Le vite degli altri. Le storie dell’arte raccontate a “Che tempo che fa” di Flavio Caroli

Il Professor Flavio Caroli, ordinario di Storia dell’Arte Moderna al Politecnico di Milano, nel libro “La vita degli altri raccoglie i testi tratti dalla rubrica omonima da lui curata nel programma televisivo “Che tempo che fa”, condotto da Fabio Fazio.
Caroli, partendo dall’analisi dei dipinti, abolisce la separazione tra biografia di un artista e prodotto finale e in questo modo il lettore è coinvolto nell’indagine introspettiva delle opere d’arte. La forza affabulatrice del professore fa compiere al lettore una vera e propria carrellata nella storia dell’arte del XX secolo attraverso gli artisti che sono proposti a coppie: Gauguin e Van Gogh, Klimt e Schiele; Matisse e Kirchner, Balla e Boccioni, Mondrian e Kandinskij, de Chirico e Carrà, Ernst e Magritte, Hopper e Morandi, Pollock e de Kooning, Freud e Bacon, Warhol e Rauschenberg.
Gli artisti, tra di loro contemporanei, possono essere stati legati da un rapporto di amicizia, oppure si sono incrociati, oppure hanno rappresentato, in luoghi differenti, le stesse inquietudini, le stesse sensazioni. È il caso di Hopper e Morandi:

«di Hopper “Nella casa vicino alla ferrovia (1925) c’è uno strano e inquietante edificio tagliato da luci e ombre, senza porte, che si affaccia sui binari, nel nulla. Un paesaggio di “solitudine” che riflette l’animo e il carattere di Hopper, schivo e riservato. In quegli anni, in Italia, c’è un artista che si muove sugli stessi binari (…). È Giorgio Morandi. Nel suo Paesaggio (1921) spicca una casa che non solo non ha porte, ma neanche finestre.»

Il libro è scorrevole, alla portata di tutti, e consente anche ai non addetti ai lavori di appassionarsi alla lettura e, quindi, di comprendere quanto non solo le opere, ma la vita stessa di quegli artisti interferisca e arricchisca la propria. Caroli spiega i significati dei dipinti in maniera coinvolgente, attraverso la biografia degli artisti, aneddoti e riferimenti al contesto storico-culturale nel quale gli artisti medesimi si muovono.
Tuttavia gli scopi divulgativi del libro avrebbero preteso che l’opera fosse compendiata dal repertorio iconografico e, invece, le immagini mancano. È una scelta editoriale che sminuisce l’efficacia e la straordinaria potenza della parola che meglio sarebbe sostenuta proprio da quel repertorio iconografico, noto, invece, solo a un pubblico più colto o di addetti ai lavori. L’inserimento delle immagini avrebbe certamente un costo che, però, nella versione e-book sarebbe molto contenuto e impedirebbe a chi legge il libro di effettuare continue interruzioni nella lettura per ricorrere proprio a quelle immagini raccontate.