Ligabue
- Autore: Sandro Parmiggiani e Sergio Negri
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2016
Il catalogo “Ligabue” (Skira, pp. 216, 119 colori e 114 b/n, 35 euro) accompagna la retrospettiva romana Antonio Ligabue (11 novembre 2016-8 gennaio 2017) al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, dedicata al pittore dalla genialità folle e tormentata, nato Antonio Laccabue a Zurigo il 18 dicembre 1899 e morto a Gualtieri il 27 maggio 1965.
Promossa dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri e pubblicata in occasione dell’esposizione curata da Sandro Parmiggiani, direttore della stessa Fondazione, e da Sergio Negri presidente del comitato scientifico, la monografia propone un excursus storico e critico sull’attualità dell’opera di Ligabue che rappresenta oggi una delle figure più interessanti dell’arte del Novecento. Sono presenti i saggi di Sandro Parmiggiani, Sergio Negri, Giuseppe Amadei, Sergio Terzi (Nerone), Domenico Nano, Renato Martinoni, Nicola Dusi e Lorenza Di Francesco, oltre al catalogo delle opere (suddiviso in dipinti; disegni; incisioni; sculture), alla biografia dell’artista, all’elenco delle esposizioni e alla bibliografia.
Al Vittoriano sono esposte centoventi opere divise in tre sezioni scandite cronologicamente (1928-1239, 1939-1952, 1952-1962) tra dipinti (quasi interamente provenienti da collezioni private), sculture, disegni e incisioni che ripercorrono la martoriata opera di questo artista, del quale è ormai nota la triste odissea che segnò profondamente il suo lavoro. La parabola esistenziale di Antonio Ligabue fu particolarmente tragica: figlio di padre ignoto, la madre Elisabetta Costa morì nel 1913 insieme a tre fratelli in seguito a un’intossicazione alimentare. Ecco dunque l’adozione di Antonio, il primo ricovero in un ospedale psichiatrico svizzero nel 1917 in seguito a una violenta crisi nervosa, l’espulsione dalla Svizzera e l’esilio a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, luogo d’origine di Bonfiglio Laccabue, il marito della madre. Qui nella nebbiosa Bassa Padana, sulle rive del Po Antonio nel 1929 aveva incontrato Renato Marino Mazzacurati (artista della Scuola Romana e poliedrico esponente di correnti artistiche quali il cubismo, l’espressionismo e il realismo) che aveva compreso l’arte genuina di Ligabue insegnandogli l’uso dei colori a olio e guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento di artista. L’autodidatta Antonio con slancio impressionista e con lo stupore tipico di un bambino che scopre i segreti dell’universo, si era dedicato alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta.
Da notare all’inizio del percorso museale Tigre con serpente, gazzella e scheletro, olio su tavola di compensato datato 1931-1932, un’esplosione di colori accompagnato da uno straordinario decorativismo. Celebri i tanti autoritratti di Ligabue (viso magro e scavato e uno sguardo che sfida il mondo), più di 300, il più significativo apre l’esposizione, specchio della sua anima dolente, minata per sempre dall’ostilità, dall’emarginazione e dall’incomprensione che lo circondavano. Solo nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che Ligabue tanto amava e che sentiva fratelli, l’artista ritrovava una parvenza di serenità. Tutto ciò si può cogliere nell’olio su tavola di faesite Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), nel dipinto Aratura con buoi (1955-1956) e nell’olio su tela Vaso di fiori (1960-1961). Denominato Al Matt (il matto) o Al tedesch (il tedesco) solamente nell’ultima parte della sua vita Antonio vide arrivare fama e soldi ma quello che più mancò a Ligabue fu l’affetto più che gli onori, che del resto si meritava ampiamente.
“La grandezza di Ligabue è quella di artisti come per esempio Van Gogh o Medardo Rosso che riescono a piegare la realtà come noi la vediamo a delle forme e a dei colori che ci trasmettono un carico di emozioni che noi non riusciremmo assolutamente a percepire attraverso il nostro sguardo”
ha dichiarato Sandro Parmiggiani alla preview della mostra.
Antonio Ligabue
11 novembre 2016 - 8 gennaio 2017
Complesso del Vittoriano, Ala Brasini
Via San Pietro in Carcere, Roma
Orari: Dal lunedì al giovedì: 9.30-19.30 / venerdì e sabato: 9.30-22.00 / domenica: 9,30-20.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Ingresso: intero 10,00 euro, ridotto 8,00 euro
Info: ilvittoriano.com
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