Il giardino siciliano si può vedere come una metafora di accoglienza ed il libro di Edith de la Héronnière è una riflessione che parte dal mondo vegetale di cui la Sicilia è un ricco esempio di coesistenza, di visione condivisa, di mescolanza. La "Sagesse vient de l’ombre" (Klincksieck, 2017) offre molti spunti di riflessione sui giardini siciliani in cui è rilevante il riferimento tra ombra e saggezza. L’ombra in molte culture viene associata all’oscurità ed al male mentre la luce simboleggia il bene, l’elemento positivo. Quando si parla di luci ed ombre si esprime questo concetto dando una connotazione negativa all’ombra. Questa invece favorisce la meditazione sulla vita e sulla morte, la distensione, il riposo, la riflessione, l’abbandono al mondo e la rievocazione del passato.
La soleggiata Sicilia, piena di colori della quale ha saputo mirabilmente descrivere in pagine pene di lirismo, l’intensità della luce e delle tinte, ha ispirato il tema dell’ombra ed il collegamento con la meditazione. La composita cultura dell’isola è trasmessa oltre che dai monumenti e dai ricordi storici e letterari anche dal mondo vegetale da cui emana, come per il giardino della Kolymbetra, un’aura di sacralità.
Quella degli alberi porta pace, riposo e spinge alla meditazione, trasmette tranquillità d’animo in quanto gli alberi uniscono il cielo alla terra. Hanno delle radici profonde che sono di aiuto e di conforto all’uomo che si sente radicato nel profondo della terra. Il titolo del libro è tratto dai versi di una poesia di D’Annunzio che hanno accompagnato la meditazione nel giardino. Nei giardini siciliani si ritrova il mondo intero, vi sono alberi che trasmettono l’adattamento; all’Orto Botanico di Palermo, vi sono alberi che provengono da tutto il mondo, posti vicini l‘uno all’altro e che si adattano a vivere in tal modo. È questo un segno emblematico per l’umanità e per la realizzazione di una autentica globalizzazione. A proposito dell’integrazione culturale, effettuata attraverso i Giardini, questa opera ha un carattere storico in quanto compie un excursus sulla storia siciliana, dalla storia dell’arte alla letteratura citando gli autori siciliani che si sono occupati di questo aspetto culturale dei giardini e del significato simbolico degli alberi.
La Sicilia è stata in grado di assorbire nei secoli, culture diverse dai romani ai normanni, agli arabi e queste culture si ritrovano tutte nei giardini, facendo della Sicilia un’isola unica che fa da ponte tra Oriente ed Occidente. Tra gli aspetti caratteristi dei giardini, si parla poi dei labirinti, presenti anche in quelli dell’isola con cespugli abilmente disposti. Si è dato un significato simbolico del labirinto vedendo in esso la ricerca, lo smarrimento dell’uomo, il senso del mistero. Percorsi di esoterismo sono presenti nei giardini siciliani di un tempo nei quali si pensava che vi fosse la pianta primitiva, l’essenza di tutte le piante, una riflessione che l’autrice definisce di tipo platonico.
L’autrice ha scritto un libro specifico sui labirinti: "Le Labyrinthe de jardin ou l’art de l’égarement" (Klincksieck, 2009) e ci si chiede il motivo per cui inserire dei motivi di inquietudine all’interno di luoghi che sembrano paradisiaci. Nel libro viene usata la lingua propria dei giardini che è quello della poesia che fa comprendere appieno cosa è un giardino. Un’attenzione culturale e materiale poiché i giardini sono insieme di interesse tecnico agronomico, filosofico e letterario ed è raro trovare libri che parlano dei diversi settori con grande competenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nei giardini di Sicilia: incontro con Edith de la Héronnière presso la Società Siciliana per la Storia Patria
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