Le gemelle di Auschwitz
- Autore: Eva Mozes Kor
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
Il libro di Eva Mozes Kor, una delle gemelle sopravvissute agli scellerati esperimenti “scientifici” condotti da Josef Mengele su centinaia di coppie di gemelli nel lager di Auschwitz-Birkenau, è particolarmente interessante nell’ambito del genere “testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah”.
La curatrice de Le gemelle di Auschwitz (Newton Compton Editori, 2022), Lisa Rojany Buccieri, che firma alche la postfazione, spiega infatti di aver scelto di dare voce a Eva, facendola parlare in prima persona, anche se le sue testimonianze sono state frutto di un lungo lavoro portato avanti nel tempo, da molte persone, attraverso interviste a Eva e anche a molti altri testimoni e con una documentazione fotografica capaci di ricostruire fedelmente il contesto narrato.
Le due gemelle protagoniste, Eva e Miriam, ebree rumene provenienti da un villaggio di poche centinaia di abitanti al confine con l’Ungheria, Portz, avevano vissuto con le due sorelle maggiori e i genitori, Alexander e Jaffa, in una grande fattoria dove i prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento consentivano alla famiglia una vita agiata. Le bambine venivano vestite nello stesso modo, con abitini cuciti dalla sarta del paese, andavano a scuola, erano studiose e ubbidienti. Eva era la più ribelle e spesso si scontrava col padre, severo e molto esigente nell’educazione delle figlie, che avrebbe voluto un erede maschio.
Forse, al sorgere della minaccia nazista, avrebbero potuto emigrare in Palestina, come facevano molti ebrei intorno a loro, ma la madre si sentiva al sicuro e scoraggiò sempre l’ipotesi di emigrare. Quando però i nazisti si impossessarono della Polonia e si allearono con l’Ungheria, per i Mozes non ci fu scampo: vennero deportati, dapprima in una campo di transito, e poi spediti ad Auschwitz. I genitori e le sorelle più grandi spariti, forse subito gasati, mentre le due gemelle di appena dieci anni, le mani strette una in quelle dell’altra, furono assegnate alle fetide baracche che ospitavano le coppie di gemelli, bambini e ragazzi di ogni età, risparmiati dalla furia distruttiva dei torturatori per essere offerti come vittime sacrificali delle follie pseudoscientifiche di Mengele, che li teneva in vita per sottoporli a incredibili esperimenti: venivano iniettate nei loro corpi sostanze che causavano malattie, e altro delirio su cui non è mai stata fatta del tutto chiarezza.
Eva era decisa a sopravvivere e ci riuscì con forza e determinazione, salvando anche sua sorella da morte certa per denutrizione. I dettagli della vita del campo sono stati già raccontati, ma la precisione con cui la bambina ricostruisce dettagli dell’orrore a cui venivano sottoposti tutti loro, le sparizioni improvvise, le malattie causate dalle iniezioni spesso letali a cui venivano obbligati i gemelli, tenuti in vita come merce preziosa, è una descrizione cruda ma realistica e oltremodo sconvolgente.
Nell’ultima parte del libro, dopo la liberazione da parte dei soldati sovietici e il lungo ritorno verso casa di Eva e Miriam sempre unite, ci accorgiamo di quanto la personalità della protagonista, provata ma non vinta dagli orrori del lager, avrà un futuro importante. Arrivata in Israele con sua sorella, cercherà di ricostruirsi una vita, lavorando duramente. Un incontro fortuito con un turista americano diventa amore: i due si sposano e si spostano in Indiana, negli Usa, e avranno due figli. Tutto il resto della lunga vita di Eva sarà speso a raccontare, scrivere, testimoniare, viaggiare. La sua peculiarità, per cui sarà anche attaccata violentemente, sarà il perdono, che lei vuole concedere a titolo personale, a chi, nazista pentito, vorrà pur se condannato, liberarsi di un peso morale insopportabile. Come ha fatto lei, perdonando anche i suoi stessi genitori che aveva odiato perché non avevano saputo salvarla dalla deportazione.
Una donna speciale Eva, sempre vestita di azzurro, una sorta di eroina, morta a 86 anni nei pressi di Auschwitz, in un ennesimo viaggio di testimonianza. Esempio di coraggio, determinazione, voglia di sopravvivere, di non dimenticare mai.
Le gemelle di Auschwitz. Una storia vera. Le due sorelle deportate a soli dieci anni nel più terribile campo di sterminio e miracolosamente sopravvissute
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