Due interessanti novità edite da Skira, dalle piccole dimensioni ma dal grande spessore adatte da mettere nella valigia delle vacanze: “La gatta” (titolo originale “La Chatte”) di Colette, tradotto da Luca Lamberti e “La lotta dei tori” (titolo originale “Togyu”), di Yasushi Inoue, tradotto da Atsuko Ricca Suga. Scopriamoli nel dettaglio...
La gatta - Il ventiquattrenne attraente Alain Amparat (“l’onda naturale dei capelli biondi”) era il viziato figlio unico di una ricca famiglia borghese con affari nel commercio di sete. Soltanto una settimana e il giovanotto avrebbe sposato Camille Malmert, “carina e naturalmente mora”, ragazza moderna e intraprendente. Alain era consapevole che con il matrimonio avrebbe lasciato la sua villa antica, residenza di tutta una vita a Neuilly nell’Ile-de-France, circondata da un bellissimo giardino.
“Una coltre di silene rosa, orlata di nontiscordardimé, spiccava in mezzo a un prato”.
Il giovane avrebbe dovuto allontanarsi dalla sua gatta Saha dal color perla, di pura razza Certosina “piccola e perfetta”, con la quale aveva instaurato un legame molto stretto. Alain la vezzeggiava chiamandola con teneri nomignoli e le versava in un piattino il latte dove vi scioglieva un pizzico di zucchero e un pizzico di sale. Questo regno incantato e fuori dal mondo, in cui le chatte e il suo padrone erano gli indiscussi Re e Principessina, sarebbe stato difficile da abbandonare per Alain.
Il romanzo breve “La gatta” apparve a puntate nel settimanale letterario illustrato Marianne nel 1933 e venne pubblicato lo stesso anno in volume per la casa editrice Grasset. La scrittrice, giornalista e sceneggiatrice francese Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette (1873-1954), fu una delle grandi protagoniste della sua epoca, la sua esistenza e produzione letteraria furono testimonianza di una donna libera ed emancipata che seppe andare contro la retriva morale del tempo. La trasgressiva Colette adorava i gatti e spesso si faceva fotografare in loro compagnia. La sua prosa elegante e linda tratteggia il personaggio del capriccioso Alain la cui personalità è speculare a quella della sua amatissima chatte, che pur richiedendo amore e attenzione necessita anche dei suoi spazi.
“A frequentare un gatto si rischia soltanto di arricchirsi...”.
La lotta dei tori - Dicembre 1946, a Osaka il freddo si faceva particolarmente sentire. I giornali della sera avevano pubblicato con rilievo l’annuncio ufficiale di una tauromachia che si sarebbe svolta allo stadio di Hanshin dal gennaio dell’anno che stava per giungere. Tsugami, il trentasettenne direttore del quotidiano “Nuovo giornale della sera di Osaka”, dalla figura dinoccolata, aveva preso la decisione di sponsorizzare e finanziare l’evento. Il giornale aveva deciso di puntare sul pubblico degli intellettuali e dei colletti bianchi metropolitani, infatti il “Nuovo giornale della sera di Osaka” era stato accolto con favore, le copie del quotidiano erano le prime ad andare esaurite. Per il Giappone, Paese da poco uscito sconfitto dalla II Guerra Mondiale, il combattimento dei tori diventava il simbolo di un popolo che cercava di superare le conseguenze del conflitto. Il direttore con la sua battaglia incarnava le ambizioni di tutti i suoi compatrioti.
Il poeta, scrittore, saggista e giornalista Yasushi Inoue (1907-1991), una delle figure di maggior rilievo della letteratura giapponese, esordì nel 1949 con questo libro con il quale vinse l’Akutagawa, il premio letterario più prestigioso del Giappone.
“Fin dal mattino aveva lottato istintivamente con se stesso per cercare di mantenersi fiducioso e non demoralizzarsi”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Libri: due raffinate novità Skira per l’estate 2015
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