Le voci dei telefilm. Doppiatori in tv
- Autore: Andrea Lattanzio
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
“Il mio nome è Bond, James Bond”: se per tutto il mondo identifica Sean Connery, il primo è più iconico Agente 007 cinematografico, per i nostri connazionali è legato invece al timbro inconfondibile di Pino Locchi, voce italiana anche di Roger Moore, Tony Curtis, Sidney Poitier e dei nostrani Giuliano Gemma, Terence Hill, Maurizio Merli. È stato tra i principali doppiatori italiani, presidente per un ventennio della Compagnia nazionale di doppiaggio (CDC) e se guardiamo al solo piccolo schermo, ha esercitato le sue qualità espressive vocali nelle ventiquattro puntate del fortunato telefilm “Attenti a quei due (Persuaders)”, andato in onda in Italia tra il 1974 e il 1981. La scheda biografica e artistica dell’interprete romano di spettacoli teatrali e film, morto nella capitale nel 1994, a 69 anni, è una delle centoundici schede nel libro Le voci dei telefilm. Doppiatori in tv (pubblicato da CN Casa Nuvolari, del Gruppo Editoriale Oligo di Mantova, aprile 2023, 268 pagine), redatte dal veneto Andrea Lattanzio, studioso e saggista di cinema e televisione.
Nell’editoria, nel giornalismo – ed anche in politica, per la stesura di interventi e discorsi pubblici - esistono i ghostwriter, compensati per scrivere libri, articoli, testi e materiali attribuiti ufficialmente ad altre persone. Sebbene siano decisamente talentuosi, accettano di restare, sconosciuti, invisibili a lettori, consumatori e platee, veri scrittori fantasma. Proprio come fanno i doppiatori, ghostvoices, voci fantasma, però fondamentali e professionalmente impagabili in Italia, dove si preferisce doppiare i film in altre lingue, piuttosto che sottotitolare, come fanno all’estero.
Lo stesso Lattanzio rileva che tra le attività nel mondo complesso del cinema e della televisione, il doppiaggio è una delle più importanti e allo stesso tempo meno riconosciute. Ed è un mestiere che ha una grande tradizione nel nostro Paese. Nelle sale buie di registrazione, i doppiatori italiani danno la loro voce agli attori stranieri, con grande creatività e professionalità, rendendoli popolarissimi tra noi. Riescono a creare il personaggio, con le pause, i controtempi e le sfumature del vero interprete.
Nel volume, è proposta una serie di schede dei principali doppiatori del passato e di oggi (circa 1.500, associati in società per lo più cooperative), con dati biografici, filmografici, televisivi, radiofonici. In aggiunta si citano le principali manifestazioni del settore in Italia: “Leggio d’Oro”, “Il Festival Nazionale del Doppiaggio Voci nell’Ombra”, il “Gran Premio Internazionale del Doppiaggio” e i nomi dei doppiatori premiati anno per anno.
Le voci dei telefilm costituiscono un altro settore dell’oscuro mondo del doppiaggio, spesso ingiustamente sottovalutato, ma che ha dato molto per la televisione agli spettatori, regalando tantissime emozioni.
Le schede redatte dall’autore veronese sono proposte in ordine alfabetico nel volume e vanno da Giampiero Albertini a Franco Zucca. Prendiamo quella del primo, per esemplificare lo sviluppo di ciascuna delle centoundici nel complesso.
Nel volto ripreso nell’immagine sotto il nome (Giampiero Albertini, Muggio Milano, 20 dicembre 1927 – Roma, 14 maggio 1991), i lettori meno giovani riconosceranno un popolare ed espressivo attore lombardo. Formato nel Piccolo Teatro di Milano, è stato interprete di un eccellente Ludovico Sforza il Moro, nel bellissimo sceneggiato sulla vita di Leonardo Da Vinci, andato in onda nel 1971 per la regia di Renato Castellani. Prima ancora, nel 1967, aveva recitato tra l’altro nel mitico Promessi Sposi di Sandro Bolchi.
Dopo brevi note essenziali biografiche e di carriera artistica, Lattanzio elenca per ciascuno la filmografia principale, i lavori televisivi, quelli radiofonici e i personaggi doppiati, come detto.
Spicca nel centinaio e più di schede dei colleghi, il simpatico, indimenticabile Ferruccio Amendola (1930-2001). Marito dell’attrice e doppiatrice Rita Savagnone, padre del bravo e popolare Claudio Amendola, è stato attore e caratterista con un’interminabile filmografia, fin dal 1943, ragazzino nel “Gian Burrasca” di Sergio Tofano al cinema. Nel fare un esempio per tutti, sul grande schermo si è fuso in un tutt’uno inconfondibile con Thomas Milian, il commissario Giraldi dei poliziotteschi di Corbucci. Consistente anche la sequenza dei lavori televisivi, in cui ha prestato la voce all’attore americano Bill Cosby.
Uno sconosciuto al grande pubblico Antonio Colonnello (1938-2005) dovrebbe essere invece notissimo agli italiani innamorati negli anni Settanta-Ottanta della serie tv americana Happy Days. Condivideva con l’attore statunitense Henry Winkler il successo di “Fonzie”, Arthur Fonzarelli. Il fratello del doppiatore ricorda che Antonio lo sentiva come una sua creatura, riusciva a plasmare la gestualità fondendola con la voce. Ha inventato anche il famoso Ehi!, ogni volta che Winkler alzava il pollice. E il verso Wow!. L’identificazione tra attore e doppiatore ha certamente fatto di Fonzie il personaggio perfetto ch’è diventato, amato da grandi e piccoli.
Tra tanti, non è giusto citarne pochi, ma si può concludere con un simpatico aneddoto che riporta al Pino Locchi dell’avvio.
L’ha riferita Valerio Bianchini, storico allenatore del basket italiano negli anni Ottanta, di formazioni di club e della Nazionale. Ha sposato la figlia di Locchi e riferisce spiritosamente quello che succedeva puntualmente da fidanzato. Quando le telefonava a casa e all’apparecchio non rispondeva la ragazza, sobbalzava ogni volta, allorché al suo “Buonasera c’è Marina per favore?”, si sentiva rispondere “gliela passo subito” da James Bond.
Le voci dei telefilm. Doppiatori in tv
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