioni, la definitiva nel 2020.
Questo è perciò il primo di tre libri sul popolo dei Rasna, come si chiamavano loro o Tirrenoi, come li chiamavano i greci, avversari nella battaglia navale davanti alla Corsica, che nel 537 a.C. decise il controllo del mare al quale gli elleni hanno dato il nome dei vincitori.
Non è infrequente il ricorso di scrittori - per tutti, Manzoni - all’artificio del manoscritto altrui ritrovato per caso, per introdurre la propria narrazione di eventi legati a periodi storici. Stavolta Baldi modernizza questo presupposto in maniera addirittura fantascientifica, attribuendo all’autore remoto stesso la volontà di mettere il testo a disposizione di uno scrittore nostro contemporaneo.
Sempre originale Fabrizio Baldi. Sempre unico. Chi, se non lui, avvierebbe una narrazione dallo scambio di comunicazioni in chat, con uno-che-stenta-a-credere-sia-quello-che-sostiene-di-essere? E dallo sbalordimento di un maresciallo dei Carabinieri, riluttante nel verbalizzare la testimonianza sull’uomo che a Tarquinia dicono sia stato sparato alla nuca, sia caduto in terra cadavere con la testa squarciata, ma non sia morto.
C’è poco da dubitare, se a testimoniarlo sono in ottocentotrantadue, di tutte le nazionalità, italiani, francesi, inglesi, tedeschi, americani, arabi, compresi pezzi grossi, luminari, fior di professionisti.
Innanzitutto, infatti, lo scrittore viterbese riporta in un preambolo il colloquio nel gennaio 2020, con un “certo” Larth Velianas, dopo una richiesta d’amicizia su Facebook.
L’interlocutore si dice incuriosito dalla passione di Fabio per gli Etruschi e si complimenta per la conoscenza di una lingua tanto misteriosa e poco conosciuta.
Sei bravo, hai fatto delle deduzioni molto vicine al vero!
Velianas chiede l’indirizzo email per trasmettergli un romanzo che ha scritto. Non per un parere, ma perché Baldi lo legga e lo pubblichi come proprio. È un regalo e non tiene a essere citato, tutt’al più autorizza a citare all’inizio la loro chiacchierata.
Alla richiesta dell’argomento del romanzo, Larth risponde che fa riferimento ad alcuni eventi tra i mesi Velkhitanas e Anpiles del 721 dalla fondazione della città di Tarkhna, il resto sono brevi vicende avvenute in seguito. La sorpresa è reciproca, evidentemente. Fabio domanda se abbia fatto scoperte archeologiche, studi sugli etruschi o addirittura veda gli antichi in sogno. Niente di tutto questo, è molto semplice, è la storia della sua vita.
Io sono un Etrusco.
Nel primo capitolo, Baldi descrive un attentato nel corso di una conferenza archeologica in un albergo di Tarquinia, un pomeriggio di aprile del 2014. Un biker raggiunge l’hotel degli Aruspici, a bordo di una vecchia moto argentata e rimessa a punto. Agli organizzatori dell’evento si presenta come Larth e nella sala gremita è l’unico ad avvertire il pericolo di quanto stia per accadere. Trenta terroristi incappucciati fanno irruzione e uccidono a colpi di mitra l’emiro dell’Azrahid, che ha finanziato il progetto di ricerche archeologiche. Cadono le guardie del corpo e alcuni del pubblico. A colpire è il Fronte di liberazione di quello Stato arabo.
Il biker reagisce ed elimina alcuni assalitori. Sta per volgersi contro gli altri ma viene freddato alle spalle da un’hostess bionda della conferenza. Il suo corpo è spostato in fondo alla sala ed è da quella direzione che arrivano i colpi di mitra che sorprendono i terroristi ancora impegnati a minacciare i presenti spaventati, sdraiati a terra. Larth ammazza uno a uno gli armati superstiti e dirige due raffiche finali contro il capo del commando e la bionda, in fuga sbigottiti:
Non è possibile gli ho sfondato la testa!
Capitolo secondo: le vicende si spostano nelle terre del marmo, alla terza ora del pomeriggio del quinto giorno del mese di Celi, 463 anni dopo la remota fondazione di Tarkhna. I Tarquiniati commerciano con la tribù ligure degli Abua, gli Apuani…
Vicina da sempre a chi sia in difficoltà, Pathos Edizioni dà una mano a bambini, anziani e animali indifesi, convinta che non ci possa essere cultura senza impegno sociale. Ogni anno, devolve parte del ricavato a tre Associazioni Onlus (Gli Amici del Mondo di Bea, Kirua Children Tanzania, ENPA-Canile Chieri, Torino) restando aperta ad altre segnalazioni da parte degli autori.
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