Mr Gwyn
- Autore: Alessandro Baricco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2011
Jasper Gwyn vive a Londra e fa lo scrittore. A quarantatrè anni scrive per il giornale ”The Guardian” un articolo in cui elenca le cinquantadue cose che non avrebbe fatto mai più.
E la cinquantaduesima è: scrivere libri.
Incipit del romanzo
"Mentre camminava per Regent’s Park – lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d’un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e tanto garbo."
Per un certo periodo va in Spagna e quando ritorna a Londra si sente finalmente felice e libero come non si sentiva da anni. Inizia a camminare per le strade con una riscoperta libertà tutta cucita addosso, perché pensa che ha smesso di scrivere e quindi è invisibile agli altri.
Dopo poco, però, scrivere gli manca per davvero. Capisce che la sua situazione è conosciuta da molte persone.
“Ciò che, solo, li fa sentire vivi, è qualcosa che però, lentamente, è destinato ad ammazzarli“.
Pensando che può mettersi a fare un lavoro che comporti “lo scrivere“, passa in rassegna vari mestieri e alla fine decide che gli piacerebbe fare il copista.
Inizia con lo scrivere mentalmente in ogni lungo, spesso nelle lavanderie ed è in una lavanderia che incontra per la prima volta Rebecca.
Mr Gwyn non ha ancora le idee chiare e in un giorno di pioggia, forse, fa un po’ di chiarezza entrando in una galleria d’arte. Ed è lì pensa di poter scrivere ritratti.
Per farlo al meglio, affitta un garage e decide che i soggetti devono essere nudi e devono posare per trenta giorni, tanto basta per rubare e trascrivere il segreto di un essere umano.
La prima persona che ritrae è Rebecca, che diverrà la sola protagonista dell’ultima parte del libro.
A distanza di anni da quel suo ritratto scoprirà cose di Mr Gwyn che non aveva compreso, pur essendo a lui così vicina e si rende conto di quanto sia vero quello che le aveva insegnato, cioè che noi non siamo protagonisti, ma storie.
Edito da Feltrinelli nel 2011, ”Mr Gwyn“ è l’ultimo atteso romanzo di Alessandro Baricco.
E’ una lettura piacevole, scorrevole. La sua è una scrittura fluente, liscia ancora più abile, matura e pulita. I dialoghi sono asciutti, scarni. Ma il libro è privo di meraviglia, quella lucente meraviglia che sempre ha contraddistinto i romanzi precedenti.
A mio parere, Alessandro Baricco riesce ad illuminare questa storia solo in parte.
Però, come Rebecca, mi ricordo l’insegnamento che Mr Gwyn mi ha lasciato.
E lo pronuncio sottovoce.
Noi non siamo protagonisti, ma storie.
Alessandro Baricco legge "Mr Gwyn"
Mr Gwyn
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io ancora non lo so se mi piace Mr Gwyn...ho iniziato a leggerlo e adesso ho paura di riprenderlo in mano...se un libro ti fa paura qualcosa vorrà pur dire...
spettacolare. Per uno che legge un libro all’anno...il 2012 promette bene.
Inconfondibile lo stile, MrGwyn davvero sorprendente...
mi ha davvero lasciata a bocca aperta, direi al livello di oceano mare... piu’ lo leggo e piu’ mi viene voglio di conoscere Baricco!!
Baricco riesce sempre ad incantare con l’eleganza e l’armonica compostezza della sua prosa, con la magia delle sue parole che profumano di musiche lontane.
Mr Gwyn è un’opera difficile. Lo è perché è intrisa di un’esperienza che non è facile capire: la totale comprensione di un estraneo fino al punto di estrarre dal suo cuore un’intimità che neanche lui ha mai totalmente assaporato. Mr. Gwyn è una sorta di psicanalista. Mi piace vederlo così. Soltanto che non è un medico, è un artista. La sua funzione non è curarti ma svelarti, ritrarti in una storia, nella tua storia personale, quella che non hai mai raccontato a nessuno e che non hai mai neanche vissuto, ma quella per cui sei nato. Ogni uomo ha una storia e vive immerso nei suoi suoni e colori, e ogni tanto si lascia sfuggire un sospiro legato a quella storia o una mezza frase che non completa mai. Ogni uomo ha una storia e cerca soltanto la persona giusta a cui raccontarla. La persona giusta è Mr. Gwyn. Mr. Gwyn non è City e non è Oceano Mare. Mr. Gwyn non è neanche Novecento. E’ qualcosa di diverso, Baricco usa toni più semplici, è più scorrevole. Forse chi ama un certo Baricco non apprezzerà appieno Mr. Gwyn come opera "Baricca", ma sicuramente lo amerò per quello che è.
