Le Ortensie
- Autore: Felisberto Hernandez
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La Nuova Frontiera
- Anno di pubblicazione: 2014
“Quel che è certo è che non so come costruisco i miei racconti, perché ciascuno di essi ha una vita eccentrica e tutta sua. Ma so che vivono in lotta con la coscienza per evitare gli stranieri da lei raccomandati.“
La Nuova Frontiera, una piccola Casa Editrice indipendente romana, tratta autori di lingua spagnola e portoghese e ha dato a gennaio 2014 alle stampe il romanzo Le Ortensie. Ho conosciuto così Felisberto Hernandez, uno scrittore fantastico, davvero particolare e terribilmente amabile. Nella quarta di copertina vi è una sua foto, probabilmente risalente agli anni ’30, dove è seduto al pianoforte con davanti lo spartito, magro, con una gran chioma di capelli ricci, vestito di tutto punto. La sua storia personale è davvero interessante. Nato a Montevideo in una famiglia di origini modeste nel 1902 e morto nel 1964, è oggi considerato uno dei più importanti scrittori sudamericani del secolo scorso. Imparò a suonare il pianoforte da autodidatta e per vivere accompagnava con la musica le proiezioni dei film muti. In seguito iniziò a scrivere, prediligendo il racconto come forma di scrittura preferita. Ha vissuto la sua intera vita da pianista girovago e da letterato incompreso, in perenne difficoltà, sempre squattrinato e con più di una delusione d’amore. Grandi scrittori lo hanno celebrato, come Gabriel García Márquez, Italo Calvino e Julio Cortázar, ma in Italia è un autore ancora poco conosciuto.
Il suo romanzo Le Ortensie venne pubblicato in Uruguay nel 1949. Il libro raccoglie otto racconti fra i quali Le ortensie che dà il titolo al libro e narra di un collezionista di bambole, Horacio, che decide di far costruire da un bravo artigiano una bambola a grandezza naturale. La chiamerà Hortensia e avrà il volto e le forme uguali a quelle di Maria, sua moglie. Il terrore di perdere la moglie molto amata lo ha spinto a far creare una donna artificiale a sua immagine e somiglianza. Il menage familiare ben presto muterà nei rapporti. Con il tempo Horacio umanizza Hortensia, le parlerà, la porterà sempre con sé a tal punto da farla divenire la sua amante.
“Il viso di lei aveva la tranquillità di certi paesaggi; su una guancia c’era un po’ di luce dorata del tardo pomeriggio, e su parte dell’altra si stendeva l’ombra della piccola montagna formata dal naso. Pensò a tutto ciò che restava di buono nell’innocenza del mondo e nella consuetudine dell’amore; e ricordò la tenerezza con cui riconosceva il viso della moglie ogni volta che tornava dalle avventure con le bambole.“
Una storia a tratti sconvolgente, la follia dolce e ingestibile di un uomo, raccontata con lo stile narrativo dell’avanguardia. La sfera soggettiva dei sentimenti viene esasperata in modo da comporre degli stati onirici, proprio come confessa il nostro autore:
non ho voluto più smuovere i ricordi, ho preferito lasciarli dormire, ma loro hanno sognato.
Un racconto che suscita inizialmente stupore e ci accompagna in un crescendo affascinante agli altri racconti, come quello di Lucrezia. L’introduzione descrive il protagonista che sale le scale di un convento chiedendo alla suora che lo accompagna di incontrare Lucrezia. È il salire che attraversa il tempo, i luoghi, le città, in un futuro lontano, alla ricerca di una donna bellissima, dai capelli biondi e gli occhi di un azzurro profondo, gli stessi che in un’altra epoca si mostreranno nel volto di un’altra donna. Un andare e venire da epoche diverse, nelle quali il nostro personaggio si sdoppia in più vite in un crescendo di emotività.
“La mia stanchezza e le violenze che avevo subito erano peggiori di quelle sopportate in un futuro lontanissimo, in questo secolo in cui sono nato e al quale sono potuto tornare. Ma appena arrivato in quell’epoca avevo creduto che l’aria mi avrebbe ucciso. Sono sicuro, inoltre, che il sole battesse sulla terra in un altro modo e che la frutta avesse un altro sapore. La cosa peggiore, tuttavia, era la gente. Già in questo secolo ero stato alquanto incline alla vigliaccheria e avevo sentito i volti di tutti i miei organi contrarsi per la vergogna e piangere le più venefiche lacrime.“
Ne Le Ortensie di Felisberto Hernandez si susseguono personaggi tristi, dagli amori anomali, con debolezze al limite dell’innocenza e della perversione, emozioni e sentimenti diversificati. Storie impossibili, senza strutture logiche, che seducono e coinvolgono il lettore. Uno scrittore che conquista, indicato come un maestro per alcuni, tra cui Julio Cortazar:
basta iniziare a leggere uno qualsiasi dei suoi racconti perché Felisberto sia lì, .. così come ce lo racconta fin dal primo paragrafo.
Consigliato!
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