Non sono quel tipo di ragazza
- Autore: Lena Dunham
- Genere: Libri da ridere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2014
Verrà un tempo che quel corpo sexy appassirà (ammesso che lo abbiate)
Dimenticate le tre “S” (sesso, sangue, soldi). Conservate soltanto la prima. Per le ragazze americane conta solo il sesso, non altro, non oltre, dall’adolescenza in su. Parola di Lena Dunham, creatrice produttrice tuttofare e interprete della serie tv “Girls” e autrice di uno scanzonato, ma non del tutto poco serio, diario-confessione-rivelazione di una teenager. È sugli scaffali per i tipi Sperling & Kupfer: “Non sono quel tipo di ragazza”, 204 pagine 16,90 euro.
Soltanto sesso, dunque, disperatamente sesso, a giudicare dai patemi, almeno fin quando non lo si è conosciuto e metabolizzato, che poi, una volta sperimentato non sarà più quello che credi, le dicevano tutte.
Fatto sta che Lena - vent’anni, in sovrappeso di un tot di chili, capelli giallo catarifrangente, taglio improbabile (a zero sui lati della testa, lunghi dietro il collo) - al secondo anno di college si sente la vergine più attempata del Paese. E pensare che aveva scelto una scuola dell’Ohio nota per essere considerata un tempio dell’amore libero, oltre che per essere stata la prima ad ammettere studenti donne e afroamericani. Quanto alla socializzazione sessuale, non è che ci sia molta scelta, specie dovendo escludere i bisessuali, come fa lei. Metà dei ragazzi etero del campus si perde dietro ai giochi di ruolo, l’altra evita accuratamente di calzare scarpe di qualsiasi genere. Il compagno di corso più carino, delusione!, ama sfoggiare una gonna.
Certo che per quante alzate di ingegno e sforzi fatti, nonostante le pose eccitanti sperimentate, si imbatte solo in ragazzi interessati a condividere il letto e basta, esclusivamente per dormire, insomma. Suo malgrado, è diventata quella del giaciglio temporaneo. Peggio che scoparseli tutti, secondo la madre. E fino alla laurea ed oltre, anche con l’ex celebrità della tv con cui era uscita per un po’, non si andrà lontano da effusioni platoniche.
Non è che ci sia solo sesso nel diario di Lena. Da bambina mostrava una sincera ostilità verso la tecnologia, ad avviso della maestra. Tradotto: non aveva confidenza coi computer, fino a quando non aveva scoperto che si può chattare simulando una identità virtuale, tipo modella fighissima con un sacco di soldi e di uomini.
Il bello di queste confessioni della Dunham è che risulta del tutto contraddittorio. Quasi ogni capitolo smentisce tante delle dichiarazioni contenute nei precedenti, roba da mal di testa. In effetti, riconosce di essere una narratrice inaffidabile, quando parla della mamma e non solo. Ammette di raccontare la storia con svariate modifiche.
Lena propone vicende di pubblica utilità per l’universo femminile, sostenendo che se quello che ha imparato a sue spese potrà rivelarsi di aiuto per qualcuna, questo avrà dato una ragione d’essere alla sua esperienza. È così per il suo rapporto col cibo, i 15 chili presi di colpo nell’età della pubertà (un ragazzo le aveva dato della palla di bowling con cappello), i 72 registrati dalla bilancia dopo il diploma, i 10 persi grazie al nutrizionista.
Qualche suggerimento di Lena Dunham:
Se qualcuno dice non sono uno stronzo è probabilissimo che lo sia. I non stronzi non hanno bisogno di sprecare tempo a dirlo.
Meglio mangiare un po’ di tutto che grandi quantità di una cosa. Se non funziona, si potrà pensare a grandi quantità di tutto.
La famiglia al primo posto, il lavoro al secondo, la vendetta al terzo.
Le emozioni provate da ubriachi, non sono vere emozioni.
È orribile quando la gente che odi riesce a ottenere quello che vuoi.
Qualche volta si fa prendere da pensieri alti e considerazioni sul destino, sulla caducità della vita, sulla morte. Ad esempio, la consapevolezza da giovane che un corpo mozzafiato sia destinato a decadere (anche se dopotutto devi avere un giovane corpo mozzafiato per sentirti così).
L’ultimo consiglio è la regola aurea per dominare la voglia che viene, qualche volta, di piantare tutto in asso e sparire:
Non cacciarti in situazioni dalle quali vorresti scappare.
Non sono quel tipo di ragazza
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