Leonardo Sciascia è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico e insegnante. Nato a Racalmuto l’8 gennaio 1921 e morto a Palermo il 20 novembre 1989, è stato uno dei più importanti protagonisti del panorama intellettuale italiano del secondo Novecento.
Il suo spirito illuministico, libero, lucido e anticonformista, unito a un senso di giustizia sempre deluso e mai indebolito, caratterizzano tutti i suoi scritti.
In occasione dell’anniversario della sua nascita, scopriamo insieme vita e opere dello scrittore siciliano.
Leonardo Sciascia: vita e opere
Leonardo Sciascia nasce l’8 gennaio 1921 a Racalmuto (Agrigento); a sei si trasferisce a Caltanissetta, dove si iscrive in seguito all’Istituto Magistrale IX Maggio, in cui insegna Vitaliano Brancati. Grazie a Giuseppe Granata, suo insegnante e futuro senatore, conosce l’illuminismo francese e italiano.
Le use prime opere risalgono al 1950, anno in cui pubblica le Favole della dittatura, subito notate da Pier Paolo Pasolini. Due anni dopo esce la raccolta di poesie La Sicilia, il suo cuore e l’anno ancora successivo, nel 1953, il suo saggio Pirandello e il pirandellismo vince il Premio Pirandello.
Pasolini non è l’unico a notare il "maestro elementare di Racalmuto": nel 1954 Calvino lo segnala ad Alberto Carocci:
"Ti accludo uno scritto d’un maestro elementare di Racalmuto (Agrigento) che mi sembra molto impressionante".
Trasferito a Roma nel 1957-58, scrive i tre racconti poi pubblicati nella raccolta Gli zii di Sicilia. Stabilitosi nuovamente a Caltanissetta si dedica ai romanzi: nel 1961 esce Il giorno della civetta e nel corso degli anni Sessanta saranno pubblicati alcuni tra i suoi romanzi più importanti, tra rivisitazioni del poliziesco contemporaneo e indagini storiche siciliane. Ne sono un esempio:
- Il Consiglio d’Egitto (1963),
- A ciascuno il suo (1966),
- Il contesto (1971).
Sciascia non abbandona però la produzione saggistica: nel 1964 viene pubblicato Morte dell’Inquisitore e nel 1965 Feste religiose in Sicilia.
Nel 1967 si trasferisce a Palermo e due anni dopo inizia la sua collaborazione con il "Corriere della Sera" — la sua carriera giornalistica era già iniziata negli anni Cinquanta, con la collaborazione al quotidiano palermitano "L’Ora"; in seguito collaborerà anche con "La Stampa". La sua attenzione alla cronaca nera della storia siciliana si fa sempre più forte in questi anni: ne sono un esempio I pugnalatori e il successivo L’affaire Moro (1978). Nel 1974 viene dato alle stampe Todo modo.
Nel giugno 1975 si candida come indipendente nelle liste del PCI alle elezioni comunali di Palermo e viene eletto con un forte numero di preferenze, ma la sua aderenza al PCI si fermerà nel 1977, quando Sciascia si dimetterà dalla carica di consigliere del Partito perché contrario al compromesso storico e agli estremismi sempre più diffusi. Nel 1975 pubblica La scomparsa di Majorana.
Nella seconda metà degli anni Settanta si intensificano i suoi contatti con la cultura francese e nel 1977 pubblica Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia.
In seguito alla diagnosi di mieloma multiplo è costretto ad abbandonare con sempre maggiore frequenza la Sicilia per Milano, dove segue le cure, ma senza mai rinunciare alla carriera di scrittore. Di questi ultimi anni sono i libri:
- Cronachette,
- Occhio di capra,
- La strega e il capitano,
- Porte aperte,
- Il cavaliere e la morte,
- Una storia semplice.
Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Leonardo Sciascia: vita e opere dello scrittore siciliano
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