Nel ciclo di attività del Centro Evangelico di Cultura “Giacomo Bonelli” di Palermo, è previsto un incontro di letture in comunità, sul solco della libroterapia, leggendo e commentando insieme dei libri scelti di volta in volta, siano essi di saggistica che di narrativa.
Dopo la lettura si cerca di commentare i testi condividendo le emozioni che la scrittura ha suscitato. Si persegue lo scopo terapeutico e di natura psicologica di una metodologia, poiché è indubbio che dalla lettura condivisa tragga beneficio la salute della mente e dello spirito.
Dopo i conflitti bellici recenti si è avuto riscontro come gli infermi, dalla lettura fatta loro dalle crocerossine o, ancor prima, dalle diaconesse e/o dai pastori, traessero grande beneficio per la guarigione, condividendo sentimenti ed emozioni. E da allora questo “metodo” è stato ancor più studiato e approfondito a livello scientifico anche dai psicoterapeuti, divenendo una branca della psicoterapia che vede insieme, bibliotecari, psicologi che operano in equipe.
Ogni storia è una storia d’amore: una riflessione sul libro di D’Avenia
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Il libro che viene a leggersi e discutere insieme è quello di Alessandro D’Avenia. Scrittore, insegnante e sceneggiatore, che ha avuto come insegnante di Religione padre Pino Puglisi, dal quale è stato profondamente influenzato (e alla cui figura ha dedicato il suo romanzo Ciò che inferno non è). Adesso docente di letteratura al liceo, ha scritto molti libri di successo tra cui il qui citato Ogni storia è una storia d’amore (Mondadori, 2017), in cui si esaminano relazioni amorose di diversa forma.
L’autore rapporta e raffronta diverse storie evidenziando quelle di coppie del mondo della letteratura, della pittura, dell’arte in genere. Sono in tutto trentasei storie in un libro corposo di cui non si potrà dire tutto di ciascuna.
Ogni tre storie dedicate a queste coppie, l’autore fa una sosta, raccontando il mito di Orfeo e di Euridice che è quello dell’amore per eccellenza.
La storia di tutte le storie d’amore è quella di Orfeo ed Euridice raccontata nelle Metamorfosi di Ovidio, perché non c’è trasformazione più radicale di quella generata dall’amore.
Nel libro di D’Avenia si parla di coppie dove gli uomini sono passati alla Storia anche perché avevano accanto delle donne. In mezzo al rapporto tra questo uomo e questa donna vi è la Musa. E non è un caso che la musa sia una figura femminile nella mitologia e in tutte le culture. La donna difatti serba in sé il segreto dell’amore.
Citando testualmente l’autore:
Le donne, o stanche, felici o frantumate, sempre hanno risposto, anche loro malgrado, perché sono condannate all’amore in ogni cellula, non possono farne a meno. Le donne sentono il tempo dal di dentro, quando spingono forte per dare alla luce.
La luce è una spinta di sangue e dolore, che per vivere bisogna far spazio, che amare è dare la vita a un altro, non prenderla.
La donna – si racconta in storie antiche – è stata fatta per ultima non per ripensamento tardivo, toppa al tessuto lacero delle cose, scarto di ciò che era già perfetto, ma perché solo alla fine di un’opera si giunge al suo compimento.
Il significato dell’amore secondo Alessandro D’Avenia
Vi è un triangolo amoroso in cui la donna può essere al servizio della musa, affinché lo scrittore o il pittore diventi famoso, ma la musa può essere anche di inciampo perché la donna vuole anche lei affermare la propria “arte” e allora viene in competizione con la musa. E allora dall’amore si passa al disamore.
Ma cos’è l’amore? Perché si vuole vivere questo amore?
Perché noi si vive di relazioni e come nella copertina del libro, vi è un filo che si nasconde e riappare. E queste sono le relazioni di ognuno che a volte fuoriescono, altre volte si nascondono; la nostra vita è un intreccio di relazioni con gli altri, una trama, un ordito e la vita è fatta di relazioni “intessute” dall’amore.
Nel libro vi sono storie di donne che si sono “immolate” per l’arte e per rendere famosi i loro compagni di vita, mentre altre di contro non hanno accettato la situazione e sono andate in contrasto con il loro compagno.
D’Avenia sostiene che l’amore salva - e non è un mistero, ma ci si chiede come mai si respinge tante volte questa salvezza e ci si getta nel disamore.
Tra tutte queste storie si ricorda quella di Zelda e di Francis Scott Fitzgerald, la storia in cui i due si annullano in questo disamore.
Mentre un’altra e forse la più bella e che vive anche oltre la morte è quella di Nadežda, moglie di Osip Ėmil’evič Mandel’štam, poeta russo che sfidò il regime comunista. Il regime poi lo annientò mandandolo in un Gulag dove ebbe un triste destino, sia fisicamente che spiritualmente, poiché bruciò tutti i suoi scritti. Il regime organizzava una sorta di simposi per controllare questi poeti dissidenti ed eventualmente poi condannarli. Ma i suoi scritti non andarono invero bruciati, in quanto sua moglie provvide a serbarli.
È forse la storia più bella in quanto la moglie fa rivivere il marito e mostra come vi sono amori che durano anche dopo la morte fisica.
Vi è anche la storia di Federico Fellini e Giulietta Masina, dal regista definita la sua “musa ispiratrice”. E ancora fra le altre, vi è la storia di Magdalena Bach che si dice abbia scritto le ultime partiture perché il grande compositore era divenuto cieco. La loro vita, la loro storia d’amore doveva essere sulla musica e lei si era data totalmente a questo fine.
Un libro intenso, questo di Alessandro D’Avenia, pieno di passioni, contrasti e sentimenti che indaga sulla autentica e vera natura dell’amore nel senso più ampio da cui non si può prescindere e da cui tutti si dovrebbe trarre giovamento e interiore beneficio.
Recensione del libro
Ogni storia è una storia d’amore
di Alessandro D’Avenia
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Perché “Ogni storia è una storia d’amore” di Alessandro D’Avenia è un libro terapeutico
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