Le piume dell’uccellino
- Autore: Ines Caminiti
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Ines Caminiti pubblica con la casa editrice Vallardi “Le piume dell’uccellino”.
Per tanto tempo il mestiere principale dell’autrice è stato quello di fare la mamma a tempo pieno. Donna come tante. Il suo punto debole pareva essere l’anonimato conseguito da una laurea in Lettere e Filosofia e nulla più che un lavoro in una libreria. Non è così però, perché proprio il suo nome sconosciuto ha fatto sì che potesse essere confezionato uno dei libri più sinceri e toccanti in materia.
“Non trovavo un nome per me: ‘mamma’. Ne ero ancora degna? Come si chiamano le donne che rischiano di perdere un figlio?”.
Questa volta ad essere protagonista è una madre e i suoi familiari che ruotano attorno all’ammalata. Ognuno vive la malattia a modo suo: c’è chi preferisce gettarsi nel lavoro, chi restare fuori nelle ore dei pasti per non dover vedere cosa “Serena l’anoressica mette nel piatto” e chi ha scelto di tenere tesa la sua mano per sostenere chi ha un fardello troppo pesante da portare.
La narrazione dell’autrice è semplice ma limpida, d’impatto. È come essere partecipi dell’incubo: strazio, angoscia, impotenza, lasciano poco tempo al respiro di sollievo concesso dal vissuto familiare. Con il consenso della figlia Serena, sparuto uccellino che ora non esita a balzare in volo, Ines Caminiti ha intinto l’inchiostro nel suo cuore di madre scrivendo un’opera per tutti. Per quei volti in cui non c’è più un sorriso, in cui le labbra non cantano più e solo l’amore di chi può comprenderli ed amarli è capace di spezzare la dura corazza di bugie e di inganni.
La scrittrice non ci turba, né cerca di farsi compatire: è una novellista che ha finalmente potuto narrare la storia che tratteneva nel cuore. I romanzi che parlano di anoressia sono praticamente tutti centrati sul malato, quasi sempre di sesso femminile: svelano al lettore i suoi segreti e parlano ossessivamente di calorie e ossa che spuntano fuori come ali. Ne “Le piume dell’uccellino” non ve n’è traccia, perché una madre e una famiglia d’origine di una giovane malata puntata allo scomparire, non può che focalizzarsi su:
“Gli occhi sorridenti che ti illuminavano il viso erano un ricordo lontano: ormai si velavano sempre, non erano le lacrime ad opacizzarli, ma la malattia che rabbuiava ogni parte di te. (…) La pelle del volto, tirata o secca, era diventata diafana, giallastra”.
E in questo lungo cammino verso la guarigione muta il ruolo di una madre, per cui:
“adesso che cammini da sola, agile e serena, (…) io mi sono fatta casa, dimora e abitazione, per essere ancora la tua accoglienza e la tua certezza”.
Un libro bellissimo, intenso e profondo, su di una malattia dalla forza dirompente e distruttiva, che colpisce, sempre di più, le giovani donne e, con loro, i famigliari che spesso non sanno come affrontarla nel modo giusto. Un ottimo messaggio di speranza e di luce futura.
Le piume dell'uccellino
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