Marx e i miei mariti
- Autore: Lourdes de Armas
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2021
Nell’immaginario della mia generazione la rivoluzione comunista cubana di Fidel Castro è stata un’epopea che ci ha visto parteggiare per il barbuto leader contro il corrotto filoamericano Batista. Naturalmente poi la storia ha fatto tanti passi in avanti, e tutti noi abbiamo dovuto rivedere posizioni ideologiche e convincimenti. Marx e i miei mariti, romanzo firmato dalla scrittrice cubana Lourdes de Armas, nata nel 1960, ci racconta con originalità, sincerità, ironia e notevole senso critico le avventure-disavventure della protagonista Maggy chiamata anche Lucia. Il libro è stato pubblicato nel 2010 e ora esce in traduzione italiana di Laura Mariottini e Alessandro Oricchio per la casa editrice Pessime idee, suscitando soprattutto per il titolo, a dir poco originale, molta curiosità.
In trent’anni la vita della società cubana si è radicalmente modificata, e la protagonista attraverso le sue peripezie sentimentali, coniugali, familiari e sentimentali ce ne illustra evoluzione, involuzione, contraddizioni, sconfitte, fallimenti, ma anche forse, la consapevolezza di un’identità femminile che sa affrontare le avversità della storia con invidiabile determinazione.
I cinque mariti che Maggy sposa e lascia nella sua turbolenta vita affettiva, Jose, Ernesto, Javier, Freddy, Carlos, sono altrettanti prototipi di tipi umani che potrebbero appartenere a qualsiasi mondo: mammoni, finti intellettuali, maschilisti, malandrini, ubriaconi, pusillanimi, giocatori. Alla vivace Maggy capita di tutto e lei, malgrado i due figli, Ernesto e Laura, riesce a mantenere il suo lavoro, a radicarsi nel suo paese, a sopravvivere a suocere invadenti, madre ostile, una burocrazia di partito rigida e intransigente, che la sospetta, la emargina, la condanna.
Malgrado Maggy si professi una convinta militante del partito unico marxista al governo, conserva senso critico e grande coraggio nell’affrontare i cambiamenti che la storia impone. La sua migliore amica si chiama Libertad, Liby nel quotidiano, e lei costituisce il confronto con il femminile in una donna che degli uomini ha fatto il centro della sua esistenza.
Il primo amore, Jose, dopo un rapporto infuocato che la rende madre giovanissima, sparisce e accetta su pressioni della sua famiglia di lasciare lei e la sua patria: le scriverà lettere d’amore, un tesoro che Maggy conserverà come pegno di un vero amore inespresso. Gli altri, tanti, quattro, sono di passaggio nella sua vita: sessualmente convincenti, buoni amanti, pessimi mariti.
La parte più interessante di questo romanzo “audace” resta comunque la descrizione fedele della società cubana, delle sue vittorie, delle delusioni, delle persecuzioni agli studenti universitari considerati “scorie”, ma anche delle esternazioni di Castro, dei rapporti internazionali dell’isola, dei mutamenti dello stesso regime, e infine della vita quotidiana dei suoi abitanti che, attraverso le vicende di Maggy, ci arrivano in modo diretto, come solo la buona narrativa riesce a fare. Maggy ama gli uomini belli e muscolosi, disprezza chi ha lasciato l’isola per una vita più ricca negli Stati Uniti o in Messico, si riavvicina a Dio, ama leggere e scrivere poesie, sa mantenere un comportamento esemplare da brava comunista.
“Quando il Partito chiede la disponibilità dei lavoratori per un qualsiasi compito sono la prima della lista e cerco di essere giusta con tutti. Ho imparato a esprimermi con questo linguaggio corretto, proprio di un militante: sono critica, autocritica e combattiva. Volte queste riflessioni mi causano seri problemi. Vorrei fare come Javier, che esegue gli ordini senza pensare. E più comodo.”
Una vita intera, trenta anni di storia: ecco cosa ci propone questo bel romanzo, pieno di Marx, socialismo, ma anche di tanta vera umanità.
Marx e i miei mariti
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