“Ogni bella giornata di novembre è quasi sempre un’occasione persa”, inizia così una folgorante poesia di Patrizia Cavalli da leggere proprio in queste giornate novembrine in cui l’autunno sembra declinare lentamente nell’inverno.
Novembre è un mese sfuggente e frettoloso, in cui le giornate si accorciano e il buio sembra mangiarsi pezzo pezzo ogni scampolo residuo del giorno. Il freddo si fa più pungente, si infiltra nelle sciarpe e arrossa il viso, mentre la fine dell’anno inizia a profilarsi all’orizzonte come un destino.
Patrizia Cavalli, che della luce ha sempre fatto un elemento caratterizzante delle sue poesie, riscopre la luce nuova di novembre e la trasforma in una metafora del tempo che fugge e non ritorna. Il mito oraziano del Carpe diem sembra così acquisire nuova linfa, in una rinnovata esortazione a cogliere l’istante, a godere dell’attimo di luce che fugge e non aspetta.
Novembre è una poesia ratta dalla raccolta Pigre divinità e pigra sorte (Einaudi 2006). Scopriamone testo, analisi e commento.
Ogni bella giornata di novembre di Patrizia Cavalli: testo
Ogni bella giornata di novembre
è quasi sempre un’occasione persa.
La luce ha fretta
la luce di novembre non aspetta,
ci pensi sopra e non è più in offerta.
E ci si illanguidisce alla promessa
di una felicità, ah, più che certa
se solo avessi avuto l’accortezza
di predisporre il giusto materiale:
un giro inconcludente in bicicletta
e labbra sfaccendate da baciare.
Ogni bella giornata di novembre di Patrizia Cavalli: analisi e commento
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In Novembre Patrizia Cavalli riesce a trasfondere tutta la malinconia dell’autunno, la stagione della caducità e dell’abbandono che prefigura l’inverno.
La luce in fuga di novembre nella poesia diventa metafora del tempo sfuggente, inafferrabile che corre sempre in avanti trasformandosi così in un’ “occasione persa”.
La luce ha fretta
la luce di novembre non aspetta,
ci pensi sopra e non è più in offerta.
In una manciata di versi Patrizia Cavalli pronuncia il suo personale “carpe diem”, possiamo cogliere infatti un riferimento alla celebre Ode di Orazio. Il poeta latino ammoniva la sua Leucònoe a non tentare i “calcoli babilonesi” e a essere saggia: “cogli l’attimo, confida il meno possibile nel domani”. Cavalli traduce il noto ammonimento oraziano nel verso “ci pensi sopra non è più in offerta”, ammonendo così il lettore a cogliere il “tempo-luce” in fuga prima che sia troppo tardi.
Novembre è il preludio dell’inverno e, dunque, della morte: il sole che rapido tramonta cedendo il posto a una lunga notte, al buio che già strappa a morsi le ore pomeridiane, assume un significato simbolico, “tempus fugit”.
La poesia di Cavalli acquisisce quindi un tono più malinconico riflettendo sulla felicità che ormai non è che un ricordo. Ah, se l’avessi colta quando ero in tempo, invece è fuggita con la luce di novembre, sembra dire la poetessa. La riflessione qui si fa profondamente umana e sembra afferrare il nocciolo della nostra eterna scontentezza. La felicità non dura che un attimo ed è già fuggita - siamo certi di raggiungerla, è la nostra promessa costante, eppure ecco ci si volta un attimo ed è andata, perduta, non è stata che un rapido bagliore. Patrizia Cavalli pone l’accento proprio sulla promessa della felicità che anima la nostra esistenza e ci fa predisporre ogni momento nella certezza del suo avverarsi. Ma il tempo fugge e noi non siamo pronti a coglierlo, proprio come “una bella giornata di novembre” in cui il sole tramonta presto e il giorno è terminato prima che ce ne rendessimo conto. Fuori è già buio fitto, incombe una notte interminabile, abbiamo perso l’occasione di vivere.
Nel distico finale Patrizia Cavalli sembra lanciare il proprio ammonimento al lettore: non è necessario correre sempre in vista di un obiettivo, ma bisogna apprezzare l’istante nella sua proverbiale fuggevolezza, magari facendo un giro in bicicletta “inconcludente” oppure baciando delle labbra che, non a caso, definisce “sfaccendate”.
L’eternità è tutta racchiusa, a ben vedere, in una serie di gesti futili, all’apparenza inutili, che in realtà inutili non sono affatto perché compongono il tempo irripetibile della nostra vita.
Carpe diem, cogli l’attimo, ci dice in un modo tutto suo Patrizia Cavalli invitandoci a godere la luce fuggente di “una bella giornata di novembre”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Ogni bella giornata di novembre”: il carpe diem nella poesia di Patrizia Cavalli
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E non basta mai, nonostante le mille riflessioni sull’ importanza dell’attimo da cogliere e Vivere! Grazie, è davvero Splendida e riflessiva.