Lettere contro la guerra
- Autore: Tiziano Terzani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
Questo libro raccoglie una serie di lettere scritte da Tiziano Terzani dopo l’undici settembre 2001, in parte all’interno di un dibattito creatosi con Oriana Fallaci sul significato di ciò che accadeva in quei giorni tragici che hanno segnato l’evolversi della storia fino ai giorni nostri.
Sarà che sono giovane, ma questo primo decennio del XXI secolo che va a completarsi mi è parso un secolo di per sè: abbiamo già vissuto varie guerre importanti e crisi economiche che ancora perdurano, e soprattutto, come dice Terzani, l’ottimismo con cui abbiamo iniziato il millennio si è trasformato in pessimismo. Le cose hanno iniziato quasi da subito ad andar male, e poi peggio, solo che non ci siamo accorti di questa inversione di tendenza nella nostra visione del mondo, così come siamo presi dal convincerci giorno dopo giorno che tutto sia come prima, che tutto vada bene.
Il libro nel suo complesso è certamente da leggere: Terzani si è recato di persona nei luoghi della guerra del nostro secolo e ne ha fatto una cronaca come al suo solito molto limpida, cercando di mostrare le ragioni ed il lato umano di tutte le parti coinvolte, inclusi quelli che qui in occidente chiamiamo i "nemici" o i "cattivi".
Nelle righe che mi restano vorrei invece citare alcuni passi davvero illuminanti tratti dall’introduzione, a mio avviso la parte più bella del libro.
Si tratta di due estratti che parlano della cultura USA che è ormai, purtroppo, anche la nostra.
Prima citazione: Terzani è invitato negli USA a fare "flogging" sul suo libro "Un indovino mi disse". Due settimane in giro per gli Stati Uniti, entra in contatto con la realtà di quel paese, lasciando il suo commento:
Tornai da quel viaggio scioccato, con un’impressione spaventosa. Avevo visto un’America arrogante, ottusa, tutta concentrata su sè stessa, tronfia del suo potere, della sua ricchezza, senza alcuna comprensione o curiosità per il resto del mondo. Ero stato colpito dal diffuso senso di superiorità, dalla convinzione di essere unici e forti, di credersi la civiltà definitiva. Il tutto senza alcuna autoironia.
Il grassetto è mio.
Seconda citazione: Terzani è con un suo amico giornalista davanti al Lincoln Memorial.
Quando fummo davanti al mastodontico, bianchissimo Lincoln, seduto su una gran poltrona bianca in una gigantesca copia tutta bianca di un tempio greco mi venne da dire, sapendo che anche lui era stato a Pyongyang: "Mi ricorda Kim Il Sung". Si offese come se gli avessi toccato la madonna. "Noi amiamo quest’uomo", disse. Mi trattenni dal fargli notare che un nordcoreano avrebbe detto esattamente la stessa cosa...
Anche noi italiani stiamo man mano diventando "occidentali", un concetto che sempre più si fa sinonimo di "americani".
Questo è un fatto, un fatto che ci riguarda è che quindi è bene che sappiamo gestire, cercando di correggere in noi stessi quelli che sono i difetti più evidenti di questa cultura che alla fine ci fagociterà.
I libri di Terzani, questo in particolare data la sua attualità, sono particolarmente utili in tal senso.
Lettere contro la guerra
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