Far passare le religioni come un insieme di credenze e dogmi assurdi è, per chi è agnostico come me, un gioco abbastanza facile. È semplice ridicolizzare alcuni dogmi, come quello dell’Immacolata Concezione, facendo leva sulle nostre attuali cognizioni scientifiche. È invece più complesso tentare di capire la reale funzione delle mitologie e delle religioni, e perché, nonostante l’avanzare della scienza, entrambe abbiano continuato a esistere.
Negli Stati Uniti, uno fra i paesi più progrediti al mondo dal punto di vista tecnico e scientifico, la maggior parte degli abitanti è credente. Nessun aspirante alla poltrona da presidente sarebbe mai eletto se ammettesse di essere ateo o agnostico. E non c’è motivo di ritenere che alcuni passati presidenti in realtà non lo fossero.
Ma perché le religioni sopravvivono anche nei paesi opulenti e iper-tecnologizzati come quelli occidentali? Perché un’ipotetica comunità atea non è riuscita a prendere il sopravvento e a spazzare via tutte le fedi facendo leva sulla razionalità scientifica?
In questo scritto mi propongo di illustrare la nascita, l’origine e la funzione delle religioni e dei miti, facendomi guidare da un autore, Yuval Noah Harari, che nel sui saggio intitolato Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità illustra con molta efficacia la funzione che le regioni e i miti hanno avuto nella storia dell’uomo.
Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità
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La Rivoluzione cognitiva
Settantamila anni fa, ci fu la cosiddetta Rivoluzione cognitiva, che permise alla specie umana di comunicare adottando nuovi tipi di linguaggio. In questo periodo, la nostra specie crebbe e si sviluppò anche al di fuori dell’Africa e grazie alla Rivoluzione cognitiva fu in grado di comunicare anche concetti molto complessi, o che si riferiscono a cose inesistenti.
Anche gli animali diversi dall’uomo sanno comunicare, ma lo possono fare con concetti molto limitati, come "Attenzione! Leone in arrivo!". Grazie alla Rivoluzione cognitiva, la razza umana ha imparato invece ad aggiungere ai concetti basilari alcuni dettagli, formando frasi come "Attenzione, Leone in arrivo! Si trova vicino all’ansa del fiume, e sembra molto affamato!".
Gli scienziati non conoscono i fattori che hanno portato a questa rivoluzione. Si pensa che si stata determinata da accidentali mutazioni genetiche. Tuttavia, più che le cause, sembra più interessante capirne gli effetti.
La Rivoluzione cognitiva, oltre a portarci a formulare frasi più complesse, arricchì il nostro linguaggio al punto da permetterci di parlare anche di cose inesistenti, come gli unicorni, le fate etc. Per molti, l’umanità ha perso molto tempo dietro a queste cose, e per alcuni atei anche dietro i concetti di spirito, mito, dio, divinità etc.
Costoro sottovalutano o non conoscono l’importanza che i miti e le religioni hanno avuto nel nostro progresso.
Il progresso
Man mano che le società umane diventavano più numerose, sorgeva la necessità di dividere i ruoli e di riunire i singoli individui in una comunità per incentivarne la cooperazione. Come fare dunque? Come rendere gli individui una comunità capace di minimizzare i conflitti? E qui subentrarono i miti e le regioni.
Nel suo saggio, Harari specifica che:
"Il punto è che la finzione ci ha consentito non solo di immagine le cose, ma di farlo collettivamente. I miti conferirono all’umanità la capacità senza precedenti di cooperare in maniera flessibile e in comunità formate da moltissimi individui. Anche le formiche e le api possono collaborare insieme in comunità numerose, ma lo fanno in forme estremamente rigide e all’interno di strette parentele. I lupi e gli scimpanzé cooperano in maniera molto più flessibile rispetto alle formiche, ma lo possono fare solo con ristretti gruppi di individui che conoscono intimamente. I Sapiens (noi) sono in grado di cooperare in modi estremamente flessibili e con un numero infinito di estranei. Ecco perché governano il mondo, mentre le formiche mangiano i nostri avanzi e gli scimpanzé sono richiusi negli zoo e nei laboratori di ricerca".
Con questa bellissima frase concludo la prima parte di questo progetto. Nella sua seconda parte illustrerò quali funzioni rivestano i miti e le religioni ai nostri tempi. Che funzione ha avuto la religione in passato? E a cosa serve oggi ai tempi di internet e del coronavirus?
Per far questo, sintetizzerò alcune parti dal saggio scritto da Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali?.
Nel terzo articolo di questa serie, infine, illustrerò i miti moderni, rifacendomi sempre a Harari e citando il filosofo Umberto Galimberti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nascita e funzione delle mitologie e delle religioni (parte prima)
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