Marlene
- Autore: Alfred Polgar
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2023
Il nome di Alfred Polgar ha subito per anni una sorta di rimozione, come quelli fortunati che arrivano a Hollywood, mentre i soldati americani vanno in Europa a combattere contro i nazisti. Non sappiamo se Polgar conobbe la Dietrich solo a Berlino o anche altrove.
Lei, tra alti e bassi, aveva dei ruoli secondari, dove già si vedeva il suo genio, l’arte e la bellezza e Polgar catturò la bellezza di Marlene in questo libro, rimasto inedito per trent’anni, dal titolo Marlene. Ritratto di una dea (Adelphi editore, 2023, curatela di Ulrich Weinzierl e trad. Maria Letizia Travo). Adelphi editore dello scrittore Polgar ha pubblicato anche altri due scritti Piccole storie senza morale (1994) e Manuale del critico (2000).
Polgar fu tra i pochi fortunati, con sua moglie, ad andare negli Stati Uniti con passaporto falso, mentre Marlene Dietrich, con la sua arte, riuscì a non entrare in Germania, ma nei paesi occupati da Hitler, per risollevare i soldati e poter poi ripartire per tornare a Los Angeles.
Polgar, in realtà, scrive della Dietrich in modo inusuale, come fosse realmente una dea. Non riusciva a trovarle un difetto fisico, anche se indubbiamente ce n’erano, ma per l’autore l’attrice fu la prima a passare dal teatro di rivista,a piccoli ruoli nel cinema muto. Quando arrivò il sonoro, alcune attrici non vennero più scritturate, perché avevano una brutta voce, poi arrivò il cinema a colori. Marlene fu aiutata dalla sua versatilità e poi non aveva movenze o sguardi da cinema muto.
I suoi primi lavori li fece tutti a Berlino, fino a “L’angelo azzurro” di Josef von Sternberg, che fu un successo europeo e le lodi di questa attrice arrivarono fino a Hollywood.
Polgar che la vide a Berlino, a un certo punto scrive:
È un non so che al di sopra di ogni bellezza, grazie e dote naturale a rendere tanto attraente anche per le donne una donna come Marlene Dietrich, è un fascino inquietante che non si lascia interamente ascrivere alla categoria dell’estetico e al quale neppure il più recalcitrante riesce a sottrarsi del tutto.
Proprio nell’anno de “L’angelo azzurro” Hollywood le chiese di venire nei loro famosi Studios. Non avevano messo in conto che la Dietrich ormai si muoveva anche con altre persone, tra cui il regista Josef von Sternberg, tanto che negli Studios si chiedevano se quella pazzia di far venire una attrice tedesca che parlava alla perfezione inglese e francese e tutta la sua corte, non fosse stata una mossa azzardata. Ma il primo film hollywoodiano, “Marocco” di Josef von Sternberg ebbe un successo clamoroso, tanto che l’attrice venne naturalizzata americana, ma questo non le impedì di andare in Europa, ormai quasi in guerra. Si narra che Hitler dicesse che l’attrice-cantante Dietrich fosse la star del regime nazista. Ma non ci furono collusioni, Marlene Dietrich disse no ai nazisti e alla guerra e tornava sempre negli Stati Uniti, accolta come la donna “che non diventò famosa a causa di Hitler”; ma era già famosa, nonostante Hitler.
Quando non girava film, Marlene andava in vacanza col marito, anche se la relazione con lui finì dopo cinque anni; dal matrimonio nacque una figlia, Maria Riva. Ma erano poi sempre un quartetto: il marito con l’amante e lei con l’ultima star arrivata a Hollywood, non necessariamente di sesso maschile, anche se si è molto esagerato nel raccontare la sua vita, addirittura si diceva che lei fosse intima di Greta Garbo, mentre le due si conoscevano a stento. Polgar rinuncia a scrivere pettegolezzi. Il suo saggio è perlopiù sulle doti dell’attrice e l’autore non scrisse mai della sua eterna rivale Greta Garbo.
Polgar piuttosto nel suo libro si sofferma molto sul film “Marocco”, regia di Josef von Sternberg, dove dice la Dietrich fece dono della sua maestria a un film con una sceneggiatura piuttosto piatta.
La diva era così presa dal suo personaggio, che a volte non si accorgeva che le riprese erano finite. Dal saggio di Polgar non esce mai una cattiveria sull’attrice, ma solo elogi.
Al contrario, il libro scritto dalla figlia Maria Riva non fu così tenero nei confronti di Marlene; ma tutti i figli di attori e di attrici che hanno scritto dei loro genitori, raramente ne colgono un lato positivo.
La star di per sé era già colpevole di narcisismo, i figli sono sempre figure sfocate, che prendono sostanza solo sulle cattiverie genitoriali.
Marlene
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