Le meraviglie dei musei vaticani di Gianfranco Ravasi

“Vorrei passare questa soglia, sostenuta da poche, sostanziali acquisizioni e dalle immagini irrevocabili per intensità e bellezza che sono rimaste come retaggio”.

È un evocativo verso di una poesia di Mario Luzi che l’autore, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e delle Pontificie Commissioni per i Beni culturali della Chiesa e di Archeologia sacra, sceglie per spiegare quelle “immagini irrevocabili per intensità e bellezza”, che si possono ammirare all’interno di quella casa delle Muse che sono i Musei Vaticani ai quali il cardinale Ravasi ha dedicato la Sua ultima fatica letteraria.

Lo Stato della Città del Vaticano ”vera e propria oasi di bellezza e di luce” è il più piccolo Stato sovrano che esista sulla faccia della terra, “Stato minimo” che è presente in tutto il mondo sotto l’espressione “Santa Sede”, una presenza assicurata dalla Chiesa Cattolica”, caso unico al mondo Di questo mini regno di 44 ettari del quale S.E. è uno dei poco più di 500 cittadini, l’80% è occupato da monumenti storico-artistici e giardini.

Quando l’autore si affaccia dalle finestre del suo appartamento sul colonnato del Bernini, sulla basilica di San Pietro, sulla cupola di Michelangelo e sull’imponente ed elegante Palazzo Apostolico, soprattutto in una sera illuminata dalla luce lunare, l’emozione provata è sempre la stessa. La stessa emozione che i pellegrini e i turisti vivono quando scattano le loro foto ricordo in Piazza San Pietro. Il vessillo di questo Stato, spiega Gianfranco Ravasi, esperto biblista ed ebraista, è la fede cattolica: qui convergono le moltitudini per venerare la tomba di Pietro e per incontrare e ascoltare il suo successore, il Vescovo di Roma e Papa della Chiesa universale. C’è però un altro aspetto che attira folle di turisti, credenti e non, da tutto il mondo ed è appunto l’arte, la bellezza.

“L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere... Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”

scriveva nel 1873 Dostoevskij nei Demoni.

Partendo quindi dalle parole del grande autore russo, Ravasi stila un mirabile elenco di quelle opere d’inestimabile valore, di quegli edifici storici, biblioteche e archivi immersi in parchi lussureggianti “all’ombra di una basilica che ha il primato su tutte le altre della terra”.

Scrigno di inestimabili capolavori artistici, i Musei Vaticani ospitano opere di ogni civiltà e cultura rivelando in tal modo la loro “vasta laicità”: il Museo Pio-Clementino, il Museo Gregoriano Egizio, il Museo Gregoriano Etrusco, il Museo Gregoriano Profano, il Museo Chiaromonti, il Museo Etnologico, il Museo Pio-Cristiano, la Galleria delle Carte Geografiche, la Pinacoteca Vaticana, la Collezione d’Arte Contemporanea, l’Appartamento Borgia, le Stanze di Raffaello, le Cappelle Niccolina e Paolina. Infine la Cappella Sistina dedicata a Maria Assunta in Cielo, costruita tra il 1475 e il 1481 all’epoca di Papa Sisto IV della Rovere, dal quale prende il nome.

Nell’anno della celebrazione del 450° anniversario dalla morte di Michelangelo, i Musei Vaticani hanno regalato nuova aria e nuova luce alla Cappella dove viene eletto il nuovo papa. In tal modo dopo tre anni di lavori 7mila Led sono puntati sul Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti e sulle pareti affrescate da Botticelli, Perugino, Pinturicchio e Ghirlandaio, i più grandi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento.

“Martedì 12 marzo 2013, ore 16,30. La processione di noi cardinali con i nostri abiti corali di porpora esce dalla Cappella Paolina, passando davanti allo sguardo corrucciato di san Pietro michelangiolesco pronto per la crocifissione. Supera la Sala Regia e varca la soglia della Cappella Sistina”.

Allora, saliamo insieme “la monumentale scala a doppia spirale elicoidale che l’architetto piemontese Giuseppe Momo (1875-1940) ha progettato e inaugurato il 7 dicembre 1932 sotto il pontificato di Pio XI per l’ingresso negli spazi museali italiani”. Esperienza sicuramente indimenticabile.