Ritratti d’autore.
Oramai è l’ennesimo libro di Baricco, che mi fa vivere a pieno il racconto. Ti coinvolge e ti inebria con con quella che definisco la sua "word art". Lo stile baricchiano è inconfondibile e sorprendenti sono, ogni volta, le storie che racconta...impossibili da ideare ma non impossibili da immaginare.
Questa volta ci racconta di Mr Gwyn, scrittore, che ad un certo punto stravolge la sua vita e si rinventa ritrattista, ma non li dipinge o disegna i ritratti, li scrive.
Difficile immaginare come scrivere un ritratto, ma il genio di Baricco trova il modo. Mr Gwyn, come uno psicanalista, scruta i suoi clienti e ne tira fuori qualcosa che nemmeno loro conoscono. Come lo fa è tutto da scoprire leggendo.
Questo grande libro di Alessandro Baricco del 2011 avrei desiderato diventasse un film, anche se Bernardo Bertolucci non c’è più. Immagino anche le ragioni che lo hanno impedito o sconsigliato, forse oggi solo Polansky sarebbe in grado di avvicinarvisi. Jasper Gwyn era “un noto scrittore il quale sembrava conoscere le parole che ciascuno avrebbe detto, e pensare in anticipo i pensieri di ciascuno”. A 43 anni smette di scrivere libri e dopo due anni, dopo l’incontro con una anziana signora con un foulard impermeabile in testa, decide di fare il copista, nel senso di scrivere ritratti di persone come se fossero quadri o fotografie da conservare gelosamente. Grazie alla segretaria Rebecca si sistema in uno studio che è un enorme tranquillo stanzone. Un letto, due poltrone, poco altro. Legno per terra, muri vecchi, dal soffitto pendono 18 lampadine Caterine de’ Medici installate in 18 portalampade che al 32° giorno si spengono. Da un impianto defluisce una corrente di suoni che trascina mucchi di foglie secche e nebbiose armonie di strumenti a fiato da bambini. Allo svedese Ludwig Göransson affiderei la composizione di questo loop.
Sessioni di 32 giorni, 4 ore al giorno, dalle 16 alle 20 ogni giorno compresa la domenica. Il committente paga e funge da modello. La sua nudità è una condizione imprescindibile, viene immaginata come una specie di frustrata necessaria. Il modello si lascia osservare, non sta in posa, si muove, dovrà solo stare in quella stanza. Non si parla e non ci si tocca. Gwyn osserva, perde la nozione del tempo e gli diventa naturale l’arte dell’osservare. Infine consegna il ritratto che il modello non potrà divulgare a nessuno. E’ un mestiere pulito copiare la gente, scrivere ritratti che uno si porta a casa e li conserva come si fa con le fotografie, chiuse in un cassetto o appoggiate su un tavolo basso. I clienti si trovano, e il nuovo lavoro procede. Poi l’ultimo ritratto e Mr. Gwyn scompare. La bellezza di questo romanzo, molto semplice in apparenza, sta nell’accostare l’arte narrativa alla tecnica pittorica, immaginando che uno scrittore possa fare un ritratto di poche pagine osservando a lungo come un pittore il modello/a.
Cosa c’è scritto in quei ritratti e perchè tutti quelli che lo ricevono restano soddisfatti? Come finisce la storia di questo strambo ma affascinante scrittore? Alla fine della lettura (o del film) gli spettatori capiranno bene il motivo per cui non c’è bisogno di leggere un solo ritratto. Un romanzo che merita di essere trasferito al cinema perchè la nudità è imbarazzante ma non disturba, ognuno di noi ha un corpo che parla e “detta” frasi. Ognuno di noi pensa di essere qualcuno e ha paura di essere “scoperto” o “messo a nudo”, di essere osservato dagli altri che scopriranno i nostri segreti più intimi. Uno psicanalista può rintracciare traumi lontani, uno scrittore non ci giudica, non può fare altro (quello è il mestiere) che raccontarci.