Né guelfi né ghibellini
- Autore: Aldo Zanca
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Come è noto i Guelfi e i Ghibellini hanno contraddistinto nel corso del tempo due estremi, l’integralismo clericale e quello religioso. Uno vorrebbe una società subordinata ad una sola religione mentre l’altro auspica una società senza religioni. In mezzo a queste due opposte visioni si inseriscono i temi della laicità dello Stato e della libertà religiosa che vengono proprio trattati in Né guelfi né ghibellini di Aldo Zanca.
L’A. ripercorre da un punto di vista storico e filosofico il concetto di laicità e offre una panoramica dettagliata di modelli a cui i paesi occidentali e orientali hanno dato attuazione ed in cui la distinzione tra diritto, sfera religiosa e sfera privata assume gradazioni molto diverse, da una netta separazione fino ad una sua totale assenza. Una lucida e accurata rassegna che ci porta ad una conclusione: la libertà religiosa è efficacemente garantita solo da uno Stato non indifferente ma neutrale (e dunque equidistante) verso tutte le religioni. Per questo motivo i privilegi e il potere accordati alla Chiesa Cattolica rendono l’Italia un paese semi-laico, dove tutte le altre confessioni religiose sono di fatto di serie B..
In atto la Laicità sembra essere diventata paradossalmente quasi una pratica “religiosa” e nell’opera dello Zanca vengono riportati, come detto, vari esempi di laicità presenti in diversi Paesi. La Chiesa Cattolica va posta su un piano di corretta e sostanziale parità con le altre Confessioni. Questo non avviene nella Costituzione Italiana sebbene l’articolo 7 così reciti:
"Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale."
L’art.7 della Costituzione è uno degli articoli più discussi da coloro che propendono per un laicismo integrale (e integralista) dello Stato italiano. Il successivo art.8, che pare ammettere la professione di fede di altre religioni, in realtà consente la possibilità di una sorta di mini concordati, intese ma non su un piano di corretta e concreta parità con la Chiesa Cattolica ma su un piano di subalternità. Ma dal pluralismo culturale e religioso è, come anzidetto, un fatto da cui non si può prescindere. Tali apparenti se non palesi discrasie potrebbero essere superate con un procedimento di revisione costituzionale, l’unico consentito in quanto le suddette norme fanno parte integrante del dettato costituzione; ma le modifiche alla Carta Costituzionale passano attraverso un complesso procedimento di approvazione da parte dei due rami del Parlamento con una definita e maggioranza.
L’Italia a differenza degli altri Paesi Europei ha voluto inserire nella carta costituzionale il “Concordato” che disciplina come detto in precisi articoli i rapporti tra Stato e Confessioni Religiose. L’art.7 della Costituzione pone lo Stato in una condizione di semi-libertà, rivestendo e configurando i “Patti Lateranensi” del 1928 e la revisione craxiana del 1984 come un vero e proprio trattato internazionale con un altro Stato sovrano. Ciò ha determinato instaurazione, costituzione e consolidamento di privilegi enormi alla Chiesa Cattolica. Occorre che l’Italia con l’abrogazione o la modifica degli articoli 7 e 8 della Costituzione diventi la frontiera del Laicismo.
Né guelfi né ghibellini. Laicità e libertà religiosa
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