Le lunghe notti di Anna Alrutz
- Autore: Ilva Fabiani
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
Ilva Fabiani, marchigiana, è una giovane docente di Lingua italiana all’Università di Gottinga in Germania. Con "Le lunghe notti di Anna Alrutz" ha vinto la terza edizione del concorso nazionale di narrativa Il mio libro.it, concorso che con la collaborazione della casa editrice Feltrinelli è divenuto importante negli ultimi anni come talent scout letterario. Sono state circa duemila le adesioni di giovani romanzieri che tramite internet hanno sperato di pubblicare il proprio libro.
Il romanzo della giovane autrice ha una trama affascinante e una costruzione narrativa originale. Una vera sorpresa. Narra delle vicende e della vita di Anna Alrutz, una braune Schwester con numero di servizio 271207, una donna protagonista e vittima dei suoi tempi. Le braune Schwester erano le infermiere specializzate volute dal regime nazifascista che, con il decreto del 14 luglio 1933 firmato da Hitler, erano autorizzate alla sterilizzazione delle donne. L’intento del Fuhrer era di ripulire la Germania dai portatori di malattie e dagli ebrei per poter purificare la futura razza ariana.
Con le sue verità storiche, il racconto di Anna Alrutz coinvolge ed emoziona il lettore. Un libro bellissimo. Sono trascorsi più di settant’anni dalla morte di Anna, avvenuta quando non aveva ancora compiuto trent’anni, in una notte di dicembre a Gottinga, e lei si aggira come un soffio d’aria negli stessi luoghi di quando era in vita. Sospesa nell’aria ricorda, rivede la sua esistenza: la sua famiglia, la scuola, le amiche, i primi amori. Anna non ha un corpo, ha una voce per raccontare e si chiede come mai sia rimasta intrappolata in una situazione che sembra essere una punizione eterna per non essere stata in vita una credente.
“Non esisto più, devo farmene una ragione. Ogni tanto accade che un vento gelido mi sollevi e mi catapulti all’indietro. Dal passato riaffiorano situazioni e persone in sequenze arbitrarie, spesso senza una logica. Rivedo le scene decine di volte e per decine di volte non colgo che gli stessi particolari.“
Anna nacque nel 1907, nel secolo che vide le peggiori calamità. Nata in una famiglia benestante, il padre era medico e la madre era una donna colta ed elegante, Anna visse un’infanzia serena insieme alla sorellina Hedwin, cagionevole di salute, e il fratellino Willi. Tutti gli anni trascorrevano l’estate nella cittadina termale di Bad Salzgitter. Qui conobbe fin da bambina Helena che divenne nel corso della sua vita la sua amica più cara. Negli anni venti in Germania la disoccupazione era una piaga sociale che colpiva non solo i ceti più poveri. L’instabilità politica e la crisi economica furono alcuni dei temi della propaganda politica a sostegno del partito nazionalsocialista di Hitler, i cui comizi fin da allora erano molto seguiti.
La nazione sperava in un cambiamento delle riforme che attuassero una trasformazione da poter liberare la Germania dal declino e renderle onore: tutti oramai vedevano in Hitler il loro padre politico e con lui la rinascita del Paese. Anna proseguì i suoi studi e dopo il liceo si iscrisse alla Facoltà di Medicina. Furono anni difficili, fra fermenti politici e difficoltà negli studi. A seguito della morte della sorella decise di abbandonare l’Università e sedotta dal carisma del Fuhrer scelse di diventare infermiera e di aderire con fedeltà al programma sulle leggi eugenetiche.
“Sono una braune Schwester, una delle nuove infermiere inventate dal Fuhrer, quelle specializzate, stordite dalle letture sulla vita degna di un infante sano e quella indegna di uno zoppo. Le pazienti mi conoscono. Non sono vestita di bianco come le altre e loro sanno perché. Quando ho indossato la divisa per la prima volta ho pianto. Finalmente avevo trovato uno scopo nella vita, la fedeltà al Fuhrer e alla nuova nazione che volevo far prosperare.“
La sua adesione al nazismo non piacque alla sua famiglia che non riusciva a non rimanere indignata davanti gli orrori che si stavano perpetuando e decise quindi di andare via per la sua strada. La sua nuova vita continuò serenamente in piena devozione al compito e alle mansioni della divisa nazista che indossava, fiera della sua funzione sociale, fino a quando una mattina affacciandosi alla finestra della clinica rimase sconvolta. La sua amica del cuore, Helena era lì, trascinata nei corridoi fra urla strazianti. Un colpo al cuore fu rivederla, e la tragedia conseguente le farà cambiare vita.
"Le lunghe notti di Anna Alrutz" è un romanzo davvero emozionante nel quale l’autrice ha saputo descrivere e analizzare il drammatico mondo interiore di Anna, i suoi stati d’animo, le sue emozioni in un periodo storico fra i più terribili. La storia della vita di una donna, che nel dramma delle sue vicende, rende la sua confessione. Un riscatto alla sua esistenza colpevole di essere stata soggiogata e dominata dalle idee di grandezza e di supremazia di un popolo, che l’avevano resa prima carnefice e poi vittima.
“Sono passati settantanove anni, le bombe alla stazione hanno spazzato via le vetrate dell’ospedale. La mia stanza è stata imbiancata e i mobili gettati in un enorme autocarro che ha ingoiato e distrutto tutto. Ma io, con la mia storia, sono ancora qui e permeo del mio dolore l’aria che mi circonda.“
Le lunghe notti di Anna Alrutz
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Solo in questi giorni ho scoperto il libro le lunghe notti di Anna alrutz.ringrazio la scrittrice per le emozioni che mi ha dato