Le tre querce
- Autore: Maurice Denuzière
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
"Le tre querce" di Maurice Denuzière è giaciuto per decenni nella mia biblioteca, senza che io lo abbia degnato di uno sguardo. L’ho riscoperto solo da poco e devo dire che non mi dispiace.
La storia è quella di un ricco piantatore, Osmond de Vigors, sullo sfondo della Louisiana degli anni Venti, erede di un passato splendido.
Accanto al protagonista c’è Lorna, la moglie ideale e tipica bellezza del Sud e una miriade di personaggi minori che costituiscono la parte più interessante della storia. Scopriamo ad esempio che il ricordo della schiavitù non è spento, che i neri vivono in condizioni diseguali, ma i servitori sono affezionati ai loro padroni e che c’è una consistente parte della popolazione bianca di origine francese (e che parla a fatica l’inglese).
Nel romanzo non ci sono grandi avvenimenti (la malattia di Lorna, Osmond che deve affrontare la vita da solo), il ritmo delle pagine è lento, increspato solo dagli avvenimenti storici che Denuzière racconta con molta spigliatezza, mostrando la sua esperienza di giornalista.
Importante la figura di Osmond che è l’ultimo erede di una grande dinastia di cui Denuzière ha parlato in Louisiana e in altri romanzi dedicate ai Castel Brajac e ai de Vigors.
Ne "Le tre querce" il mondo sudista sta cambiando, ma Osmond rimane fedele alle tradizioni del tempo antico. Non concepisce il Nord industriale anche se è affascinato dalla giovane newyorchese Doris che è attratta da un mondo cavalleresco di cui non comprende l’arretratezza.
"Le tre querce" è un mondo di legami familiari, di drammi forti eppure trattati con garbo, di scene di grandezza e di piccineria, di personaggi che si muovono o si allontanano. Il libro non è un capolavoro, ma si legge volentieri in un pomeriggio estivo.
Una pecca: Denuziere presenta in modo positivo i rapporti tra neri e bianchi nel Sud. Purtroppo la realtà era molto diversa.
Le tre querce
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Signora, peccato lei non abbia apprezzato più di tanto il libro. Non ne parla bene; eppure è un concentrato di storia umana e della Louisiana. Io sono solo un modesto operaio e di certo non ho la sua educazione e cultura per poter giudicare di più. Però io ho la sensazione che lei sia stata un pò troppo superficiale nella recensione e nel giudizio. Signora, lei mi ha fatto rimanere amareggiato, a malgrado il piacere mi abbia dato la lettura. Bah!, chissà la ragione per la quale voi critici siete quasi sempre così acidi e contrari. Possibile abbiate sempre da ridire su un libro? Cordiali saluti. Dott. G. Pesce.