Lo squalo di Michael Capuzzo

Fra i classici della letteratura d’avventura, “Lo squalo” merita un posto d’onore. Michael Capuzzo è un giornalista che vive in New Jersey e collabora con diverse testate giornalistiche americane. Nel 2002 (questa la data della prima uscita) pubblica con Piemme l’omonimo romanzo, che tratta di una serie di resoconti, stralci giornalistici e aneddoti, volti a far rivivere un fatto realmente accaduto su una spiaggia del New Jersey.

L’opera non ha nulla a che vedere con il romanzo di Peter Benchley, da cui Steven Spielberg ha tratto il suo famoso film. È un resoconto scritto da un professionista della parola stampata, che al tempo stesso mette in risalto uno spaccato di vita americana. Un’attenta ricostruzione storica riporta una serie di attacchi che si verificarono nel luglio del 1916 e che diedero inizio ad una vera e propria caccia al killer. Si pensa che a colpire più volte i bagnanti a pochi metri dalla riva, sia stato uno squalo bianco, la specie più pericolosa per l’uomo. Tale squalo, nel suo girovagare, avrebbe finito col risalire l’estuario del fiume Matawan, mietendo anche qui delle vittime, fra cui un bambino.

Gli attacchi di squalo del 1916 in New Jersey avvennero fra il 1 e il 12 luglio. In totale quattro persone persero la vita e una rimase ferita. Da allora vi è un dibattito aperto fra gli studiosi, a proposito di quale specie possa essersi trattata. In quell’estate vi fu un’insolita ondata di caldo e, in seguito ad un’epidemia di poliomelite, in molti raggiunsero le spiagge. E si sa, la combinazione di uomini e squali in acqua, è letale.
Dopo giorni, venne catturato uno squalo bianco che aveva ancora nello stomaco resti umani. Ma gli attacchi che si verificarono nel fiume, fanno pensare più ad uno squalo toro, oppure uno squalo leuca. Si giunse alla conclusione che gli squali potessero essere due.

Devo fare un unico appunto all’autore. In tutto il libro non vi è una sola parola spesa a favore della salvaguardia di questi splendidi animali, che sono alla base della catena alimentare e che ora sono in via di estinzione. Il pesce si trovava nel suo ambiente naturale. Che l’uomo invase.