Lo specchio incrinato di Katherine Anne Porter

Katherine Anne Porter, pseudonimo di Callie Porter, è ricordata soprattutto per “La nave dei folli”, il romanzo che Stanley Kramer traspose in un film di successo. Da poco sono stati pubblicati in Italia da Bompiani tutti suoi racconti raccolti in “Lo specchio incrinato”, traduzione di Giovanna Granata. Un’antologia che copre un ampio arco temporale, dal suo apprendistato che inizia con Maria Concepcion, scritto in Messico, sua seconda patria, nel 1922, a La torre pendente, ambientato a Berlino nel 1934. Altrettanto ampio è lo spazio in cui sono ambientati i racconti: Germania, Italia, Messico, Texas, Kentucky.

Katherine Anne Porter ha viaggiato per tutta la sua vita, scrivendo così racconti che narrano di bambini nelle fattorie in Texas, dei comunisti in Russia, degli immigrati irlandesi nel Connecticut, del clima di razzismo e conflitto sociale in Germania prima del nazismo. Katherine Anne Porter ha registrato in maniera accurata quello che vedeva e accadeva negli scompartimenti del treno, nelle cabine delle navi, nei vagoni delle metropolitane, nei ristoranti che ha frequentato. I temi sono vari, sempre caratterizzati però da una vena di disillusione e melanconia.
Questo volume riunisce le collezioni di racconti brevi e lunghi come Il pesco di Giuda e Bianco cavallo, bianco cavaliere, due romanzi brevi: Vino di mezzogiorno e Fato comune, e altre quattro storie inedite.

Ognuno di questi racconti è completamente diverso nello stile, nel contenuto, nei personaggi, per lo più eroine che combattono per liberarsi da norme imposte dalla società del tempo o dalla severità dei genitori, donne indipendenti, orgogliose, proprio come l’autrice che le ha create.
Ogni storia comunque è brillante, elegante, stilisticamente poetica. Il potere delle storie dell’audace e anticonformista scrittrice americana non è tanto, infatti, nella loro trama ma nel forza linguistica e stilistica. D’altronde questa raccolta di racconti è valsa a Katherine Anne Porter il National Book Award, il Pulitzer nel 1966 e ben tre nomination al Nobel per la letteratura.