Non c’è nessun Dio quassù
- Autore: Jurij Gagarin
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
(…) ogni anno porterà più lontano il popolo sovietico, pioniere della conquista del cosmo. Niente potrà fermarci nel nostro slancio verso altri mondi, verso altri pianeti dell’universo. E sono certo che, con altri compagni cosmonauti, io stesso compirò altri viaggi, ogni volta più alti, ogni volta più lontani dalla Terra. Il fatto è che noi sovietici non abbiamo l’abitudine di fermarci a metà strada.
Da degno esemplare di homo sovieticus, Jurij Gagarin non si sarebbe dunque fermato a metà. Sette anni dopo l’impresa che lo consegna alla leggenda, solo la morte può fermarlo e lo ferma difatti a tradimento. Il piccolo caccia MIG-15UTI che sta pilotando, si schianta al suolo nei pressi di Kiržač. È il 27 marzo del 1968, Gagarin ha da poco compito 34 anni.
Il suo “Non c’è nessun Dio quassù” (Red Star Press) racconta con dovizia il tempo prima. Il tempo dell’infanzia contadina, degli studi, dell’attrazione per l’aeronautica, della formazione ideologica, di quella militare. Stazioni di un parabola che condurrà il cosmonauta a bordo della Vostok 1, primo essere umano ad affrontare un volo attorno all’orbita terrestre. Il 12 aprile 1961, quasi sessant’anni fa.
Dalle 9.07 alle 10.55 ora di Mosca - alla velocità di 27.400 chilometri orari, trecento chilometri e qualcosa dal pianeta Terra. Nonostante i numeri da record e nonostante non fosse lì per quello, Gagarin trova il tempo di ammirare il paesaggio (“La Terra è blu. Che meraviglia, è incredibile”, descrive) e meritarsi sul campo la fama di eroe nazionale. Detta in pillole: viene decorato da Nikita Chruščёv con l’Ordine di Lenin (la massima onorificenza sovietica) e nominato Eroe dell’Unione Sovietica.
A dispetto del titolo, “Non c’è nessun Dio quassù’” manca di qualsiasi riferimento metafisico. Non c’è traccia speculativa e nemmeno un riferimento alla frase suddetta. Qualcuno vocifera addirittura gli sia stata messa in bocca dalla propaganda antireligiosa dell’Unione Sovietica. Di sicuro disse “Andiamo” e lo disse poco prima di essere lanciato nello spazio. Un plurale maiestatis che rivela la portata collettiva - e questo è l’importante - che per primo Gagarin assegnava alla missione.
Nelle due ore scarse in cui orbita intorno al pianeta, Jurij Gagarin non è da solo. Con il suo battono i cuori dei tecnici, degli altri piloti, dei capi di stato e di un’intera nazione: “Non c’è nessun Dio quassù” è la cronistoria essenziale di come un uomo diventi mito suo malgrado e in parallelo possa realizzarsi il compimento di una fede popolare: quella nel progresso e nell’avvento del comunismo persino oltre gli ambiti terrestri.
Va detto che la scrittura di Gagarin è puntuale, ma senza slanci, discorsiva, solo di rado irrorata da afflati patriottici, e dal credo comunista.
C’è un’altra cosa che colpisce del suoi racconto: l’entusiasmo, unitamente alla padronanza di sé, con cui il cosmonauta si sottopone al tour de force delle prove di addestramento al volo e affronta la vigilia e i minuti precedenti la partenza. Roba da uomini destinati alla storia, nel senso letterale della parola. A rinforzo di quanto espresso sopra: sostenevano Gagarin l’amorevole ricordo dei tanti eroi sovietici (quasi tutti morti giovani, tra guerre e rivoluzioni) e l’amore verso una patria dove, all’ombra del comunismo, il senso collettivo prevaleva su quello dell’io, in maniera quasi spontanea, naturale. Se riferito alla sterile autoreferenzialità che caratterizza gli eroi senza ideali dei mass media, vien quasi da piangere e, subito dopo, da riflettere. Che siate o meno inclini all’ostalgia (sarebbe una specie di struggimento sperimentato nei confronti della Russia e dei paesi dell’ex patto di Varsavia, DDR in primis) questo libro – di connotazione meravigliosamente vintage – è dunque da tenere a mente: racconta una vita esemplare. Di uomo. Di comunista. Di prode astronauta. In nome della nazione piuttosto che dei like.
Non c'è nessun Dio quassù. L'autobiografia del primo uomo a volare nella spazio
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