Memorie del Mediterraneo di Fernand Braudel

Dopo aver letto la magnifica fuga sulle onde di quel mare nostrum che è “Il Mediterraneo”, quando mi sono trovata davanti questo libro in libreria, non ci ho pensato su due volte.
Anche l’incipit di questo libro è da sogno, ci disvela subito il mondo che si affaccia su questa coltre d’acqua ma, repentinamente, si capisce che il libro in questione ha altro ritmo rispetto a “Il Mediterraneo”. È questo in effetti un libro meno divulgativo e che, soprattutto, affronta il Mediterraneo in un tempo tanto lontano che la maggior parte delle persone fa fatica a richiamare alla memoria le prime conoscenze storiche acquisite a scuola.

Il libro è infatti il primo volume che Braudel, specializzato sul periodo storico che va dal 1450 al 1650, scrive su pressione dell’editore Skira che si apprestava a pubblicare una collana sul passato del Mediterraneo. Braudel non farà in tempo a terminare il lavoro e alcuni dei dati che egli dava per acquisiti saranno smentiti dalle scoperte successive di cui le note riferiscono dettagliatamente a piè pagina senza modificare il lavoro dello studioso che, alla fine di questo primo volume, lascia presagire il secondo che purtroppo non potrà mai scrivere.

“Memorie del Mediterraneo” è pertanto un libro più ostico che “Il Mediterraneo”, il lettore non può semplicemente abbandonarsi alla lettura e godere del racconto ma deve ricercare nella sua memoria conoscenze sepolte sotto la coltre degli anni. Solo così può seguire da un capo all’altro la storia del passato del Mediterraneo, quando questo era ancora scarsamente abitato e il suo centro era un centro diverso da quello che noi oggi gli riconosciamo, verso il Tigri e l’Eufrate, dove cominciano a insediarsi i primi gruppi abitativi che non sono più dediti alla caccia ma scoprono l’agricoltura. Braudel infatti riporta la nascita della storia non alla divulgazione della scrittura, che rappresenterà l’importante passaggio a un’altra epoca, ma all’insediamento in un determinato posto di un certo numero di persone. Prima che queste civiltà comincino a cavalcare il mare, il Mediterraneo, ci vorrà tempo, dovranno costruire imbarcazioni sicure che possano solcare questo mare di cui non si vede la fine, superare la paura che incute loro, tanto è vero che i primi marinai -pochi- cominceranno i loro traffici costeggiando le rive, avendo sempre modo di vedere la terra ferma.
Per quelli che temono di non poter ritrovare nella propria memoria conoscenze storiche e geografiche studiate tempo or fu, in appendice ci sono molte e ottime tavole che danno una grande mano.