Le crociate del Nord
- Autore: Eric Christiansen
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2016
Erano combattute sempre in nome della Cristianità, meno note ma non meno sanguinose di quelle in Palestina: sono le guerre sante in Europa del Nord, alle quali lo scomparso storico oxfordiano Eric Christiansen ha dedicato decenni fa uno studio tuttora valido, che le edizioni bolognesi il Mulino hanno pubblicato in prima edizione italiana nel 1983, dopo l’uscita in Gran Bretagna nel 1980. “Le crociate del Nord” è tornato nel 2016, tra i tascabili della collana Storica paperbacks, serie l’Arte della guerra (pp. 352, euro 14,00).
Al titolo andrebbe aggiunto, come appare del resto in copertina, “Il Baltico e la frontiera cattolica 1100-1525”, perché il lavoro affronta le spedizioni militari condotte dai cavalieri teutonici sotto il segno della Croce, per strappare al paganesimo enormi territori dell’Europa nordorientale.
Si parte, rispettando una sequenza cronologica, dalle campagne contro i Sorabi del 1147-1185 (una popolazione slava della Germania orientale), per passare alla conquista della regione baltica nel 1200-1292, alla cosiddetta crociata lituana (1283-1410), fino al tramonto delle spedizioni orientali, protrattosi comunque per oltre un secolo, tra il 1409 e il 1525.
Non è che dopo l’ultima data indicata come conclusiva gli interessi cattolici siano venuti meno in quei territori. Fatto sta che venne a mutare decisamente lo scenario geopolitico. Lo sviluppo del Principato di Mosca, della Polonia Lituana e delle monarchie scandinave aveva fatto sì che la difesa e l’espansione della fede dipendessero dai rapporti con quelle potenze locali e non più dalle armi dei cavalieri cristiani.
Un’altra fase bellica nel Baltico è la campagna contro gli scismatici di Novgorod e Pskov, tra il 1293 e il 1378. Entrambe le località richiamano l’attenzione sul personaggio che più di ogni altro è legato nella cultura internazionale alle crociate baltiche. Si tratta di Aleksandr Nevskij, il gran principe di Novgorod che fermò la spedizione cristiana nella prima metà del 1200, sconfiggendo i teutonici sul lago Peipus ghiacciato dal gelo, in una battaglia resa immortale dal regista russo Sergej Ėjzenstejn. Il suo capolavoro, intitolato proprio al grande re, venne prodotto nel 1938 dalle autorità comuniste dell’URSS come un magniloquente film patriottico e si avvalse di grandi mezzi per l’epoca: truppe dell’Armata Rossa come comparse nelle scene di massa (indimenticabili le sequenze del ghiaccio che si rompe sotto il peso dei cavalli e delle armature dei cavalieri nemici), oltre alla strepitosa colonna sonora del compositore Sergej Prokofiev. Nel film c’è un’insistenza particolare (peraltro molto coreografica) sugli armati dell’Ordine Teutonico. Un’esigenza propagandistica, visto che la pellicola usciva in una fase di tensione tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica.
Ecco quindi altri protagonisti delle crociate del Nord: i monaci cavalieri. Se le sconfitte dei pagani e la conquista dei territori del Baltico si dovettero a sassoni e danesi, furono gli ordini religiosi militari il vero braccio armato della fede. Armato e violento.
Originariamente, le comunità di monaci-cavalieri avevano l’obiettivo di vivere in povertà e castità mentre riconquistavano e difendevano i Luoghi Santi di Gerusalemme. Colonizzare, dominare, convertire gli infedeli e fare profitti vennero solo dopo. L’Ordine teutonico di Santa Maria iniziò allo stesso modo, pur finendo per diventare una compagine di conquistatori e governanti che non disdegnava i peggiori eccessi del “mondo secolare” al quale avevano fatto voto di rinunciare. Le atrocità dei cavalieri teutonici riempiono libri interi. Violenza e religione del resto non erano state fino ad allora tanto distanti, quantomeno ideologicamente.
Ma cos’è una crociata? La prima fu quella promossa da papa Urbano II nel 1096 e che condurrà alla sanguinosa conquista cristiana di Gerusalemme e alla fondazione di nuovi governi e colonie europee nel Medio Oriente. Quello che però rende tanto diversa questa impresa non sono gli obiettivi e risultati, il modo in cui gli eserciti venivano reclutati e guidati, ma le condizioni in cui prestavano servizio. Le truppe erano sottoposte a un voto di fedeltà che liberava i combattenti e i loro cari da qualsiasi obbligo secolare ed ottenevano la remissione dei peccati.
Ci fu crociata e crociata: una differenza distingue nettamente le guerre sante nel Mediterraneo da quelle nel Nord Europa: i risultati. Quelle in Terrasanta, con la caduta di Acri alla fine dei due secoli caldi videro cancellata l’egemonia europea in Palestina. In modo decisamente differente, le meno dispendiose e meno spettacolari spedizioni baltiche contro i pagani dettero luogo a cambiamenti che resistettero invece molto a lungo e che in qualche caso ancora oggi non si sono esauriti. I Cavalieri Teutonici estesero la frontiera cattolica colonizzando un vasto territorio nelle regioni baltiche e spingendosi fin dentro la Russia.
Tuttora la costa meridionale del Baltico fino all’Oder è ancora tedesca e solo da pochi decenni Balti ed Estoni hanno perso ogni taccia delle ultime radici alemanne.
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Buona la recensione dell’opera che da parte sua spiega bene un momento storico poco conosciuto, L’autore collega bene i fatti avvenuti nel passato e un presente che da esso dipende ( anche se in un modo sempre più fievole).