Marguerite è stata qui
- Autore: Eugenio Murrali
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2023
Che bel titolo quello scelto da Eugenio Murrali per il bel romanzo Marguerite è stata qui, pubblicato da Neri Pozza: leggendo il libro viene una gran voglia di riprendere in mano, di rileggere, di approfondire l’opera di Madame, la grandissima Marguerite Yourcenar, al secolo Marguerite de Crayencour, nata a Bruxelles nel giugno del 1903.
Nel ripercorrere tutta la lunga vita della scrittrice, l’autore si serve di un espediente narrativo che contribuisce a creare molti punti di vista e molte sfaccettature nella ricostruzione della biografia di Yourcenar: i tanti che l’hanno conosciuta parlano in prima persona, raccontano episodi, svelano inediti, rapporti difficili di coloro che le sono stati vicini fin dalla nascita.
Sua madre, Madame Fernande, morì giovane in seguito alle complicazioni del parto, lasciando il vedovo Michel René distrutto dal dispiacere per la perdita della seconda moglie e per di più con la responsabilità di crescere una neonata: lui non era più giovanissimo e aveva un altro figlio che con la sorellastra Marguerite non andrà mai d’accordo. Insieme al personale, la bambinaia Barbe, l’ostetrica Azélie, lascia Bruxelles e si trasferisce a casa della madre Noémi, nel castello di famiglia nelle Fiandre francesi, dove la bambina trascorrerà parte dell’infanzia. I rapporti tra la vedova Noémi e suo figlio non sono buoni: la donna è fredda, scostante, avara, e l’invasione della sua casa da parte della nuova famiglia non la rallegra, consapevole che la piccola Marguerite dimezzerà l’eredità all’amato nipote.
Molti altri personaggi prendono la parola raccontando il loro rapporto con Marguerite: la Fraulein, Margareta, da cui la piccola prende il nome, l’amica di Fernande, Jeanne che vive in Olanda e che spesso ospiterà la bambina. Man mano che il tempo passa, ecco Marguerite viaggiare con suo padre: la tappa più importante forse a Roma, nel 1924, allorché i due visitano Villa Adriana a Tivoli. Eugenio Murrali, nel ricordare quella visita, si chiede:
“Chi era in quel momento della vita quella ragazza di molte letture, più giovane, ma certamente più adulta di me, che camminando tra i cipressi in schiera e i pini piantati nel Settecento dal conte Giuseppe Fede si avvicinava ‘passo a passo al regno silenzioso delle ombre’?”.
Il libro che ha dato la fama internazionale alla scrittrice, Memorie di Adriano, fu concepito proprio lì, anche se verrà scritto molti anni dopo, quando Marguerite riceverà un baule pieno di appunti che aveva lasciato in Europa. Lei ormai vive stabilmente a Mount Desert, una piccola isola nel Maine, con la sua compagna, la scrittrice e traduttrice americana Grace Frick, con la quale trascorrerà nella piccola e accogliente casa detta Petite Plaisance, oltre quaranta anni di vita, di amicizia, di amore, di complicità, di reciproco accudimento.
Tanti i libri di Marguerite Yourcenar, nom de plume scelto da lei stessa, che vengono citati dall’autore: in modo speciale “L’Opera al nero”, ambientata nelle Fiandre nel 500, il cui protagonista, Zenone, rimarrà sempre vicino alla sua creatrice, come fosse un suo amato fratello. Ripercorre le pagine di questo libro, arricchisce chi lo legge di notizie, ma soprattutto di sfumature che restituiscono, attraverso il coro di voci di quanti l’hanno conosciuta, amata, apprezzata, talvolta criticata per il suo carattere brusco, per il suo aspetto poco curato, per la sua apparente freddezza, ma sempre considerando Madame tra le più significative autrici dell’intero ’900. Bellissime le parole che Eugenio Murrali mette in bocca all’amata Grace, quando alla fine della loro vita, l’amica sa che il tempo della loro storia volge al termine:
“In quest’ora tiepida di memorie, molti giorni ritornano e intrappolano i sentimenti con la dolcezza dei ricordi e la severità dei bilanci. Ora, dopo oltre trent’anni, posso dire che l’amore è stato movimento, ma anche stasi, ripetizione ma anche cambiamento, ed è stato soprattutto amicizia, devozione, condivisione, fedeltà... Le sono stata accanto nella salite e abbiamo resistito insieme, con disciplina, alle pericolose conseguenze del successo.”
La parole chiave di tutta questa bellissima storia mi sembrano essere “memoria” e “amore”: Adriano che ricorda l’amato Antinoo, morto giovinetto nel Nilo, durante un soggiorno in Egitto, al centro dell’opera e della vita privata di Marguerite Yourcenar, innamorata della vita, della letteratura, della storia, della memoria appunto.
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