Marinai su per le montagne
- Autore: Davide Del Giudice
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Marinai su per le montagne: erano i marò della Repubblica Sociale, impegnati sulla Linea Gotica nell’Appennino toscano, in pieno inverno 1944-45. Ed è il titolo dell’ennesimo saggio dello storico ed esperto dei combattimenti in Garfagnana-Valle del Serchio, Davide Del Giudice, pubblicato a luglio a cura di Andrea Lombardi, animatore dell’Associazione culturale editrice Italia Storica di Genova (2021, 176 pagine). Il volume è impreziosito da una raccolta in appendice di rare fotografie d’epoca in bianconero, molte inedite. Insieme alle tavole a colori, costituiscono lo straordinario corredo di ben 52 pagine d’immagini fuori testo.
Tra le foto, anche reperti bellici e sale del Museo della Linea Gotica Garfagnana, che con la collaborazione del Parco Alpi Apuane, dei Comuni di Molazzana e di Fabbriche di Vergemoli, ha provveduto a restaurare le postazioni difensive su quota 1068. L’esposizione a cielo aperto è stata inaugurata nell’ottobre 2018, con la partecipazione di figuranti in perfette tenute da combattimento, col relativo armamento ed equipaggiamento. Rievocatori storici di un’Associazione di reenactment, sezione italiana del Living History Group.
Su quelle posizioni ha operato il 2° Battaglione, agli ordini del comandante Luigi Uccelli, del 6° Reggimento Fanteria di Marina, Divisione San Marco, un reparto con un’ancora per stemma, inquadrato tra le forze armate di Salò, dalla parte dei tedeschi, contro gli alleati (e i partigiani italiani). Il sottotitolo, “Il battaglione ’Uccelli’ della Divisione ’San Marco’ sulla Linea Gotica nelle voci dei suoi marò, 1944-1945”, chiarisce luogo e tempo del lavoro di Del Giudice e Lombardi. Suggerisce che il contenuto è costituito in parte dalle testimonianze dirette di giovani e spesso giovanissimi di allora. I ricordi sono tratti da varie fonti: periodici di reparto, riviste, volumi, anche il programma radiofonico “Le voci dei vinti”, di Giano Accame e Sergio Tau. Venti puntate in onda su RAI Radio 2 nel 1997, con le interviste a reduci della RSI: la trasmissione che ha sdoganato la memoria repubblichina, fino ad allora lontana dai media.
Metà del libro è affidata alle parole di ufficiali e marò sopravvissuti. Dichiarano di aver voluto difendere il territorio italiano e l’onore del Paese: erano dalla parte sbagliata, certo, ma dicono di averlo capito solo più tardi. Le loro voci, fa presente Lombardi, propongono una storia orale delle operazioni del “San Marco" in Garfagnana, contro gli Alleati.
Nelle pagine precedenti, da profondo conoscitore delle vicende belliche nel settore tirrenico, il ricercatore Davide Del Giudice approfondisce il quadro delle operazioni. Dopo le testimonianze e prima della sezione fotografica — con immagini e tavole di armi, divise, dotazioni e copie di documenti — il lucchese Andrea Giannasi traccia un profilo della Forza di Spedizione brasiliana, di cui è il massimo conoscitore in Italia, aggregata alla Quinta Armata americana. Notizie anche sugli altri reparti alleati impiegati nell’area toscana della Linea Gotica. La 92a Divisione Buffalo dell’Esercito USA, formata da militari di colore comandati da ufficiali yankee. E la Task Force 45, unità di fanteria provvisoria costituita da personale in eccesso dell’artiglieria contraerea americana, inglese e canadese.
Nell’autunno-inverno 1944, truppe della Repubblica di Salò — gli alpini del Gruppo di combattimento Monterosa e il II battaglione Uccelli, con aliquote di bersaglieri — sostituirono la 42a Jaeger-Division nelle prime linee dell’Alta Valle del Serchio, trovandole sommariamente attrezzate a difesa. Qualche rado ricovero, buche isolate per tiratori, scarne trincee scoperte, poche mine, niente filo spinato.
Assorbita la cattiva impressione, gli italiani si dettero a migliorare le posizioni difensive e i collegamenti con le retrovie. Impossibile muoversi di giorno, con i ricognitori alleati in volo e gli osservatori d’artiglieria sempre attivi, che scatenavano una pioggia di granate senza economia. La linea italiana si animava di notte. I soldati uscivano a sgranchirsi le gambe, andavano in pattuglia a neutralizzare posizioni nemiche o provvedevano a procurare l’immaginabile “miglioramento rancio”. Solo teli da tenda e una coperta di lana per ripararsi dal freddo. Gli americani abbondavano invece di sacchi a pelo impermeabili a doppia imbottitura e di scarponi anfibi con le suole di gomma, che conservavano il calore, al contrario degli scarponi chiodati italiani. Oltre al comfort, i reparti alleati venivano avvicendati ogni settimana.
In questo contesto venne ingaggiata a sorpresa la battaglia di Natale. Nel pomeriggio-notte del 25 dicembre 1944, truppe italiane e tedesche contrattaccarono le linee americane. Il successo della Wintergewitter Aktion superò tutte le aspettative: per tre giorni gli attaccanti avanzarono su due colonne, creando una breccia larga 20 km e profonda 12. I Buffalo ripiegavano disordinatamente. Ma il 28 dicembre arrivò l’ordine di fermarsi e ripiegare, avendo assolto il compito oltre ogni più rosea previsione e non potendo sfruttare il vantaggio, senza forze corazzate e soprattutto copertura aerea. Perdite repubblicane: una ventina di caduti e numerosi feriti. Più pesanti quelle statunitensi, oltre alla batosta morale. Se non altro, i materiali trovati nelle posizioni nemiche furono autentici regali per l’anno nuovo: vestiario invernale, razioni, scatolette, armi, cavi, materiale radio moderno.
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