Le variazioni di Giuditta
- Autore: Sabrina Sciabica
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Sabrina Sciabica è giornalista pubblicista e ha all’attivo diverse pubblicazioni L’imbarcadero per Mozia e Voci capitoline con “L’Erudita”, la collana esordienti della Giulio Perrone Editore.
In questo suo ultimo intrigante lavoro Le variazioni di Giuditta (Porto Seguro Editore, 2023) con un’originale costruzione narrativa, si racconta di due vite, due percorsi, due esistenze destinate, preordinate a non incontrarsi che invece ecco entrare in relazione.
L’ambientazione della vicenda, scritta con uno stile fluido e accattivante, è una metropoli di un futuro prossimo venturo, la capitale d’Italia in cui per il sovraffollamento si costruisce anche sottoterra e la popolazione vive in appartamenti come tuguri in una sorta di multiproprietà condivisa.
In questi ristretti ambienti ci si alterna a vivere nella quotidianità, mentre il lavoro è possibile sceglierlo tra diurnale e notturno in un mondo dove gli individui vivono come monadi e paiono non doversi incontrare mai. Ma in questo universo di solitudini, ansie e inquietudini, a un tratto, per un imprevisto, un caso fortuito, due individui vengono a comunicare infrangendo disposizioni superiori di un regime, un ordinamento precostituito. Siamo in un avvenire a tratti distopico dove, come in un spazio parallelo, si intersecano due vite, ciascuna con le proprie realtà disuguali.
Vi un “regime” che vuole in tal modo consentire a tutti di avere un proprio spazio che non è solo quello materiale, quello fisico. Ma scopo dell’ordine costituito è anche quello di organizzare al meglio l’esistenza di ognuno, liberandolo da fastidi, incombenze materiali quotidiane, limitando i contatti illusori, falsi, mistificanti,
Due mondi che si intersecano in un’armonia prestabilita che viene a essere infranta. Una narrazione che procede come un montaggio parallelo in un ipotetico mondo che pare non lontano da un futuro prossimo venturo e che induce a riflessioni e ragionamenti su come sia tutto opinabile e su quale sia il miglior modo di vivere.
Le variazioni di Giuditta descrive una società di divieti in cui gli spazi destinati a musei sono stati adibiti ad altre finalità ritenute più redditizie; ma Nya, una giornalista insoddisfatta da siffatta esistenza, è esaltata dalla figura biblica di Giuditta che si libera dall’oppressore Oloferne nelle diverse rappresentazioni pittoriche della di lui decapitazione; vede nell’eroina un modello a cui ispirarsi, una via di fuga da questo mondo ostile alle libertà personali.
La figura di Giuditta è emblematica di una visione di libertà dalle angherie, dalle frustrazioni in cui sovente si è costretti a vivere, ma a cui non tutti si adeguano e manifestano segni di rivolta in riunioni e irregolari assembramenti.
Un passaggio del libro appare significativo:
Cari signori, chiedetevi:
A che prezzo abbiamo venduto la nostra libertà?
Per una casa da condividere con degli sconosciuti?
Per lo stipendio con cui sfamiamo appena i nostri figli, che loro ci permettono di fare nel numero che più gli aggrada?
Per avere un lavoro fisso con uno stipendio fisso che, nel caso in cui non avessimo figli, non sapremmo come spendere, dato che non è più possibile andare in vacanza all’estero?
A che prezzo, gentili signori, abbiamo venduto la nostra libertà?
Una scrittura accattivante, di un racconto di un mondo in cui l’espressione artistica ormai bandita, pare essere l’unica possibilità per riavere una vera e autentica visione della realtà.
Si compie nello script, un viaggio nel mondo dell’arte che svolge una funzione catartica e di sprone a una consapevolezza necessaria a raggiungere una libertà di agire e di discernere. Vari i rimandi al mondo artistico nelle sue diverse espressioni, come nel quadro “Viandante sul mare di nebbia”, del pittore tedesco Caspar David Friedrich, che provoca un profondo senso inquietudine e insieme di tranquillità.
Ma ecco poi Klimt:
…l’artista che vede il mondo attraverso un filtro di polvere dorata. L’arte di Klimt è una bacchetta magica che sparge, su ogni figura, del pulviscolo giallo. Ha donato alle tele una luce inconfondibilmente sua.
Ma tra i rimandi al mondo artistico nelle varie espressioni, appare pure la musica che è il ritmo della vita, lo specchio dell’anima. E nelle sue più alte manifestazioni si ricorda il Canone di Johann Pachelbel o la Quinta sinfonia di Ludwig Van Beethoven.
Un libro, quello di Sabrina Sciabica, che desta curiosità e interesse, delineando una diffusa e imperante condizione di incultura e insensibilità alla bellezza in cui ecco, però, emergere gente che si oppone, volendo recuperare un mondo perduto.
Le variazioni di Giuditta
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