Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa
- Autore: Valentina Fortichiari
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2019
"Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa" un libro importante, un libro che è un mondo, un asse di innumerevoli relazioni come amava scrivere Borges. Tra i tanti sull’editoria, sulle case editrici, sugli uomini eccezionali che hanno cambiato l’Italia con le loro pubblicazioni di saggi e romanzi indimenticabili, il memoir della brava Valentina Fortichiari sul lavoro svolto da un ufficio stampa, centro del mondo dell’editoria, mancava ed è assolutamente da leggere.
L’ufficio stampa, avamposto della comunicazione, movimentato e mutevole, si occupa di libri e quindi di opere del pensiero. La persona addetta a coprire questo importante ruolo deve seguire l’evoluzione del costume, le mode, i dibattiti e deve possedere una grande capacità d’ascolto. Meglio se incline al silenzio, alla concentrazione e all’interiorità, qualità di cui era maestro Bobi Bazlen e che ritroviamo, meravigliosamente narrati, nella nostra autrice. Una donna piena di talento è Valentina, con uno stile dettato dall’educazione, dal carattere e da una grande cultura.
Racconti di ricordi, incontri di oltre vent’anni trascorsi nell’editoria, nell’ufficio stampa di grandi gruppi, attraverso il quale è entrata in stretta relazione con gli scrittori, spesso con le loro famiglie, con giornalisti, librai, interpreti, operatori culturali, ecc. Per tutti e con tutti la sua carta vincente è stata l’umanità, o come le raccomandava l’indimenticabile zarina Grazia Cherchi, di essere sempre se stessa.
La gioia di un libro che decolla è qualcosa che rende fieri e orgogliosi del senso di appartenenza.
Lo scrittore in una casa editrice è il capitale umano e comporta una dedizione assoluta a scapito di se stessi e dei propri affetti. La parola ha un’importanza fondamentale, ogni autore è il suo libro e ogni libro è l’anima del suo autore e la professionalità riconosciuta a Valentina dal più celebre all’esordiente, è che li ha fatti sentire tutti come se fossero Dostoevskij.
"Ci consegna, a volte tra le righe, non solo una mappa anche teorica su il mestiere più bello del mondo, ma proprio la temperie esistenziale, il clima che si respira", ha scritto Mario Baudino. Ed è proprio così. Un libro che è una vera chicca per chi ama il mondo dei libri, di quanto lavoro ci sia dietro la pubblicazione di un autore e quanto sia determinante il lavoro di fiducia e collaborazione dell’ufficio stampa di una casa editrice. Dalla Mursia nel 1992, dove si era fatta le ossa, al Gruppo Longanesi, l’autrice narra di Grazia Cherchi, donna sensibile ma granitica, una donna guerriera che sapeva ascoltare; Tiziano Terzani e che fosse vegetariano in pochi lo sapevano; Luciano Foà, un uomo attento e sensibile e l’affabile e spiritoso britannico Dirk Bogarde.
L’incontro con Mario Spagnol, forte e austero, una persona che non ha mai detto la parola io, erede di una stirpe di condottieri dell’editoria. Un uomo solido, senza troppi complimenti e terribili sfuriate che le ricordano la figura di Bazlen descritto nel saggio di Roberto Calasso "L’impronta dell’editore".
Con il suo modo di narrare chiaro e diretto, l’autrice ci regala la sua straordinaria esperienza personale, unica e irripetibile. Un bellissimo ed interessante memoir di un periodo aureo della nostra editoria. E l’amara consapevolezza del tempo che viviamo dove le parole non hanno più il suono giusto, nel quale il livellamento è nella cultura e nella politica. Consigliato!
Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa
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